In un film di qualche anno fa, il sempre magistrale Al Pacino argomentava con convinzione che l’anima delle persone si può riconoscere principalmente dalle scarpe che indossano: «Le scarpe sono lo specchio dell’anima!». Metafora cinematografica intonata con il progetto di consegna di 320 paia di scarpe che Poteco (il Polo Tecnologico Conciario di Santa Croce) ha fatto alla Caritas della diocesi di San Miniato.
Attenzione! Non stiamo parlando di scarpe dozzinali, ma di altissimo artigianato locale, una produzione estetica di autentica eccellenza mondiale. Scarpe fabbricate con cura e dovizia dai ragazzi apprendisti, che hanno lavorato sotto l’occhio attento di vecchi maestri calzaturieri, frequentando tra 2017 e 2018 i corsi finanziati dalla Regione Toscana con i Fondi sociali europei, cui hanno partecipato insieme a Poteco, anche Toscana Manifatture e l’agenzia Forium. Il materiale prodotto in questi corsi è di proprietà della Regione Toscana e non può in nessun modo essere commercializzato o alienato senza giustificato motivo.
Si è dunque posto da subito il problema di cosa farne. L’idea di fare una donazione alla nostra Caritas, per i più bisognosi, per i più poveri, è brillata da subito come plausibile. Al progetto è stato dato il nome suggestivo di «Scarpe in cammino», sia perché le scarpe camminano, sia perché a fabbricarle sono stati ragazzi che stanno facendo un loro personale cammino di esperienza e d’ingresso nel mondo del lavoro, sia – soprattutto – perché chi le indosserà, i poveri, sono chiamati ad un loro personale cammino di riscatto. Come ha sostenuto il sindaco di Santa Croce, Giulia Deidda: «Qui la politica tocca il suo punto più alto», perché attraverso il lavoro conferisce dignità alle persone e si prende cura dei bisogni dei più svantaggiati.
Le conclusioni del direttore della nostra Caritas don Armando Zappolini, narrano di una bella sinergia tra istituzioni, enti caritativi e comunità civile: «È facile immaginare – ha affermato don Armando – che le persone cui doneremo queste calzature, non avrebbero mai potuto permettersi manifatture di questo livello. Nei nostri 14 centri di ascolto diocesani diamo diritto di cittadinanza alla fatica di tante persone, alle quali cerchiamo di dare risposte concrete. Soprattutto cerchiamo di risvegliare la coscienza dei cristiani ad avere uno sguardo di attenzione e compassione verso tanti fratelli più sfortunati. Purtroppo la povertà è resa ancor più pesante quando diventa invisibile, quando chi ti sta accanto non ha occhi per vedere il tuo dramma. È chiaro che siamo in presenza di un progetto così importante, che coinvolge Regione Toscana, Fondi sociali europei e questo distretto produttivo, orgoglio di noi tutti. Ringraziandovi, posso dirvi che queste scarpe presto cammineranno e saranno ai piedi di persone che nella loro fatica di vivere non avrebbero mai avuto qualcosa di così bello», perché anche nella bellezza c’è una giustizia. E se, come recita il capitolo 25 di Matteo, in ogni povero si nasconde il profilo nascosto e sfolgorante del Cristo, con il dono di queste scarpe avremo avvicinato un po’ di più quell’eccentrica metafora di Al Pacino alla vita.
*Le scarpe saranno messe a disposizione degli utenti dei Centri di distribuzione parrocchiali Caritas già a partire dalle prossime settimane.