Si è da poco conclusa la 34ma Giornata mondiale della gioventù a Panama e ciò che mi ha colpito maggiormente è stata una frase pronunciata da Papa Francesco durante l’udienza del 30/01: «I giovani non sono il “domani”, non sono il “frattanto”, ma sono l’oggi, l’adesso della Chiesa e del mondo». Finalmente qualcuno che ci dà importanza adesso, qualcuno che crede che possiamo cambiare qualcosa ora per dare un futuro migliore ai bambini di oggi e a quelli di domani! Papa Francesco è da subito piaciuto molto a noi under 30. I giudici più temuti siamo sempre noi giovani, perché abbiamo difficoltà ad avvicinarci al mondo cattolico e perchè non abbiamo peli sulla lingua, eppure, da un sondaggio che ho trovato sul web, pare che Bergoglio sia amatissimo da molti miei coetanei. Alcuni apprezzano il fatto che abbia scelto il nome Francesco, simbolo di umiltà e semplicità, altri lo trovano moderno per il fatto che è sia un tifoso di calcio che un appassionato di cinema, altri ancora lo ammirano perchè è partito “dal basso” (da giovane faceva infatti pulizie in una fabbrica).
La cosa più importante è che questo Papa può davvero dare inizio ad una nuova epoca, un’epoca in cui noi giovani abbiamo bisogno di una guida spirituale attenta ai nostri bisogni e a quelli dei più deboli. Perché siamo proprio noi i protagonisti di questo film importantissimo chiamato vita! Abbiamo degli antagonisti che tentano di distrarci e di farci dimenticare le parole del nostro copione, abbiamo delle comparse che silenziosamente giudicano il nostro operato, abbiamo dei partner, le nostre spalle destre, che ci spronano a continuare a diffondere i nostri pensieri, ma soprattutto abbiamo gli sceneggiatori (i preti, i vescovi e il Papa) e un favoloso regista (Dio) che ci suggeriscono le battute da dire, che indirizzano i nostri gesti e i nostri movimenti per cercare di renderci persone migliori.