Si è concluso a Roma il 2° convegno nazionale dei referenti sinodali. A rappresentare la nostra diocesi c’era don Francesco Ricciarelli. I 253 coordinatori provenienti da tutte le diocesi italiane si sono confrontati sul documento di sintesi stilato a partire dalle oltre 200 relazioni giunte sul tavolo della segreteria Cei. I referenti si sono riuniti anche per una verifica a livello regionale sul cammino compiuto nelle diverse diocesi. I toscani si sono incontrati sotto la guida del delegato Cet monsignor Fausto Tardelli.
Che fine hanno fatto le sintesi, frutto del lavoro dei gruppi sinodali che nei mesi scorsi hanno impegnato parrocchie, gruppi, movimenti e organismi di partecipazione ecclesiale della nostra diocesi?
Sono stati 76 i documenti giunti sul tavolo della nostra segreteria per il Cammino sinodale, che abbiamo poi sintetizzato in un testo di 8 pagine inviato lo scorso 30 aprile a Roma. La nostra sintesi ha cercato di raccogliere tutti i temi emersi dalla condivisione avvenuta nei gruppi, articolandoli in quattro capitoli: il cammino svolto, le esperienze positive di sinodalità segnalate dai partecipanti, i punti di forza, gli ostacoli e le ferite, e infine i prossimi passi da compiere nella prospettiva del “camminare insieme”.
Con la nostra sono arrivate a Roma 219 sintesi, di cui 200 dalle diocesi e 19 da enti diversi. A partire da queste sintesi, un gruppo di 20 lettori, coordinato dal sottosegretario della Cei, don C Valentino Bulgarelli, ha stilato il «Testo di servizio al termine del primo anno della fase di ascolto», su cui la scorsa settimana si sono confrontati i referenti che hanno partecipato al convegno nazionale svoltosi a Roma da venerdì 13 a domenica 15 maggio. L’evento ha visto la presenza di 253 referenti diocesani e di numerosi vescovi delegati dalle conferenze episcopali regionali. Per la Toscana era presente il vescovo di Pistoia, monsignor Fausto Tardelli. Il “testo di servizio” – non un documento ufficiale con pretese di completezza ma un cantiere aperto su cui i referenti hanno lavorato – è stato apprezzato da tutti per l’organica e intelligente restituzione dell’abbondante materiale giunto dalle diocesi, suddiviso in dieci nuclei tematici, esposti in altrettanti capitoli: Ascoltare (il punto di partenza per una Chiesa che cammina insieme); Accogliere (costruire una comunità fraterna e inclusiva); Relazioni (stare nella realtà con lo stile dei compagni di viaggio); Celebrare (Parola e Spirito per camminare insieme); Comunicazione (comunicare tra contenuti e relazioni); Condividere (camminare insieme con carismi e ministeri diversi); Dialogo (con l’umano e le sue culture); Casa (un luogo familiare, una tenda per il cammino); Passaggi di vita (prendersi a cuore le esistenze delle donne e degli uomini); Metodo (condividere la strada per camminare insieme). Suddivisi in gruppi di dodici, i referenti hanno letto il testo di servizio nella sua interezza e hanno lavorato in particolare su due nuclei tematici per ogni gruppo, non per integrare i relativi capitoli (occorreva infatti rispettare quanto emerso dal lavoro nelle diocesi) ma per individuare le “idee generative” e apportare eventuali correzioni e migliorie. Nel gruppo di cui facevo parte come referente della nostra diocesi, la discussione verteva sui nuclei dell’Accoglienza e del Dialogo che hanno provocato un confronto intenso e vivace, viste anche le diverse sensibilità presenti (dalle più “spinte” alle più conservatrici). Si è giunti comunque a conclusioni condivise, alcune delle quali sono state accolte nella rielaborazione del testo, riconsegnato all’assemblea plenaria al termine del convegno.
In generale gli aspetti più controversi rimasti “irrisolti” – e che sono stati segnalati come tali in note a pie’ di pagina – sono stati la pietà popolare e il ruolo delle donne nella Chiesa. In particolare, riguardo al primo punto, il lavoro dei gruppi ha sottolineato i potenziali aspetti critici: sono state evidenziate luci e ombre nei diversi contesti locali e la necessità di discernere quando la pietà popolare rappresenti un’opportunità e quando un ostacolo nel cammino di una fede adulta.
Riguardo al tema delle donne, le proposte dei convegnisti sono andate spesso in direzione diversa rispetto alla maggioranza delle sintesi diocesane. Un problema specifico è stato individuato nel linguaggio, da alcuni considerato troppo “rivendicativo”, ampiamente presente nei contributi ricevuti a sostegno di una effettiva corresponsabilità delle donne nella vita della Chiesa. Una tensione questa che richiede di essere ulteriormente approfondita dal punto di vista pastorale e teologico. Non è mancato, poi, l’incontro dei gruppi regionali, in cui i vescovi delegati hanno raccolto dalla viva voce dei referenti testimonianze sull’effettivo svolgimento di questa prima fase del cammino sinodale nelle diverse Chiese locali.
Gli approcci sono stati molteplici: in alcune diocesi si è puntato a coinvolgere maggiormente i laici, in altre si è fatto più affidamento sulla collaborazione dei parroci; in alcuni casi la consultazione ha riguardato quasi esclusivamente le parrocchie, in altri c’è stato un coinvolgimento delle scuole, attraverso gli insegnanti di religione, e un tentativo di dialogo col mondo del lavoro. Una ricchezza di approcci e di esperienze che giungerà, insieme al “testo di servizio”, sul tavolo dei vescovi italiani durante la prossima assise. Come proseguirà la fase “narrativa” nelle Chiese locali? Questa è stata la domanda conclusiva emersa dall’assemblea dei referenti. La risposta è stata affidata a monsignor Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola, membro del Gruppo di coordinamento nazionale del Cammino sinodale: «Non sarà una mera riproposizione delle stesse questioni – ha detto -. I vescovi individueranno delle priorità a partire da quanto emerso da questo primo anno di ascolto». Su queste priorità verterà il secondo anno della fase narrativa, poi si passerà alla fase sapienziale che consisterà in un approfondimento teologico di ciò che lo Spirito ha detto alle Chiese.