l primo degli appuntamenti messi in programma per questo 2019 dalla Commissione Beni Culturali e Arte Sacra della Diocesi ha riguardato la presentazione del restauro della terracotta policroma (cm. 70x40x60) raffigurante la Madonna con Bambino attribuita all’ambito di Matteo Civitali (Lucca, 1436-1502) e proveniente dalla chiesa di San Donato Vescovo e Martire a Isola. Il lungo e accorto intervento di restauro è stato condotto dal laboratorio “Lo studiolo” di Lucca con la supervisione della dottoressa Mariagrazia Ristori della Soprintendenza di Pisa e reso possibile grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato presieduta dal Prof. Granfranco Rossi. L’appartenenza all’ambito di Matteo Civitali è l’ipotesi già avanzata da Roberto Paolo Ciardi nel segnalare l’opera, ancora da restaurare, nel terzo volume di «Visibile Pregare». Matteo Civitali è stato uno scultore, considerato tra i più importanti della seconda metà del Quattrocento non operanti a Firenze. Sue opere si trovano a Lucca, Pisa, Genova, Sarzana.
Nella nostra Diocesi, e precisamente nella chiesa di San Giovanni Evangelista a Ponsacco, è presente ancora una scultura in terracotta attribuita all’ambito del Civitali anche questa una Madonna con il Bambino, una Madonna che allatta il piccolo Gesù. La Madonna col Bambino appena restaurata proveniente da Isola, che tra le altre cose ha rivelato la policromia originale risalente al XVI secolo, ci consegna un’iconografia rara e particolare. La Madonna è rappresentata nell’atto di congiungere le mani nella preghiera e il Bambino è disteso sulle sue ginocchia, quasi nella posa del Deposto, in qualche modo anticipando, nella vita di Gesù, la dolorosa iconografia della Pietà. Ancora una particolarità di questa piccola scultura densa di significati: il Bambino appoggia la testa su di un libro. Il libro è certamente il Libro delle Sacre Scritture, ma anche il libro alla lettura del quale era raffigurata la Vergine Maria nelle tante Annunciazioni della seconda metà del XV secolo. Un po’ come se l’artista avesse voluto mostrare in quest’opera l’inizio (Annunciazione) e la conclusione (Pietà) della vita di Gesù. La scultura è stata collocata nella terza sala del Museo Diocesano a San Miniato.
*Presidente Commissione Beni Culturali e Arte Sacra della Diocesi di San Miniato
Al Museo, l’eterno fascino della maternità
«Ringrazio don Bruno Meini, direttore dell’Ufficio Beni Culturali, il dottor Giovanni Battista Mattii, vice presidente della Fondazione Carismi, la dottoressa Maria Grazia Ristori, soprintendente di Pisa, Luca Macchi, presidente della Commissione Diocesana per l’Arte Sacra, Luigi Colombini, restauratore de “Lo Studiolo” di Lucca con i suoi collaboratori, Elisa Barani, addetta dell’Ufficio Beni Culturali e tutti voi intervenuti all’inaugurazione del restauro della Madonna col Bambino, terracotta policroma del Seicento, che oggi viene riconsegnata al Museo diocesano di San Miniato».
Con questo sentito saluto , il vescovo Andrea ha voluto porgere ai responsabili diretti di questo magnifico lavoro, sinceramente non facile, il ringraziamento di tutta la diocesi e dell’intera città di San Miniato, poiché l’opera restaurata arricchisce, culturalmente ed artisticamente, un territorio delle cui ricchezze noi tutti siamo partecipi e da cui tutti noi traiamo sensazioni ed emozioni di grande significato, «toccati dal bene e dal bello». Il dottor Mattii, a nome della Fondazione Cassa di Risparmio, ha focalizzato il suo intervento proprio su questo aspetto, asserendo che investire sulla cultura, sulle opere d’arte, crea ricchezza e predispone il territorio ad un ritorno economico, imprimendo una sempre maggiore qualificazione del territorio stesso.
La dottoressa Ristori, soprintendente alle Belle Arti, ha relazionato sulle caratteristiche generali dell’opera, soffermandosi, nell’analisi, sui particolari, sulle proporzioni, sui colori, sulle espressioni del bellissimo volto della Madonna che accoglie sul grembo, ricoperto da un mantello celeste, il proprio bambino. Molto appariscente è il distacco tra il colore del mantello e la veste rossa che la Madonna indossa. L’opera non rappresenta solo una madre che tiene sulle ginocchia il proprio bambino, ma la Madonna che venera, con le mani giunte, la divinità della sua creatura, da lei data alla luce, ma nella realtà Figlio di Dio.
Il restauratore Luigi Colombini ha esposto le varie fasi del suo intervento che non è stato solo di ripulitura, riportando l’opera alla sua policromia originale, ma di ricostruzione di alcune parti mancanti, di saldatura per altre, con aggiunta di stucco bi-componente colorato. È stato un lavoro complesso, che ha richiesto molta attenzione, molta esperienza, molta cura nel valutare e nel scegliere le tecniche idonee per l’intero ripristino. Luca Macchi ha sottolineato quanto l’incisività dell’arte, in una città come San Miniato, sia sempre stata la linfa vitale della sua originale vocazione e della sua dedizione alla conoscenza, attraverso lo studio e la cultura.
Nell’occasione, un plauso è stato attribuito al lavoro della dottoressa Barani che, con professionalità e con passione, gestisce il grande patrimonio artistico della nostra diocesi di cui le nostre chiese sono adornate. Ora l’opera «La Madonna con il Bambino», proveniente dalla chiesa di Isola ed ancor prima da un piccolo oratorio di campagna, da cui sembra sia stata “strappata”, arricchisce, con la propria ricchezza di forme e di colore, il nostro Museo Diocesano.