Nel suo messaggio per la Quaresima papa Francesco così ci introduce a questo itinerario verso la Pasqua: “Anche quest’anno il Signore ci concede un tempo propizio per prepararci a celebrare con cuore rinnovato il grande Mistero della morte e risurrezione di Gesù, cardine della vita cristiana personale e comunitaria. A questo Mistero dobbiamo ritornare continuamente, con la mente e con il cuore. Infatti, esso non cessa di crescere in noi nella misura in cui ci lasciamo coinvolgere dal suo dinamismo spirituale e aderiamo ad esso con risposta libera e generosa”.
E prosegue, ribadendo l’eccezionalità e l’opportunità di questo tempo quaresimale che oggi iniziamo: “Il fatto che il Signore ci offra ancora una volta un tempo favorevole alla nostra conversione non dobbiamo mai darlo per scontato. Questa nuova opportunità dovrebbe suscitare in noi un senso di riconoscenza e scuoterci dal nostro torpore”; è un spazio offerto, prosegue il papa, che “esprime la tenace volontà di Dio di non interrompere il dialogo di salvezza con noi”.
Provocati da queste parole di papa Francesco siamo invitati questa sera ad intraprendere l’avventura quaresimale come un tempo di grazia, un tempo favorevole per il nostro dialogo con Dio, per riscoprire la presenza di Dio nella nostra vita, quanto egli sia davvero presente nella nostra vita.
Le letture proclamate ci parlano di Dio, della necessità che sia Lui presenza nella nostra esistenza, che trovi le porte aperte del nostro cuore e della nostra vita.
Così Gioele: “Ritornate a me con tutto il cuore…Ritornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira e di grande amore, pronto a ravvedersi riguardo al male”.
Un chiaro invito a orientarsi a Dio, a lasciarlo entrare davvero nelle pieghe della nostra storia.
Un invito ripreso da Paolo nella seconda lettera ai Corinzi: “lasciatevi riconciliare con Dio” e si tratta di un invito a riallacciare i rapporti con Lui, con il Dio che per noi è vita e misericordia.
Infine nel vangelo che ci presenta le tradizionali opere della conversione e quindi della quaresima: l’elemosina, la preghiera, il digiuno. Per ciascuna di queste opere Gesù allaccia la pratica religiosa allo sguardo di Dio: “il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”. Siamo chiamati sì a compiere delle opere, elemosina (che il Papa richiama nel suo messaggio con l’invito alla condivisione), preghiera, digiuno, ma ciascuna di esse non deve dimenticare la ragione più profonda che è lo sguardo, la presenza di Dio nella vita che “ricompensa”, cioè riapre sempre al cuore della vita.
Anche le ceneri che verranno poste sul nostro capo vogliono ricordarci la nostra fragilità, la mortalità della dimensione umana, come anche la paura per la malattia in questi giorni ci fa sentire sulla pelle, ma insieme ci ricordano che in realtà la vita è dono e l’abbiamo sempre come tale, come dono di Dio, come dono che è dalla sua presenza.
Dunque è questo l’invito quaresimale e la domanda: ma Dio dov’è? E’ presente davvero nella tua vita? Ci pensi talvolta? E il suo sguardo orienta, guida le tue scelte, i tuoi comportamenti, le tue relazioni, la tua preghiera? Ci credi davvero che Dio è vera presenza, è amore e misericordia nel tuo cammino?
La quaresima è tempo propizio per riscoprire questa presenza di Dio.
Quest’anno iniziamo la quaresima in un tempo estremamente singolare, segnato dalla paura, talvolta da atteggiamenti un poco irrazionali (basti pensare ai supermercati presi d’assalto), con toni di paganesimo nella voce di chi preannuncia che sia in atto un flagello di Dio, una sua punizione. Un tempo singolare e carico di sacrificio per i tanti fratelli cristiani del nord Italia che oggi neanche possono celebrare comunitariamente questa liturgia e l’imposizione delle ceneri.
Noi abbiamo voluto sottolineare questa straordinarietà portando qui il Ss. Crocifisso di Castelvecchio, caro alla nostra tradizione religiosa, come invito alla preghiera e all’affidamento al Signore anche in un tempo più difficile che stiamo vivendo. Rimarrà qui fino a domenica.
E’ felice coincidenza che questo avvenga proprio all’inizio della Quaresima, mettendo al centro la croce di Gesù. Anch’essa è richiamo a scoprire la presenza di Dio nella nostra vita e ci racconta con quel segno che egli si avvicina a noi nel dono supremo del Figlio che dona la vita per amore. Guardiamo a quel crocifisso, preghiamo davanti ad esso, non solo chiedendo di proteggerci da ogni male, dal peccato, dalla guerra, dalla malattia, ma anche per aprire tutto di noi allo sguardo di Dio, lasciandolo entrare nella nostra vita, consentendo che il suo amore faccia breccia in noi.
E’ questo l’unico dono che salva.