Sabato 13 novembre, alle 15.30, nel Santuario della Madre della Divina Grazia di San Romano, il vescovo Andrea ha ordinato diacono fra Lorenzo Gemmi, religioso della Provincia Toscana dei Frati Minori. Originario di Castelfranco di Sotto, fra Lorenzo ha scoperto la sua vocazione religiosa proprio frequentando il Santuario di San Romano. Qui il suo cammino di consacrazione è giunto ad un importante traguardo con il conferimento del Sacramento dell’Ordine. Fra Lorenzo ha compiuto gli studi alla facoltà teologica di Firenze ed è attualmente assistente regionale della Gi.Fra. Riportiamo a seguire l’omelia del Vescovo Andrea per la Messa di Ordinazione.
Omelia del Vescovo Andrea
Fra Lorenzo oggi, in questa chiesa e comunità di San Romano, riceve il dono e il ministero del diaconato. Dono e ministero, cioè celebrazione che annuncia e rende vero, autentico, concreto l’amore di Dio che fa vivere, riempie di vita e ministero cioè celebrazione che fa della vita di fra Lorenzo un dono per la vita della Chiesa, per i fratelli e le sorelle. Dono e ministero.
E siamo a San Romano, luogo significativo per fra Lorenzo perché comunità dove ha scoperto e vissuto la tenerezza dell’amore di Dio e l’eco della sua chiamata, riconoscendo qui i segni della presenza del Signore che chiama a seguirlo e mostra anche l’avventura del servizio, dell’amore ai fratelli e alle sorelle. San Romano è, potremmo dire, parte delle radici della vita cristiana di fra Lorenzo e quindi oggi, nel vivere questo dono e ministero del diaconato, luogo dove esprimere la gratitudine a Dio e a tanti fratelli e sorelle che l’hanno accompagnato e ancora sono legati da amicizia.
La Parola di Dio proclamata accompagna con le tinte apocalittiche la fine dell’anno liturgico, il cammino che ogni anno ci educa ad andare dietro a Gesù e con questo linguaggio particolare ci annuncia che il Signore è vicino, che lo stiamo per incontrare, che per ciascuno di noi è promesso l’incontro con Gesù, il Vivente, il Risorto. Oggi, in questa celebrazione, è proprio Lui che incontriamo e che celebriamo, il Signore vivo e risorto.
Nell’eco di queste parole apocalittiche troviamo anche le parole che illuminano il diaconato che fra Lorenzo sta per ricevere.
Viene anzitutto richiamato il protagonista della storia e di ogni vicenda umana, anche di ogni vocazione: il Signore Gesù, l’amico e il Maestro.
E’ soprattutto la seconda lettura, tratta dalla lettera agli Ebrei, che ci presenta Gesù come sommo sacerdote. E’ Gesù che compie perfettamente la volontà del Padre che è il dono, è l’amore, è l’amare.
Della venuta e dell’incontro con Gesù ci parla anche il vangelo che nei segni drammatici di una fine, si annuncia il venire del Signore, il suo farsi vicino, dunque il trionfo della vita: “vedranno il figlio dell’uomo venire…”.
E anche nella prima lettura si annuncia il venire di Dio, come ci viene rappresentato dall’angelo Michele che si affaccia sulla scena del mondo.
Ecco l’annuncio: viene Gesù, viene con l’esercito del suo amare, viene per incontrare noi, per incontrare te…, per incontrare fra Lorenzo.
Il diaconato per te, fra Lorenzo, diventa oggi esperienza di incontro intimo con il Signore, l’amato, colui che ti chiama e che dà ragione della tua vita consacrata e oggi rinnova chiamata ed invio, missione. Un incontro per te…
Ma questo indica anche l’orizzonte del servizio diaconale: ti è chiesto di vivere la vita di Gesù, di testimoniare l’averlo incontrato e la sua semplicità di vita, la sua tenerezza, il suo guarire e benedire, soprattutto i più poveri e i peccatori.
Se dovessimo prendere l’esempio di San Francesco nel suo vivere questa intensità di rapporto con Gesù diremmo che ti è chiesto di vivere il vangelo sine glossa, il vangelo così come è scritto. E’ il primo compito del diacono: vivi il vangelo!.
E’ questa la tua regola di vita fondamentale, da frate e da diacono: il vangelo. … perché, viene Gesù.
Un secondo accento delle letture è indicato nella forza della Parola di Dio.
Nello sconvolgimento del mondo e dell’universo il vangelo ci dice: “le mie parole non passeranno”.
