Il 5 ottobre è la festa liturgica di santa Faustina Kowalska, la mistica polacca morta nel 1938 a cui Dio affidò il compito di far conoscere al mondo la Divina Misericordia. Una devozione che ha ricevuto un forte impulso grazie a Giovanni Paolo II, che stabilì si celebrasse la festa della Divina Misericordia ogni anno nella domenica dopo Pasqua. Forse non molti sanno che nel santuario di Santa Maria delle Vedute a Fucecchio sono conservate alcune importanti reliquie santa Faustina, arrivate da Cracovia nel 2018 grazie al parroco don Giorgio Rudzki.
Sono sensibile ad ogni battito del tuo cuore. Sono assetato del tuo amore». Potrebbero essere le parole di un innamorato alla sua donna… e non ci sarebbe niente di sorprendete. Sono invece parole di Gesù, rivolte a santa Faustina Kowalska, la suora e mistica polacca, morta nel 1938 a 33 anni, a cui Dio affidò il compito di far conoscere al mondo la Divina Misericordia. Un breve inciso che basta a dare le vertigini se solo si riflette, anche solo per un attimo, che nell’esperienza mistica, così come nella Scrittura, le parole che Dio rivolge a un’anima sono rivolte a tutte le anime, e quindi anche a me e te che stai leggendo.
Se parliamo di santa Faustina non è solo perché questo giovedì 5 ottobre si è celebrata la sua festa liturgica, ma anche perché – e questo è un fatto che pochi sanno – nella nostra diocesi, e precisamente nel santuario di Santa Maria delle Vedute a Fucecchio, sono custodite alcune sue reliquie dette di “primo grado”; per la precisione frammenti delle ossa. Arrivarono in Italia direttamente da Cracovia la domenica 8 aprile 2018, esattamente il giorno in cui si celebrava la festa della Divina Misericordia. Un privilegio grande per il santuario fucecchiese, in quanto questo tipo di reliquie abitualmente vengono concesse soltanto alle parrocchie dedicate alla Divina Misericordia, a Gesù Misericordioso o alla santa stessa. Per farci raccontare tutta la vicenda e la devozione che ha suscitato il loro arrivo a Fucecchio, siamo andati a trovare il parroco di Santa Maria delle Vedute don Jerzy Rudzki, per tutti don Giorgio, 59 anni originario di Chelm in Polonia.
«Quando ero in seminario a Lublino, a metà degli anni Ottanta – ci confida don Rudzki -, il nostro padre spirituale ci portò un giorno in pellegrinaggio a Cracovia, per farci conoscere la figura di santa Faustina e la devozione alla Divina Misericordia. All’epoca il culto della Divina Misericordia era solo locale e confinato alla diocesi di Cracovia». A Cracovia i giovani seminaristi di Lublino, venendo a conoscere da vicino la storia e le rivelazioni fatte da Gesù alla Kowalska, s’innamorarono di questa devozione. «Decidemmo allora – prosegue don Giorgio – di portare con noi in seminario una riproduzione del dipinto di Kazimirowski (nella foto), oggi celeberrimo, assumendoci al contempo l’impegno di recitare ogni sera davanti a questo quadro la coroncina alla Divina Misericordia».
Don Giorgio arrivò poi in Italia nel 1993, quando aveva 29 anni, e in tutte le parrocchie dove ha prestato servizio si è sempre speso per far conoscere questa devozione, come a Fucecchio dove è parroco dal 2011. La richiesta delle reliquie è arrivata successivamente ed è stata indirizzata direttamente alla madre generale delle suore della Congregazione della Beata Vergine Maria della Misericordia di Cracovia, l’ordine di cui faceva parte suor Faustina. «È una cosa che richiesto del tempo perché fosse esaudita» racconta. Una volta ottenuto il benestare da Cracovia, fu don Giorgio stesso a portarle in Italia. E a tal riguardo ci racconta un episodio significativo che gli capitò proprio alla dogana aeroportuale in «S Polonia: «Al varco di controllo scattò l’allarme… Era il metal detector che segnalava qualcosa di anomalo e non previsto. Le guardie chiesero di ispezionare il mio bagaglio. Io aprii il contenitore con le reliquie e – di colpo – come videro il reliquiario, stupiti e insieme intimoriti, si tirarono indietro, quasi con grande reverenza. Lo fecero senza nemmeno sapere di fronte a cosa si stessero ritraendo; avevano però intuito la presenza di qualcosa di grande. Spiegai loro che si trattava delle reliquie di santa Faustina e allora mi fecero passare senza porre ulteriori questioni. Fu davvero un grande segno».
