«Le guerre le decidono i potenti ma le pagano i popoli…»… Eravamo in tanti a Roma, sabato scorso, per dire che le persone vogliono riprendersi dai potenti la delega a decidere sulla guerra e sulla pace. Il popolo, la gente, vuole la pace! La vogliono le persone che soffrono oggi sotto le bombe, la vogliono tutti coloro a cui i conflitti portano solo povertà, fame e miseria.
Il 5 novembre, nella Capitale, c‘era una folla multicolore di giovani, di meno giovani, di persone anziane, che insieme a numerose associazioni e movimenti si sono ritrovate e hanno sfilato per raccontare la loro voglia di un mondo altro, di un mondo finalmente pacificato. Le parole di papa Francesco – «Tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste e stabili» – ci hanno accompagnato e sono state richiamate anche dagli organizzatori come emblema dell’iniziativa. Partecipava anche una rappresentanza della nostra Caritas diocesana: c’erano alcuni membri dell’equipe e i volontari della parrocchia di Ponsacco accompagnati dall’assessore del Comune di Ponsacco Stefania Macchi; in questo modo abbiamo voluto evidenziare che la Chiesa di San Miniato e il nostro territorio sono attenti e vigili sui temi della pace. Ed è stato bello vedere come tanta gente, in questo momento storico, stia chiedendo la cessazione di tutte le ostilità attraverso il blocco della vendita delle armi e mediante il riconoscimento delle ragioni della giustizia e del diritto.
Le guerre accadono perché si vendono le armi, perché dietro a questo commercio di morte ci sono inconfessabili e vertiginosi interessi economici, come papa Francesco stesso denuncia da anni: lo ha fatto in modo ineludibile nella «Laudato si’» e nella «Fratelli tutti», asserendo che bisogna smettere di porre l’economia e il profitto alla base delle politiche di governo del mondo. A Roma, sabato scorso abbiamo incontrato tanti amici che come noi s’impegnano e lottano per un mondo più giusto, per un mondo di pace: don Luigi Ciotti, padre Alex Zanotelli, le tante associazioni del mondo cattolico come le Acli o la Comunità di sant’Egidio, che insieme a una galassia di movimenti, enti e liberi cittadini erano lì per difendere l’aspirazione e il diritto alla pace. C’erano anche rappresentanti della politica, ma senza simboli di partito, perché sulla pace non si possono e non si devono creare divisioni, l’impegno deve essere trasversale, per difenderla e per mantenerla.
È stato bellissimo vedere piazza San Giovanni riempita dei multiformi colori della pace; questa piazza che ha visto tante volte iniziative e manifestazioni in difesa dei diritti dei lavoratori e che in un tiepido pomeriggio di inizio novembre si è ritrovata di nuovo unita nel nome della pace e per lanciare il proprio grido di denuncia all’indirizzo di chi – per interessi propri – semina morte e distruzione.