La Serra: Assemblea delle Caritas parrocchiali

Presentato il rapporto sulla povertà in diocesi

di Francesco Sardi e Antonio Baroncini

Dopo la presentazione del «Rapporto sulla Povertà (anno 2023)», all’Assemblea delle Caritas Parrocchiali della Diocesi di San Miniato, svoltosi nei locali della Parrocchia di La Serra, sono stati inseriti alcuni interventi specifici che riguardano il cammino fatto dalle Caritas dei vari vicariati nel mese di aprile. E tutto ciò è stato fatto alla presenza del vescovo, monsignor Giovanni Paccosi. Helga Conforti si è soffermata su un dato di fatto: «Le persone che si rivolgono a noi, spesso sono persone fragili. Nasce l’esigenza di ripensare gli spazi in cui Caritas opera affinché volontari e volontarie possano dare testimonianza con il loro servizio e fornire gli aiuti che le istituzioni non forniscono più». Ci sono alcune esigenze: «coinvolgere di più i parroci; stimolare i catechisti e le catechiste e i gruppi parrocchiali a conoscere l’operato della Caritas; formare una squadra che risponda ai bisogni di alta marginalità del territorio e promuovere le relazioni con le persone». Orietta Bacci si è fatta portavoce di un altro tema importante: la giustizia riparativa. Caritas, grazie alla convenzione con l’Ufficio per l’Esecuzione Penale Esterna mette a disposizione i propri servizi per accogliere le persone che sono state condannate alla messa in prova.

«Queste persone», ha detto Orietta Bacci, «cooperano in lavori socialmente utili che non sono retribuiti e che sono un bene per la collettività. Quello che abbiamo notato, però, è che manca un confronto con l’altro, la vittima dei reati. Questo fa in modo che la persona condannata quasi sempre, tornerà delinquere una volta terminata la messa in prova. Occorre creare una sorta di comunità riparativa. Noi Caritas dovremmo cercare uno spazio per dare vita all’ascolto, al reciproco riconoscimento supportato però dalla necessaria formazione dei mediatori».

L’intervento di Mimma Scagliano ha riguardato l’Abitare: «Nel 2023 abbiamo affrontato il disagio abitativo di donne e di donne con bambini creando due oasi abitative a Treggiaia e a Fucecchio. Quest’anno stiamo lavorando all’apertura di due centri coabitativi uno a Gello e uno a Montopoli». La novità del 2024 è che una squadra di volontari e volontarie si sta muovendo per la mappatura degli immobili di proprietà parrocchiali. «Chiediamo al vescovo di essere introdotti ad alcuni parroci in modo da vedere le potenziali situazioni abitative». Don Armando Zappolini, direttore Caritas Diocesana ha posto al primo posto il discorso sulla povertà educativa: «Oggi anche molti ragazzi italiani, figli di una famiglia con disagio non hanno accesso alle possibilità educative. Dobbiamo farcene carico come Caritas».

L’altra questione parte da un ulteriore dato di fatto: «Abbiamo 297 persone cattoliche accolte da Caritas. Come le coinvolgiamo con la loro fede?». Una richiesta è poi la seguente: «Chiedo ai volontari una disponibilità a far parte del Consiglio Diocesano» per poter portare avanti le esigenze Caritas che sono poi esigenze di tutta la diocesi. Il D discorso del progetto «Le 4 del pomeriggio» ha detto don Armando è un discorso ben riuscito: «L’esperienza con Peppe Diana a Casal del Principe; la visita alla Caritas ambrosiana; la settimana a Prataccio e poi la Chiesa di Fuori con l’educazione alla legalità. Il vescovo Giovanni Paccosi ha espresso soddisfazione per tutte le proposte e ha risposto positivamente, sottolineando che «lo scopo principale della Caritas diocesana non è rispondere a tutti i bisogni della società ma aiutare le nostre comunità a vivere la dimensione della carità come dimensione intrinseca della nostra fede». Essere Caritas non è un sogno: «Svolge il compito più importante: se non avessi voi come farei ad esprimere concretamente quello che è la Chiesa?», quello che è il progetto di Dio con ognuno di noi?


