Natale è ancora lontano ma a San Romano sono già entrati in fase febbrile i lavori per assicurare, anche quest’anno, allo scoccare dell’8 dicembre, il più sontuoso e teatrale presepe allestito nel nostro Valdarno Inferiore. Un’opera realizzata ininterrottamente dal 1922 e che oggi, per dimensioni e mezzi coinvolti, è divenuto quasi «il» presepe per eccellenza, come hanno tenuto a sottolinearci negli anni precedenti parecchi visitatori rimbalzati da ogni dove in questo lembo della nostra Diocesi.
Si tratta di un lavoro realizzato con inusitata dedizione da un manipolo di volontari, che con certosina e monacale pazienza, di anno in anno, rinnovano questa fantasmagorica «macchina» dalle dimensioni monumentali. Per il prossimo Natale sono annunciate diverse, significative, novità: la prima e più importante riguarderà la grotta della natività, che diventerà una maestosa scenografia narrante, dentro la quale il visitatore sarà invitato ad entrare. Mi racconta Paolo Barro, coordinatore dei lavori e presidente della locale Misericordia, che l’originalità del presepe di San Romano è sempre stata quella di utilizzare materiali di scarto e di recupero: «Per realizzare le strutture, l’orografia e le casette usiamo tecniche povere e assolutamente artigianali. Non acquistiamo niente se non le statuine. Tutta la meccanica non proviene da negozi specializzati come altrove. I meccanismi sono realizzati e plasmati dalle mani del nostro geniale Giovanni Freschi, 83 anni, ferroviere in pensione che ha la capacità di animare un diorama grazie ai motori dei tergicristalli delle auto rottamate, o delle centrifughe delle lavatrici». E per quest’anno i compagni di lavoro hanno chiesto a Freschi di compiere un ennesimo “miracolo”, dando vita e movimento alle coorti dei legionari romani che si muoveranno a gruppi compatti all’interno della città di Gerusalemme.
Ogni anno l’energia e lo stimolo per portare a compimento un’opera di tali dimensioni, mi dice ancora Paolo Barro «è rimanere ogni ora di ogni giorno, per due interi mesi, concentrati sul pensiero che non lo stiamo facendo semplicemente per noi, ma per la nostra comunità parrocchiale, per il paese tutto e infine per le tantissime persone che dalla Valdera, fino a Firenze e Livorno ci seguono con affetto e interesse». Una cosa che strabilia e su cui non si riflette abbastanza riguardo all’allestimento è proprio la liturgica ritualità dei tempi di esecuzione, che iniziano canonicamente il 5 ottobre, all’indomani delle solenni celebrazioni per San Francesco, e vanno avanti con turni quotidiani, sia al mattino che alla sera, fino alla festa dell’Immacolata, l’8 dicembre appunto, giorno della solenne inaugurazione. Anche quest’anno al presepe di San Romano è legato il cosiddetto «Concorso dei presepini», riservato alle scuole primarie e dell’infanzia. Ci dice in proposito sempre Barro: «Come tutti gli anni, con il concorso vogliamo stimolare i nostri bambini a vedere nel Natale non solo un momento per la soddisfazione dei propri desideri, ma anche un motivo di riflessione per cogliere il messaggio di pace e fratellanza che Gesù ha portato agli uomini».
Gli Istituti che intendono partecipare e il numero dei lavori che si vogliono presentare, dovranno essere comunicati entro sabato 16 novembre. Le opere potranno essere eseguite, a discrezione degli autori, utilizzando qualsiasi tipo di materiale e consegnate improrogabilmente entro le ore 18.00 di martedì 5 dicembre. Tutti i lavori pervenuti saranno esposti a partire dall’8 dicembre nei locali del convento francescano di San Romano. I sei presepini vincitori saranno resi noti alla vigilia di Natale. Il premio consisterà in materiale didattico per la scuola.
Per maggiori informazioni contattare direttamente Paolo Barro al numero 338-6182422.