Tra pochi giorni anche il mese novembre ci sta per lasciare. Ma ci lascia con l’invito a prepararci, attraverso un periodo di quattro settimane, con riflessioni e preghiere, all’evento del Natale. Il periodo che stiamo iniziando, la liturgia lo chiama Avvento, dal vocabolo latino “adventus” che significa “arrivo”, “venuta” ed era originariamente riferito all’assunzione da parte di una persona di altissime cariche pubbliche, di un trono o di un notevole posto di potere.
Nella liturgia cristiana con questo vocabolo si indica il periodo di preparazione alla venuta del Signore, che non siederà su un trono terreno decorato d’oro e brillanti, ma avrà una posizione di Maestro per realizzare quel disegno che Dio ha preparato per ciascuno di noi. Tutte le letture di queste quattro settimane si imperniano sull’attesa di questa universale venuta: «In quel giorno un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di Lui si poserà lo Spirito del Signore, spirito di Sapienza e di Intelligenza, spirito di Consiglio e di Fortezza, spirito di conoscenza e di Timore del Signore» (Is 11, 110).
Il profeta Isaia ci presenta un uomo che, per le sue caratteristiche divine, volute e donate dal Padre, si erge come maestro per la nostra formazione non solo cristiana, ma totale. Riusciamo oggi ad ascoltare i suoi insegnamenti, a seguirlo, a camminare con Lui, seguendo con Lui un percorso di pace, di offerta, di reciproco aiuto, di comprensione nelle difficoltà della vita, nella gioia del dono? II ritmo della vita attuale sempre più convulsa, complessa, ci portano a “compiuterizzare”, classificare, neutralizzare, assicurare il nostro vivere quotidiano e la parola del Maestro scompare, anzi sembra di impedimento e la strada si fa sempre più irta di sassi e macerie.
Per il cristiano questo non dovrebbe avvenire, poiché quel Bambino adagiato in una mangiatoia, privo di una confortevole calda culla, impone, se veramente accolto, un radicale cambiamento che spezza e trasforma la nostra “routine” quotidiana. Ci conduce su un percorso pianeggiante, fresco, dove le difficoltà vengono alleviate e superate dalla forza interiore di un cuore nuovo e da una mente guidata razionalmente dagli insegnamenti di quel Bambino fattosi Maestro.
Come ogni anno, nell’esteriorità del momento magico natalizio, ci prepariamo ad una festa con luci, addobbi, canti, creando un’atmosfera di gioia che rinvigorisce il nostro animo molte volte avvolto e depresso da pessimismo, mentre la parola del Signore-Maestro passa inosservata quasi dimenticata. Il Signore, ricordiamo non è venuto e non viene nel rumore: è venuto nella Pace e per la Pace. La Pace non è solamente una parola, ma una realtà di vita che si contrappone ad una società intessuta di violenza e di oppressione dell’uomo sull’uomo. Oggi abbiamo bisogno di questa Pace per riunire gli uomini dispersi dall’egoismo e fare di tutti un unico popolo pacifico in cammino verso una società rispettosa e rivolta al bene comune di tutti. L’Avvento ci dà la possibilità di raggiungere questo fine.