E’ una parola che anzitutto ci consegna una promessa: è la promessa della amicizia di Dio con l’umanità. Le mie parole non passeranno… e cioè la presenza e la provvidenza di Dio non verrà mai meno nella storia dell’umanità e dell’universo… nella nostra storia, personale e di chiesa.
Questa annotazione è poi anche invito a scoprire nella nostra vita quanto siamo stati fecondati e accompagnati da parole di vita, dalla parola di Dio. Anche tu, fra Lorenzo e questa chiesa è luogo ove la Parola ti ha accompagnato, corretto, benedetto, incoraggiato. Potremmo dire… ti ha fatto compagnia.
E sono parole che… non passeranno: significa che queste parole hanno inciso nella tua vita, ma soprattutto dicono che è la vita che non viene meno, sono parole di vita.
Per te, fra Lorenzo, ci sono parole di vita che ti hanno accompagnato e che… non passeranno, perché sono vive ancora oggi, sono feconde, sanno guidarti e accompagnarti nelle scelte.
E’ il dono della Parola che riconosciamo anzitutto come il dono che ha accompagnato i tuoi passi, che ha fecondato la tua vita, l’ha resa generativa, fa il bene della tua vita.
Questa Parola oggi… non passerà, anche perché viene affidata a te. Tu sarai chiamato a diventarne annunciatore e testimone e, grazie al tuo ministero, si perpetua la profezia che questa Parola non finirà, perché ancora è annunciata, anche da te.
Sii diacono amante e servitore, annunciatore della Parola.
Un ultimo accento. Lo raccolgo dai toni apocalittici della prima lettura che parla di tempo di angoscia e dai passaggi del vangelo che parlano di tribolazione, di sole che si oscura e stelle che cadono dal cielo. Una parola sconvolgente che si apre ad un annuncio di speranza: il Signore viene, è vicino, il Signore non abbandona questo tempo, non ci lascia soli, a te è chiesto di accorgerti che occorre cambiare vita. E’ un invito a stare pronti.
E così è il diaconato: è il passaggio di vita di un fratello che si accorge che occorre fare delle scelte, occorre fare i passi di chi vede i segni del Regno e, come afferma la prima lettura, continua a brillare come le stelle del firmamento.
Occorre cambiare vita, occorre assumere nel proprio cammino il tempo delle scelte. E’ il tempo del discernimento. Cioè: si tratta di vedere nello scorrere del tempo e della vita i segni della costruzione del Regno, dell’opera buona di Dio. Più semplicemente: si tratta di imparare a vedere Dio e scegliere di stare con lui.
Tu, fra Lorenzo, oggi, nel diaconato, ci testimoni il salto di una vita che cambia, che si affida, che si fa più piena testimonianza. Anche per te in un tempo che sembra ostile tu ci dici che è possibile vivere il vangelo e viverlo nella freschezza, nella gioia, nella semplicità. E vivere il vangelo richiede di saper fare le scelte.
L’arte del discernimento è un ulteriore compito del diacono in mezzo ai fratelli e alle sorelle. Nel tempo della vita, talvolta sconvolgente, ci è chiesto di destarci e comprendere i cambiamenti necessari, rinnovando l’andare dietro a Gesù.
E’ l’arte del discernimento uno dei compiti che chiediamo oggi al ministero del diacono.
San Francesco ha vissuto intensamente questo incontro con il Signore Gesù.
Emblematico è il presepio di Greccio. Nel vivere questa rappresentazione della natività Francesco desidera “vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato il Bambino di Betlemme”. Francesco desidera vedere, incontrare e addirittura toccare proprio Lui, Gesù. Francesco desidera toccare Gesù nella sua povertà.
E’ questo il cuore del messaggio anche della Parola di Dio oggi nel diaconato: il diacono, tu fra Lorenzo, è uno che desidera addirittura toccare Gesù e ancor prima è uno che ha fatto l’esperienza di essere toccato da Gesù.
Toccare Gesù nel prendere in mano la Parola, toccare Gesù servendolo all’altare dell’Eucaristia, pane spezzato, toccare Gesù nel povero perché fragile, peccatore, diverso, senza beni, solo, scartato.
Forse un bel messaggio che in questo diaconato risuona oggi nella giornata del povero che indica la direzione del tuo servizio diaconal
E’ l’augurio che ti facciamo fra Lorenzo: tocca Gesù. E… portaci a toccare Gesù.
E ti accadrà il miracolo evocato nella prima lettura che parla dello splendore del firmamento, del risplendere delle stelle: ti accadrà che la tua vita possa risplendere, essere luce e portare luce, quella luce che parla di vita e di gioia.