Il gioco d’azzardo eccita, stimola, rapisce… e conduce alla rovina. Se n’è parlato lo scorso 9 novembre, in una conferenza stampa Caritas in cui don Armando Zappolini ha esposto i dati reali del Ministero delle Finanze sulle somme spese nelle diverse tipologie di gioco in tre comuni del nostro territorio: per il Comune di San Miniato una cifra investita nel gioco d’azzardo, nei primi 6 mesi del 2019, di 15.078.743,63 euro; per il Comune di Ponsacco, nello stesso periodo, 11.812,212,22 euro; per il Comune di Firenze, infine, sempre nello stesso semestre, 354.127.587 euro.
Sono dati che fanno rabbrividire e riflettere, in special modo se si valuta la cifra pro capite investita: 539,31 euro per San Miniato, 760,21 euro per Ponsacco, 934,77 euro per Firenze. Tali cifre vanno moltiplicate per 2 e si giunge alla cifra pro capite annua. La gente gioca in maniera compulsiva, rischiando di entrare in quel tunnel senza ritorno che si chiama ludopatia. In mancanza di rilevazioni e ricerche epidemiologiche precise le vittime dirette del gioco d’azzardo, i giocatori patologici, sono stimati nel 2% del totale dei giocatori. Una piaga sociale, sanitaria e morale. Come cristiani non possiamo infatti ignorare che il gioco diventa moralmente inaccettabile quando priva la persona delle risorse necessarie per farsi carico dei propri bisogni e per ottemperare ai propri doveri nei confronti degli altri (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2413).
Una schiavitù per il giocatore patologico e uno schiaffo alla povertà: 64.014.424,52 euro è la somma non ritornata ai giocatori dei tre comuni presi in esame e quindi gettata al vento. Una cifra che nessuno conosce dove sia andata a finire e che è stata sottratta al bene comune. È da rilevare infatti che i costi sanitari, sociali, relazionali e legali della ludopatia producono per lo Stato una spesa crescente, che supera di gran lunga gli introiti ottenuti dal gioco d’azzardo. Una situazione che esige un impegno e una responsabilità cristiana e civile. La Caritas diocesana di San Miniato ha elaborato in questo campo proposte molto concrete. Cosa chiedere alla politica? Occorre il protezionismo verso il gioco d’azzardo? Nel corso della conferenza stampa, don Zappolini ha risposto a queste domande in modo logico, con convinzione e speranza nell’esito positivo delle soluzioni.
«La campagna “Mettiamoci in gioco”, ha affermato il direttore della Caritas diocesana, non propone l’abolizione del gioco ma sostiene la necessità di compiere azioni ben precise: Porre un freno, da parte dello Stato, al modello di “liberalizzazione controllata” del gioco d’azzardo, che ha provocato un’abnorme espansione delle proposte di giochi in ogni Comune d’Italia. Chiedere inoltre una moratoria rispetto all’immissione di nuovi giochi. Restituire un potere decisionale alle comunità locali, ai sindaci che al momento non possono intervenire sulle licenze in quanto sono scavalcati dell’attuale legge dello Stato. Impedire la pubblicità del gioco con appositi divieti non diversamente da quanto avviene per il tabacco. Dei passi in avanti, in questo senso, sono stati fatti. Inserire il gioco d’azzardo patologico all’interno dei livelli Essenziali di Assistenza, previsti per i servizi sanitari nazionali. Costituire un tavolo di confronto con le associazioni per definire criteri e iniziative di una corretta ed efficace campagna di educazione al gioco e di prevenzione dei rischi indotti dal gioco». Di fronte alla sofferenza di tante persone e famiglie rovinate dalla piaga della ludopatia, occorre «mettersi in gioco».
La Caritas diocesana di San Miniato lo sta facendo con questo progetto complesso ed articolato, che richiede il sostegno di tutti. A partire da Luglio 2019, inoltre, attraverso il contributo dell’8X1000 alla Chiesa Cattolica, la diocesi di San Miniato ha aperto quattro sportelli all’interno dei centri di ascolto di Santa Croce sull’Arno (ogni primo lunedì del mese dalle ore 9.30 alle ore 11.30 in via Puccioni, 11B), di San Miniato Basso (ogni primo mercoledì del mese dalle ore 9.30 alle 11.30 presso i locali parrocchiali in via Toscoromagnola, 120) a Fucecchio (ogni secondo lunedì del mese dalle 9.00 alle 11.00 presso L’Oratorio Santa Maria delle vedute in piazza Salvo D’acquisto, 5) e a Perignano (ogni Giovedì dalle ore 17 alle ore 19 in Piazza S. Lucia, 1).
Per informazioni: Telefono: 336-3879780 Email: mindthegap.pisa@gmail.com