Quale migliore occasione della festa di San Francesco a San Romano per celebrare la Giornata diocesana della Custodia del Creato? Il 4 ottobre, nel salone mediceo del convento francescano, si è svolto un partecipato incontro di riflessione dal titolo «Spera e agisci con il creato», organizzato dagli Uffici diocesani per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso e per i problemi sociali e il lavoro. Il parroco padre Francesco Brasa ha introdotto la serata ricordando l’VIII centenario delle stimmate di San Francesco, un’esperienza di dolore e di amore che per il santo di Assisi è stato un dono da custodire con responsabilità e umiltà. Un dono che nella sua vita è diventato “canto di lode”. Questa esperienza, che è possibile leggere come parola di guarigione, può essere consegnata al mondo d’oggi segnato da tensioni e guerre ma al tempo stesso desideroso di vita e di futuro.
Padre Brasa ha infine sottolineato l’attualità del pensiero di San Francesco, che ha ispirato i testi delle encicliche «Laudato si’» e «Fratelli tutti», in cui la natura è vista non solo come luogo da abitare e curare e che manifesta la presenza dell’Altissimo, ma anche come luogo di una fraternità che tutti siamo chiamati a condividere.
Il vescovo Giovanni Paccosi ha tenuto una conferenza sull’esortazione apostolica «Laudate Deum», pubblicata il 4 ottobre di un anno fa. Il giorno della festa di San Francesco coincide con la data conclusiva del Tempo del Creato e quest’anno il tema della Giornata, «Agisci e spera con il creato» ci proietta, con il tema della speranza, verso il Giubileo. Il vescovo ha sottolineato Intervista a don Giovanni Gori servizio a pagina III come le già citate encicliche di papa Francesco e la «Laudate Deum» chiamino la Chiesa a un approccio che va oltre il punto di vista scientifico-ecologico, per tenere conto dell’aspetto spirituale della vita. Ha menzionato l’importanza del termine «creazione» che implica il considerare tutto ciò che ci circonda come dono di Dio.
È proprio questa considerazione che deve portarci ad abitare la terra con gratitudine, senza considerarla una mera risorsa da sfruttare. Ha infine evidenziato come lo sviluppo tecnologico abbia rafforzato quello che papa Francesco chiama «paradigma pragmatico», che si nutre mostruosamente di se stesso. Il potere economico e tecnologico concentrato nelle mani di pochi è una minaccia per l’intera umanità. Il nostro impegno come cristiani non nasce da un ecologismo a tutti i costi ma dalla coscienza della responsabilità che abbiamo verso tutte le creature, perché in qualche modo tutte sono attraverso di noi ordinate a Dio e per noi segno e cammino verso Dio.
Alla base di tanti crimini disumani e omicidi assurdi che succedono, ha sottolineato il vescovo «è come se ci fosse più né coscienza del valore della vita propria, né dell’altra persona, né del futuro. Come se non ci fosse futuro». Il tema della Giornata del Creato 2024 ci rimanda invece alla speranza e il vescovo, commentando il simbolo tradizionalmente associato a questa virtù, ha definito la speranza, riprendendo la lettera agli Ebrei, come un’ancora gettata in Dio. Pur sballottati dalle onde e le tempeste della vita, l’ancora ci tiene legati a quel destino buono verso cui siamo incamminati. Prendersi cura, anche attraverso piccoli gesti quotidiani, del creato significa essere testimoni di speranza. Commentando infine il titolo del documento pontificio, «Laudate Deum» (lodate Dio), il vescovo ha concluso ricordando che l’uomo che pretende di sostituirsi a Dio diventa il peggior pericolo per se stesso.
A conclusione dell’incontro il direttore dell’Ufficio per la pastorale del lavoro, Andrea Barani, ha intervistato l’imprenditore Maurizio Fagni, titolare dell’azienda Fabo di Castelmartini (Larciano), che da 50 anni ha fatto della sostenibilità ecologica il proprio marchio di fabbrica. Fagni ha raccontato che furono i suoi genitori a dare avvio all’impresa, realizzando nastri adesivi che sfruttano il principio del francobollo, mediante l’utilizzo di carta, amido e colla vegetale. Un prodotto ecosostenibile e del tutto riciclabile che offre un’alternativa allo spreco e all’inquinamento. Il dialogo con Fagni ha toccato anche il tema del risparmio energetico che l’azienda realizza producendo il 95% del proprio fabbisogno mediante un impianto fotovoltaico e un trigeneratore. Un’ultima considerazione ha riguardato la sicurezza degli impianti sui luoghi di lavoro, la più importante attenzione che un’azienda deve avere per tutelare la vita e la salute dei propri dipendenti.