La comunità cristiana è luogo di aggregazione nella espressione liturgica, nella dimensione comunitaria e di educazione, nella promozione della solidarietà e della carità.
L’esperienza dei mesi difficili di questo anno e mezzo, segnati da difficoltà legate alla diffusione del virus Covid-19, la malattia, tanti lutti hanno comportato a livello ecclesiale l’esperienza delle chiusure, anche della vita pastorale, e poi delle molteplici restrizioni nel riprendere la vita di comunità.
Ora, dopo la proficua esperienza estiva in cui tante attività sono riprese, soprattutto quelle di carattere educativo rivolte a ragazzi, adolescenti e giovani, è necessario condividere alcune attenzioni per far fronte ai rischi della pandemia e contribuire responsabilmente, come comunità, al contenimento della diffusione del virus.
La comunità cristiana, insieme a tutti coloro che al suo interno vivono forme di responsabilità, ha il diritto e dovere di proteggere la propria salute e di tutelare quella altrui. E’ importante che le nostre comunità e le diverse occasioni in cui ci si può radunare avvenga in piena sicurezza e per questo ci sentiamo impegnati a livello comunitario.
Uno strumento importante e decisivo per contrastare il Covid-19 è il vaccino.
Molteplici sono gli interventi autorevoli che ci invitano a fare la nostra parte.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, lo scorso 20 agosto, al Meeting di Rimini ha affermato: “La responsabilità comincia da noi. Vaccinarsi – tra i tanti esempi – è un dovere non in obbedienza ad un principio astratto, ma perché nasce dalla realtà concreta che dimostra che il vaccino è lo strumento più efficace di cui disponiamo per difenderci e per tutelare i più deboli e i più esposti a gravi pericoli”.
Questo intervento è stato preceduto, il 18 agosto, dalle parole di Papa Francesco che nel videomessaggio ai popoli dell’America latina ha detto che “vaccinarsi, con vaccini autorizzati dalle autorità competenti, è un atto di amore. E contribuire a far sì che la maggior parte delle persone si vaccini è un atto di amore. Amore per se stessi, amore per i familiari e amici, amore per tutti i popoli”.
A questo proposito si è espressa la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana in una nota dell’8 settembre 2021: “La tematica è complessa e la nostra riflessione dovrà rimanere aperta. L’appello del Papa, tuttavia, interpella le coscienze di tutti e, soprattutto, di chi è impegnato nell’azione pastorale delle nostre comunità. Siamo, dunque, chiamati a rispondere per primi a ‘un atto di amore’ per noi stessi e per le comunità che ci sono affidate”.
Certamente anche i test diagnostici più affidabili e accessibili sono un valido strumento a cui si può fare affidamento.
Allo stesso tempo rimane essenziale continuare anche a mantenere le buone pratiche di prevenzione: uso corretto della mascherina, distanziamento di almeno un metro, disinfezione delle mani, areazione e igienizzazione degli ambienti.
È alla luce di queste considerazioni e con la responsabilità di tutelare la salute nostra e di tutti nella vita comunitaria ecclesiale che dispongo quanto segue con entrata in vigore dal 1° ottobre 2021.
Gli operatori pastorali
Gli operatori pastorali che svolgono un servizio stabile e continuativo (ad esempio: vescovo, presbiteri, diaconi permanenti, accoliti, ministri straordinari della comunione, catechisti, educatori, animatori, coristi, operatori della carità, volontari dell’accoglienza, chi svolge un lavoro di segreteria parrocchiale, sacrestani, personale sanitario e volontari delle case di riposo legate alla diocesi o di altre strutture di cura…) dovranno conseguire una delle seguenti situazioni personali:
- vaccino contro il Covid-19 con una dose da almeno 14 giorni o con entrambe le dosi;
- guarigione dall’infezione da Sars-CoV-2 da non oltre 180 giorni;
- esito negativo di un esame diagnostico per rilevare l’infezione da Sars-CoV-2 effettuato nei tempi determinati dalla attuale normativa (48 ore per i tamponi antigenici e 72 ore per il tampone molecolare).