I dati sulla povertà in diocesi e il richiamo all’impegno e alla formazione dei volontari

La nostra Chiesa si fonda su due realtà che esprimono le fondamenta e la guida per noi cattolici: la Liturgia e Carità. Potrebbe essere così sintetizzato lo spirito dell’assemblea della Caritas diocesana svoltasi sabato 18 maggio nei locali della parrocchia di La Serra. «La carità non deve ridursi soltanto ad una buona azione verso chi ha bisogno, ma deve diventare il riferimento per ogni azione pastorale della comunità», ha affermato don Armando Zappolini, direttore della Caritas diocesana. Questo riferimento appare chiaro nel particolareggiato report che Michela De Vita ha presentato all’assemblea.

Dall’analisi del testo emergono dei numeri che pongono attenzione, riflessione e slancio di aiuto verso donne ed uomini in difficoltà. Nella nostra diocesi dal 2020 al 2023 il numero di utenti seguiti è cresciuto da 797 a 901, il numero di aiuti alimentari da 5273 nel 2020 è giunto a 8358 a fine 2023, il numero di interventi negli ambiti occupazionale, abitativo e socio/ educativo è salito in tre anni da 1023 a 1407. Sono cifre che denotano delle difficoltà oggettive e indicano uno stato sociale di non equilibrata giustizia. Altri dati fondamentali: quanto al genere, si registrano 557 accessi di donne rispetto a 344 uomini. La fascia di età prevalente è 35-54 anni. La principale tipologia di bisogno è quella economica (2982).

I dati completi sono illustrati nel «Rapporto sulla povertà nella diocesi» che a breve verrà inviato a tutte le parrocchie. Sono sufficienti questi dati per capire quanto sia necessaria la Caritas per supplire ai bisogni di molti nostri fratelli e sorelle nell’affrontare la vita quotidiana. Non sono solo parole queste, ma situazioni concrete che devono scuotere il nostro cuore ed aprirci al dono dell’aiuto. Immaginiamo di assistere al pianto di un bambino che guarda la sua mamma e che, singhiozzando dice: «Mamma ho fame!». La mamma, avvolta nel suo dolore, con il sorriso sulle labbra per dare speranza al bambino risponde: «Andiamo a prendere il cibo!».

Può apparire patetico questo esempio, ma nella realtà che si sta avverando in molti casi, esprime amarezza, forse anche rabbia ed ecco la Caritas che con i suoi empori, con sede a San Miniato Basso, Santa Croce sull’Arno, a Ponsacco e presto anche a Castelfranco, offre loro quel cibo indispensabile per vivere. Offrire cibo, però, non basta se non è accompagnato da quell’amore che Gesù ci insegna: «Amatevi gli uni gli altri» come Lui ama tutti noi. L’amore nasce da un cuore puro, poiché è nella purezza della nostra anima che nasce quel fuoco vivo, quel “disturbo” della carità che realizza la nostra umana spiritualità nella sua più alta perfezione. La carità è il vincolo di tutte le altre virtù, che anima, ispira e ordina il nostro cuore e la nostra mente verso il dono di offrire aiuto. Nella nostra diocesi abbiamo attualmente 130 volontari: troppo pochi per supplire alle richieste operative.

L’invito della nostra Caritas è alla formazione di volontari efficienti, dotati di una preparazione, non solo spirituale ma anche tecnica, che li metta in una condizione di offrire, ad esempio, aiuto nello scegliere, consigliare e provvedere ad avere una casa, valutare costi, supplire alle normative vigenti. La Caritas diocesana chiede aiuto, collaborazione, sensibilità verso queste situazioni, proponendo a tutti parroci, religiosi, uomini e donne di buona volontà, di rendersi disponibili con un risveglio di amore fraterno. «La carità, ci dice San Paolo, è paziente, è benigna; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta» (1Cor 13,4-7).