Il consigliere regionale Pieroni ha recentemente richiamato l’attenzione sul «mondo» delle scuole paritarie, messo a dura prova dal lockdown e dalla conseguente crisi lavorativa. Sono molte le famiglie che non saranno in grado, senza qualche forma di sostegno, di far fronte al pagamento della retta per i loro figli. Un problema che coinvolge 13 mila istituti scolastici a livello nazionale, 200 mila lavoratori, docenti e non docenti, e oltre 800 mila alunni. Il decreto «rilancio» del governo non ha previsto alcun tipo di aiuto a questo “mondo”: nessuna forma di detraibilità/deducibilità fiscale delle rette pagate dalle famiglie, nessun intervento economico per la disabilità degli alunni, nessuna risorsa per la didattica on line…
«C’è il rischio concreto – ha detto Andrea Pieroni – che il Coronavirus si porti via le scuole paritarie. Da tre mesi non possono contare sulle rette pagate dalle famiglie, il principale introito, con una ripartenza a settembre densa di nubi ed incertezze. Ma le spese ci sono ancora quasi tutte». Il consigliere regionale ha poi evidenziato come le scuole paritarie diano un apporto vitale al sistema scolastico nazionale e garantiscano quel pluralismo dell’istruzione che è sancito dalla Costituzione: «In un contesto nazionale incentrato, giustamente, sulla scuola pubblica – ha detto -, le scuole paritarie sono, da sempre, parte integrante del sistema educativo, garantendo il principio costituzionale del pluralismo dell’istruzione. Il loro apporto al sistema scolastico è prezioso, specialmente laddove – piccoli centri o aree rurali – la scuola pubblica non c’è, costituendo quindi l’unico presidio formativo e luogo di incontro e di aggregazione per le famiglie. La Regione Toscana, a partire dalla legge regionale 32/2002, ha messo in campo strumenti di sostegno alle scuole dell’infanzia paritarie. E, proprio per rispondere alle difficoltà di scuole e famiglie, ha anticipato ai comuni il contributo annuo destinato alle scuole dell’infanzia paritarie di oltre 2milioni e 100mila euro, cui si aggiungono le risorse per i buoni scuola destinati alle famiglie per più di 1 milione di euro. E dovremo provare a fare qualcosa in più. Del resto, proprio nella scuola dell’infanzia, le scuole paritarie sono una realtà importante. I numeri parlano chiaro: 13.865 iscritti in Toscana e 110 sezioni attive con 2200 iscritti in provincia di Pisa», ha sottolineato Pieroni. D’altra parte, occorre rilevare che le scuole paritarie non si limitano al settore dell’infanzia.
«Un prezioso servizio pubblico quello delle Paritarie, ha sottolineato il consigliere regionale, con circa 200.000 lavoratori a livello nazionale. Inoltre, alleviano non poco il bilancio statale. L’OCSE ha stimato in circa 6mila euro il costo ad alunno per lo Stato: si parla di alcuni miliardi di spesa che graverebbero sulle casse pubbliche se le scuole paritarie chiudessero. Le preoccupazioni manifestate da istituti e operatori di queste scuole, in un contesto di incertezza e di crescente difficoltà che include, sia chiaro, tutta la scuola italiana, sono più che legittime e comprensibili. È intanto positivo che nella versione definitiva del “decreto Rilancio” si sia data maggiore attenzione a questo comparto, portando a 150 milioni gli stanziamenti per le scuole paritarie. Resta comunque insufficiente l’attenzione che è stata data alla scuola nei provvedimenti finora adottati dal governo, che nel complesso della manovra “porta a casa” solo 1,5 miliardi, segno di un Paese che ancora non ha chiaro che investire sulla scuola significa investire sul nostro futuro».