Venerdì 17 gennaio u.s. abbiamo vissuto una serata speciale per la presenza del vescovo Carlo Ciattini che agli inizi dell’anno 2000, allora parroco di San Pietro alle Fonti a La Scala di San Miniato, si stava muovendo con alcuni di noi per fondare il Serra Club nella diocesi di San Miniato, Club che poi vide effettivamente la lue nel mese di giugno di quello stesso anno. Sono passati bene 25 anni da quei giorni! Don Carlo è stato nostro Cappellano dal 2000 sino al 2011 quando fu fatto Vescovo delle Diocesi di Massa Marittima-Piombino. Da allora, con regolarità, torna assai volentieri a trovarci e a spezzare con noi il pane la parola nell’Eucarestia e nella familiarità della convivialità.
L’incontro è iniziato con la Santa Messa parrocchiale di Sant’Antonio abate durante la quale è tradizione benedire il pane. Alla Messa solenne è seguita un conviviale con quasi tutti i soci e alcuni che presto lo diventeranno. Una bella serata in gioiosa fraternità cui è seguito un intervento del vescovo Carlo sul tema sociale dell’anno: “Silenzio, ascolto e comunicazione: verso relazioni autentiche”.
Tale tematica, sembra, per molti aspetti, ispirata proprio all’ultima Lettera Pastorale del Vescovo Carlo alla sua Diocesi (dal titolo: “Ora, coraggio! Non temete, io sono con voi”), dove si sviluppa la questione dell’ascolto e del silenzio e dove si è pressante il richiamo alla necessità di relazioni autentiche come base per la realizzazione della pace vera. Si legge infatti nella sua lettera: “Senza mettersi in ascolto, senza appartarsi e vivere il silenzio che solo ci rende capaci di ascoltare Dio e l’uomo, obblighiamo gli altri a stare al nostro gioco e così aumentiamo i presupposti per le divisioni e le guerre piccole e grandi, tra individui, nelle famiglie, tra le nazioni.” E ancora: “Dobbiamo non stancarci di ascoltare e di ascoltarsi, solo così si costruiranno, su fondamenti solidi, le nostre comunità, equipaggiate per le sfide che si delineano all’orizzonte della nostra storia.” E cita a questo punto un intervento di Papa Francesco (tratto dal Messaggio per la 56ma giornata mondiale delle comunicazioni sociali) dove dice che «Dalle pagine bibliche impariamo che l’ascolto non ha solo il significato di una percezione acustica, ma è essenzialmente legato al rapporto dialogico tra Dio e l’umanità. «Shema’ Jisrael – Ascolta, Israele» (Dt 6,4), l’incipit del primo comandamento della Torah, è continuamente riproposto nella Bibbia, al punto che San Paolo affermerà che «la fede viene dall’ascolto» (Rm 10,17). […] L’ascolto corrisponde allo stile umile di Dio. […] L’uomo, al contrario, tende a fuggire la relazione, a voltare le spalle e “chiudere le orecchie” per non dover ascoltare. Il rifiuto di ascoltare finisce spesso per diventare aggressività verso l’altro, come avvenne agli ascoltatori del diacono Stefano i quali, turandosi gli orecchi, si scagliarono tutti insieme contro di lui (cfr. At 7,57). […] Per questo Gesù chiama i suoi discepoli a verificare la qualità del loro ascolto. “Fate attenzione dunque a come ascoltate” (Lc 8,18): così li esorta dopo aver raccontato la parabola del seminatore, lasciando intendere che non basta ascoltare, bisogna farlo bene. Solo chi accoglie la Parola con il cuore “bello e buono” e la custodisce fedelmente porta frutti di vita e di salvezza (cfr. Lc 8,15). Solo facendo attenzione a chi ascoltiamo, a cosa ascoltiamo, a come ascoltiamo, possiamo crescere nell’arte di comunicare, il cui centro non è una teoria o una tecnica, ma la “capacità del cuore che rende possibile la prossimità” (Esort. ap. Evangelii gaudium, 171)»[1].
Il Vescovo Carlo ha così avuto gioco facile nello sviluppare argomentazioni relative al nostro tema sociale e a stimolare il nostro interesse e dibattito che con questo incontro abbiamo iniziato ad affrontare. Concludendo il suo intervento, ha però sottolineato ancora come prima di tutto, specie in questo nostro tempo, vi sia l’urgenza del silenzio, per ascoltare l’Altro con la A maiuscola che ci permette di ascoltare poi noi stessi in primis e anche gli altri che ci affiancano nel nostro pellegrinaggio terreno per divenire “giorno dopo giorno, come ebbe a dire papa Francesco, «silenziosi artigiani della cultura della prossimità e della tenerezza»[2].”
[1] FRANCESCO, Messaggio per la 56ma giornata mondiale delle comunicazioni sociali, 22.I.2022.
[2] Udienza alle delegazioni della Lombardia, 20.VI.2020.