Ci aspettavamo una trentina di persone, ne sono arrivate centocinquanta… Tanto era forte il desiderio di guardarsi indietro – e di guardarsi dentro – per trovare un senso allo shock dei mesi passati. Il luogo era tra i più suggestivi: la collina di Moriolo, oltre la «valle della quiete», la valle dell’Egola.
Qui il regista e autore teatrale Andrea Mancini ha messo in scena «In memoria», una liturgia della Parola con inserti di musica, teatro e danza, per ricordare i morti del covid-19. Dal piccolo portico accanto alla chiesa, con i suoi tre archi a sesto acuto, si affacciavano gli attori Paolo Giommarelli e Silvia Bagnoli per dare voce ai morti del coronavirus, storie vere apparse sui giornali messe in forma poetica da Andrea Mancini sullo stile di «Spoon River».
Quei racconti in prima persona che sintetizzano il corso di una vita dal punto di vista dell’aldilà, erano intervallate e sottolineate dalle canzoni eseguite, con voce e chitarra, da don Mario Costanzi. Due brani suoi e due di Fabrizio De André. Tra gli archi del portico e sul prato si muoveva la ballerina e coreografa Daniela Maccari, che non solo con i passi ma anche con i gesti, il volto, lo sguardo, traduceva e amplificava in pura emozione le parole e le note. Il sottoscritto ha curato la parte liturgica, esplorando – in modo, spero, non troppo prosaico – il concetto di «Comunione dei Santi». A detta di molti, si è trattato di un evento necessario, che ha suscitato oltre a una profonda commozione negli spettatori e negli stessi artisti, un senso di consolazione, complice anche l’amenità del luogo e del clima. Alla memoria delle vittime del covid-19 si è affiancata quella del grande artista Lindsay Kemp, maestro di Daniela Maccari, e un omaggio al sacerdote poeta don Luciano Marrucci, che di Moriolo aveva fatto la sua patria del cuore e nel cui piccolo cimitero ora riposa. Nella foresteria era stata inoltre allestita una mostra del pittore di Corazzano Stefano Renieri, recentemente scomparso.