Le reliquie vengono esposte alla venerazione dei fedeli tutti i venerdì, quando al termine della Messa vespertina viene recitata la coroncina della divina Misericordia. Sono custodite nella canonica del santuario secondo le condizioni richieste dalla Congregazione delle Suore che le hanno concesse. «Nel nostro cammino di fede di parrocchia questa presenza è un grande dono che la Provvidenza ci ha fatto. In generale noto – dice ancora don Giorgio – che il venerdì c’è una partecipazione alla liturgia che è doppia rispetto agli altri giorni feriali. È una devozione molto sentita qui da noi».
In quell’aprile del 2018 la notizia dell’arrivo delle reliquie arrivò anche alla redazione romana di Tv 2000 che inviò immediatamente nel Valdarno una troupe per girare un servizio televisivo. Servizio che ancora oggi viene mandato in onda sulla tv della Cei a cadenza ciclica, più o meno ogni sei mesi. E ogni volta, a ogni messa in onda, si rinnova un piccolo prodigio che è lo stesso don Giorgio a testimoniarci: «Finita la trasmissione, il telefono del santuario incomincia immediatamente a squillare: circa 40-50 telefonate ogni volta. Sono persone che chiamano da tutta Italia e che vogliono saperne di più. Nei giorni successivi poi prendono ad arrivare qui persone da tutta la Toscana, anche da luoghi molto distanti da Fucecchio».
Chiedo a don Giorgio se ha notizie di grazie particolari concesse per intercessione di santa Faustina a persone che sono venute a pregare davanti alle reliquie: «Essendo questo un santuario – racconta – sono tante le grazie che vedo. Si tratta soprattutto di grazie spirituali, in particolare grazie di conversione. Qui c’è l’aiuto potente della venerata immagine della Madonna delle Vedute e c’è senz’altro un concorso anche di santa Faustina».
Gli domando che cosa lo stupisce di più nell’esperienza mistica di santa Faustina. Ci riflette un po’ e poi sicuro mi dice: «Era una ragazza del popolo… semplice e analfabeta. Non sapeva cosa fare della propria vita. A un dato momento le arriva questa chiamata infinitamente più grande di lei. È tormentata, ha queste visioni di Gesù misericordioso. Infine si abbandona completamente a lui ed entra in convento. La sua è stata una vita di calvario, anche perché le consorelle inizialmente facevano fatica a credere alle sue esperienze mistiche. Ma è la strada dei santi, una strada piena di sassi e di fatiche. Per cui direi che mi colpisce questa sua semplicità disarmante nell’arrendersi al Signore».
Prima di salutarlo gli chiedo cosa ha portato la devozione alla Divina Misericordia nella sua vita spirituale: «Questa devozione mi connota oramai da 40 anni, avendola conosciuta al mio secondo anno di seminario, e quello che è nato in modo discreto, quasi ordinario, quel giorno a Cracovia è rimasto sempre in me e ha accompagnato tutto il mio cammino, sicuramente arricchendolo. Vivo ogni giorno con questa certezza: che Dio è misericordioso e buono, e perdona le nostre miserie. Anche nella mia missione pastorale sono influenzato da questo essere servo della misericordia di Dio. Quando parlo della Divina Misericordia infatti avverto sempre nel cuore una gioia e una dolcezza che mi riempie. Questa devozione la sento come un grande aiuto e un grande conforto nella vita sacerdotale. La Misericordia di Dio è semplice ed è per tutti».