Omelia della Messa della Notte di Natale (Cattedrale)
L’impero fa il censimento: il potere analizza, gestisce, controlla.
La povera gente va a farsi contare, obbedisce.
I poveri accettano i sacrifici del vivere.
Dio li ama tutti.
Povero tra i poveri, nasce Suo Figlio tra noi.
Una luce avvolge i pastori.
Gli angeli annunciano: «Non abbiate paura: è un bambino nato per voi».
Gli angeli riempiono il cielo e cantano.
I pastori vanno e adorano.
Noi andiamo con loro e torniamo bambini.
Qui, ora, è Natale.
Gesù che vieni, ti adoriamo.
Gesù che sei tra noi, ti imploriamo.
Avvolgici ora in quella luce.
Nella guerra che continua, dacci la pace.
Sei il sole che sconfigge ogni buio.
Sei l’amore che accende i cuori.
Sei la speranza che ci fa respirare.
Siamo qui, ti adoriamo, senza nulla da darti.
Solo la nostra debolezza.
Solo la nostra misera libertà.
Abbi misericordia di me.
Abbi misericordia di noi.
Abbi misericordia di tutti.
Il Giubileo che inizia ci faccia sperimentare la tua grazia.
Gloria a Dio nell’alto dei cieli: profondità di un Mistero senza fine.
Pace in terra agli uomini che Tu ami: tenerezza senza limite del tuo Cuore.
Gloria a Te, Padre di tutto.
Gloria a te, Spirito che dai la vita.
Gloria a Te Gesù, fratello e Signore nostro.
Maria, madre di Dio e madre nostra, porta noi, tuoi figli, a tuo figlio Gesù.
San Giuseppe, abbi cura della Chiesa nel mondo.
Santi tutti di Dio, aiutateci.
Amen.
Omelia della Messa del Giorno di Natale (Ponte a Egola)
La liturgia della notte di Natale è piena dello stupore e della tenerezza dei pastori che adorano il bambino nella notte di Betlemme (cfr. Lc 2,1-14). La liturgia di stamani, ossia del giorno, ci mette invece davanti al mistero di quell’evento – all’apparenza così umile – che si compie: Dio che viene nel mondo (cfr. Gv 1,1-18). San Giovanni nel prologo del suo Vangelo afferma: «Dio nessuno l’ha mai visto». Chi è Dio? Noi usiamo questa parola – “Dio” – per indicare quel “Tu” misterioso che fa tutte le cose, che ci dà la vita in ogni istante, ma nessuna mente è capace di capire chi è Dio. Giovanni aggiunge ancora: «Il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è Lui che lo ha rivelato» (Gv 1,18). Lo ha rivelato in questo modo sconvolgente e impossibile da immaginare: facendosi uomo. Questo vuol dire che la Totalità abbraccia l’universo intero (noi ci perdiamo solo a pensare alle dimensioni dell’universo), che tutto l’universo è contenuto dentro la divinità infinita e misteriosa di questo Padre. Anche il nome “Padre” ce lo ha rivelato Gesù, sennò davanti a Lui ci potremmo sentire come l’argilla nelle mani del vasaio, come dicono i salmi; cioè come una cosa davanti al suo padrone. E invece Gesù ci ha insegnato a dire «Babbo», a dire «Abbà» al Mistero che fa tutte le cose, perché ci ha rivelato che il mistero di Dio è amore infinito. È solo amore! […]