La visita ai fedeli in pericolo di morte da parte dei ministri ordinati, in caso di urgenza, qualora non sia possibile ottemperare a quanto stabilito, è comunque consentita.
Tutti i soggetti di servizio pastorale sopra richiamati si impegneranno a rispettare le suddette disposizioni e potranno esibire il green pass qualora fosse loro richiesto da chi ha la responsabilità pastorale della comunità.
Incontri di carattere pastorale
Tenendo conto della legislazione generale in vigore:
Bambini, ragazzi, adolescenti, giovani minorenni: occorre richiedere ai genitori la firma del modulo “Patto di corresponsabilità tra parrocchia e genitori”, della “dichiarazione dei genitori sulla misurazione della temperatura” e il “modulo di iscrizione per la catechesi con liberatorie e gestione della privacy”. Tali procedure sono necessarie per gli incontri di proposta pastorale, di catechesi, di condivisione di cibo e anche per eventuali convivenze. Questa documentazione, reperibile sul sito della diocesi, ha validità per un anno.
Giovani maggiorenni e adulti: negli incontri, ritiri e/o convivenze, conviviali che si svolgono al chiuso è necessario verificare ogni volta il “green pass”. Gli incaricati a verificare l’accesso potranno scaricare l’applicazione “VerificaC19”. La parrocchia dovrà individuare, incaricare e preparare gli incaricati al controllo del “green pass”.
Anche nel caso in cui vengano date in uso sale parrocchiali per gruppi estranei alla attività pastorale (es. compleanni, incontri condominiali…) si dovrà verificare che l’accesso sia consentito solo a chi è in possesso di “green pass”, la cui verifica è a carico dell’ente organizzatore che si impegna con la parrocchia a rispettare queste clausole.
Celebrazioni liturgiche
Per quanto riguarda le celebrazioni liturgiche rimane in vigore quanto disposto dal Protocollo di Intesa tra Conferenza Episcopale Italiana e Governo Italiano del 6 maggio 2020, con i successivi aggiornamenti.
Si tratta cioè di attenersi alla igienizzazione delle mani, uso corretto della mascherina, divieto di accesso per chi avesse febbre oltre i 37,5°, distanziamento di almeno un metro, rispetto della capienza delle chiese (con attenzione ad eventuali modifiche e ampliamento della capienza massima, secondo le future normative statali), oltre alle attenzioni riguardanti la distribuzione della comunione (uso della mascherina e igienizzazione delle mani da parte del celebrante).
Per le processioni, di per sè possibili, occorre attenersi alle disposizioni già segnalate e cioè la presenza di un sufficiente servizio d’ordine che ponga attenzione ad evitare assembramenti, soprattutto in uscita e in ingresso della chiesa, distanziamento tra le persone di un metro e mezzo, uso della mascherina, igienizzazione delle mani, divieto di toccare immagini, simulacri, statue.
Nel caso in cui una persona rivelatasi successivamente positiva al Covid-19 abbia preso parte ad un incontro di catechesi o di pastorale la parrocchia seguirà le istruzioni dell’Autorità sanitaria e collaborerà con essa. Sarà l’Autorità sanitaria a disporre l’eventuale isolamento fiduciario di altri partecipanti.
Desidero ringraziare tutti per la collaborazione e la disponibilità ad osservare quanto qui indicato, una attenzione responsabile per il rispetto della comunità, per offrire garanzie di sicurezza e favorire così la partecipazione alle iniziative pastorali.
Anche questa modalità pratica ci consente di essere Chiesa che accoglie, Chiesa che annuncia, Chiesa che testimonia.
Augurando un proficuo anno pastorale.
San Miniato, 21 settembre 2021
Festa di S. Matteo Apostolo
+ Andrea Migliavacca
Decreto (PDF): » 2021_09_21 Ripresa attività pastorale in tempo di pandemia
Leggi anche: » 2021_09_08 Lettera CEI_Curare le relazioni al tempo della ripresa
A seguire, tutti i moduli scaricabili (word o PDF)
richiesti per l’iscrizione al Catechismo e per la verifica del Green Pass.