La testimonianza è sempre una possibilità per rendere grazie a Dio del dono della vita, del dono della fede, del dono della sua Misericordia». Ha iniziato con queste parole Claudia Koll, lo scorso 1° settembre al santuario della Madonna a San Romano, il racconto del suo cammino di vita e di fede.
Per un’ora circa l’attrice romana, con parole intense e toccanti, interrotte in almeno tre occasioni da una visibile commozione, ha parlato del suo profondo percorso di conversione iniziato quasi venticinque anni fa, che ha trasformato radicalmente la sua esistenza.
Il dies natalisdella sua nuova vita in Cristo si verificò nel 2000, a 35 anni, esattamente il giorno in cui attraversò la Porta Santa durante l’Anno Giubilare. Un evento che segnò l’inizio di una nuova fase nella sua biografia, anche se in quel momento non era né una cristiana praticante, né cercava un cambiamento. Quel giorno, semplicemente, accompagnava un’amica americana in visita alla Basilica di San Pietro a Roma, e fu in quell’occasione che la prima scintilla si accese nel suo cuore, riaccendendo il legame con la Vergine Maria, a cui la nonna cieca l’aveva educata da bambina. Claudia ha ricordato con emozione la sua infanzia difficile, segnata dalla malattia della madre, contratta al momento della sua nascita a causa di una trasfusione di sangue infetto, e dalla perdita del nonno materno, morto tragicamente mentre cercava di procurarsi le medicine per la figlia. Questi eventi, uniti alla fede trasmessa dai nonni e dai genitori, hanno piantato in lei i primi semi di fiducia nell’esistenza della vita eterna. Il suo racconto ha note delicate, come quando confessa di aver avvertito una prima volta da ragazzina la chiamata di Dio, quando frequentava una scuola gestita da suore. In quegli anni fu particolarmente colpita dalla visione di un film sulle apparizioni della Madonna a Fatima, che risvegliò in lei un forte desiderio di stare vicino alla Vergine Maria e di vivere nella comunione con Dio e i santi… Passeranno ancora molti anni prima che questo accada. Poi la testimonianza dell’attrice screma decisamente e va all’essenziale, quando rivela che nei primi tempi della conversione l’esperienza della Grazia divina si fece più intensa quando si trovò a combattere «L contro il maligno. In quel periodo, il suo legame con la Parola di Dio divenne fondamentale. Partecipava alla Messa quotidiana e tornava a casa a trascrivere le letture, imparandole a memoria. Nel suo cammino spirituale sono presto divenuti significativi anche alcuni incontri, come quello con un padre francescano al Santuario della Rivelazione della Grotta delle Tre Fontane a Roma, che divenne in seguito il suo padre spirituale. La conversione ha poi attraversato altre fasi importanti, una delle quali è stata la scoperta della carità come dimensione fondamentale di vita: iniziò in un primo momento visitando malati di Aids e persone sofferenti, portandoli con sé alla Messa e offrendo loro il conforto della fede.
Drammatico e toccante il racconto di un’esperienza occorsale in quegli anni con una donna benestante, malata terminale di tumore, che si rammaricava profondamente per aver speso in tutta la sua vita ingenti patrimoni in gioielli. Questa donna aveva promesso a Dio che se le avesse fatto la grazia della guarigione, avrebbe donato tutto ai poveri. La donna non guarì, ma il suo cuore si trasformò, e alla fine i gioielli, donati all’attrice, furono venduti per aiutare i bisognosi. Nel tempo la carità è diventata il cuore del cammino spirituale della Koll, incarnando il messaggio del capitolo 25 del vangelo di Matteo; un progetto concreto di vita che l’ha portata a vivere anche esperienze significative in Africa, lavorando a stretto contatto con i salesiani e fondando l’associazione «Le Opere del Padre», con chiaro riferimento a Dio Padre di Misericordia. Questa associazione, che opera in Congo, Burundi e Italia, offre sostegno a persone in difficoltà, specialmente a quelle che vivono per strada.
Nel corso degli anni, l’attrice, proprio pensando a questi poveri- soprattutto ai senzatetto conosciuti qui in Italia -, oltre a prendersi cura dei loro bisogni materiali ha desiderato soccorrere anche ai loro bisogni spirituali, accompagnandoli spesso in pellegrinaggi a importanti santuari come Siracusa, Loreto, Assisi o Subiaco, coinvolgendo le comunità locali nel sostegno a questi speciali pellegrini e offrendo loro momenti di preghiera e serenità.
Di significato anche l’appendice finale in cui ha testimoniato del suo intenso rapporto con le donne musulmane, che si affidano a lei per affrontare le difficoltà quotidiane, come ad esempio provvedere ai figli il necessario per la scuola; il profondo desiderio che la anima– ha raccontato – è quello di portare loro senso di uguaglianza e dignità, riconoscendo in ogni persona un figlio di Dio. La conclusione della testimonianza è stata tutta focalizzata sulla gratitudine per le meraviglie che Dio ha compiuto nella sua vita, meraviglie che l’hanno resa ricca di esperienze umane e spirituali: «Non posso che ringraziare il Signore per il perdono che continua a darmi. La Misericordia di Dio non è di un solo istante ma per tutta la vita». Chiudiamo con un dettaglio: ad un certo punto, nel parlare, la sua voce si è profondamente increspata, gli occhi le si sono caricati di lacrime e si è interrotta… stava parlando di un’icona ortodossa della Ss. Trinità con al centro Maria, icona che la sua nonna paterna aveva in casa e a cui era molto devota… Ripresasi, tirando un profondo respiro, con la voce rotta è riuscita a dire: «Scusate… pensare alla Trinità mi commuove sempre profondamente…».