Un arazzo proveniente dalla basilica di San Lorenzo fuori le mura a Roma è esposto sull’altare del piccolo oratorio di San Lorenzo a Pratiglione. È stato consegnato al sindaco Giovanni Capecchi e a don Udoji parroco di Montopoli in quanto rappresentanti della comunità civile e religiosa. Ma la grande affluenza di persone che ha partecipato lo scorso 2 settembre all’iniziativa non ha fatto mancare il proprio calore verso chi ha raccontato per la prima volta le vicende storiche della valle della Chiecina e attraverso le visite pastorali, l’evoluzione del piviere di Barbinaia e dell’oratorio di San Lorenzo a Pratiglione.
Gli esperti Manuela Parentini, don Luciano Niccolai e Valerio Martinelli hanno in questo fornito un quadro esaustivo e preciso. Tutto era iniziato alcune settimane prima. Nel luglio scorso don Udoji aveva chiesto di aderire al comitato San Lorenzo diacono e martire, una realtà a cui partecipano circa duecento tra comunità e paesi sparsi nel mondo e sul cui network hanno aderito più di 2500 persone. Poi il 10 agosto nella basilica romana c’è stata la benedizione degli arazzi con l’icona del santo, e uno di essi è arrivato a Montopoli. A impreziosire la consegna U dell’arazzo la presenza di Stefano Mattii insieme al coro di Castelfiorentino che ha spiegato come è nato l’inno a San Lorenzo che ha composto (ed eseguito) e come sia stato tradotto e cantato in molte lingue e come un piccolo coro di provincia sia diventato il coro principale delle celebrazioni della basilica romana. «La storia e la cultura della nostra terra – ha detto il sindaco di Montopoli Valdarno Giovanni Capecchi – interseca le sue origini nella storia dei territori. L’amministrazione comunale è particolarmente attenta a valorizzare le origini e le tradizioni laiche e religiose dei nostri avi, a maggior ragione quando creano e sviluppano nuove e importanti relazioni per il nostro territorio valide per l’oggi.
Lo abbiamo visto anche recentemente con le iniziative volte a valorizzare le compagnie di Montopoli e di Stibbio durante il lockdown e con esse la festa degli angeli di San Romano che hanno interessato più di cinquemila persone». Storie di ieri e di oggi che hanno riannodato i fili della storia con il nostro quotidiano e quelli di un microterritorio con altre realtà italiane e del mondo. Ha coordinato l’iniziativa Fabrizio Mandorlini con il supporto della locale Ucai (Unione cattolica artisti italiani). Intanto si guarda a Roma ed è scaturita in molti la volontà di recarsi alla basilica per pregare sulla tomba del santo. «Ringrazio la comunità di San Lorenzo – ha detto l’assessore alla cultura Cristina Scali – per la disponibilità. Quando si riesce a unire arte, storia, tradizione e identità della comunità si crea valore e crescita per tutti».
Intanto anche la comunità di Gello di Palaia che il 10 agosto scorso ha reso omaggio al proprio patrono, ha chiesto, per mano di don Holin D’cruz di iscrivere la propria realtà alla grande famiglia di San Lorenzo e anche questa comunità è ora in attesa dell’arrivo dell’arazzo. Che il culto del martire trovi nuova linfa tra le colline della valle del Chiecina?