Anche quest’anno, come da tradizione, il vescovo e gli uffici di Curia (rappresentati dal vicario generale monsignor Roberto Pacini) si sono scambiati gli auguri natalizi nella “sala del trono” del palazzo vescovile.
Un momento divenuto familiare nell’imminenza del Natale, allargato ai responsabili degli Uffici pastorali, ai presbiteri del Capitolo della Cattedrale e ad altri organismi di diretta collaborazione con il vescovo.
Primo Natale a San Miniato per monsignor Paccosi, la cui nomina veniva ufficializzata esattamente un anno fa, il 24 dicembre 2022.
Monsignor Pacini nel suo discorso augurale ha richiamato gli eventi salienti di questo anno vissuto dalla Chiesa di San Miniato, che ha avuto tratti di straordinarietà, con il Giubileo per i 400 anni dalla fondazione della diocesi e l’ingresso del nuovo presule: «Nel contributo che mi fu chiesto per comporre il fascicolo da pubblicare per l’ingresso del vescovo Giovanni – ha detto don Pacini -, rivolgendogli un saluto notavo: “Lo stesso divino sguardo di misericordia che hai riconosciuto di sentire su di te lo percepiamo con stupore e gratitudine rivolto sul cammino della nostra Chiesa, per il dono che riceviamo grazie al tuo sì a questa ulteriore chiamata”».
E poi, rivolgendosi direttamente a monsignor Paccosi: «Hai obbedito con docilità a entrare a far parte di questo popolo […] hai abbracciato la storia e l’identità di questa Chiesa, invitandoci a coglierne l’originalità […]; inserendoti nel tessuto vivo del territorio e delle sue espressioni più significative dal punto di vista sociale e culturale; condividendo gli appuntamenti già programmati per celebrare il Giubileo dei quattrocento anni […] vivendolo come ulteriore occasione per incontrare da subito persone, famiglie, associazioni, comunità. E stupore e gratitudine in noi non sono sopiti, anzi…».
Nel prendere la parola, il vescovo Giovanni, non ha nascosto la sua commozione: «Le parole di don Roberto, mi hanno fatto ripensare alla vigilia di Natale di un anno fa, quando ero in Curia a Firenze col cardinal Betori e veniva ufficializzata la nomina a vescovo arrivatami dal Papa».
Riflettendo poi su questi mesi trascorsi a San Miniato ha aggiunto: «Quest’anno per me è stato un anno di quelli che il Signore ogni tanto fa accadere nella vita. Un anno di enorme cambiamento, in cui sono stato rimesso come all’inizio del mio cammino… è negli inizi che si recupera il senso e le ragioni di ciò che si è scoperto – la persona di Gesù e la sua Chiesa – tanto tempo prima.
Un anno in cui mi è stata data la possibilità di immergermi nella conoscenza della nostra diocesi, esperienza che mi ha tanto affascinato. Ho potuto così conoscere manifestazioni di fede bellissime, vita di comunità nelle parrocchie, esperienze che non immaginavo esistessero e che mi riempiono tutt’ora di stupore.
Ad esempio ho colto nelle nostre comunità tante tradizioni, che magari da altre parti in Toscana sono perse, e che qui continuano a essere vive, radicandosi profondamente nella vita delle persone. Ci sono davvero tante espressioni di pietà popolare nella nostra diocesi che sono una ricchezza enorme e che aiutano ad andare alla fonte, ossia al Signore».
«Ho conosciuto, allo stesso tempo – ha proseguito mons. Paccosi – tante realtà e movimenti vivi, anche nelle parrocchie. E poi vedo il grande impegno con cui i diversi uffici pastorali lavorano per costruire insieme la comunità diocesana.
Penso in questo momento anche alla nostra Caritas, che grazie alle cooperative a essa collegate assicura l’accoglienza a circa 500 persone immigrate, un numero che impressionò la stessa prefetto di Pisa l’estate scorsa.
Siamo a celebrare il Natale, una realtà viva – “È venuto ad abitare in mezzo a noi” –, ed è fra di noi che Lui continua a mostrarsi, facendo rinascere l’entusiasmo e la passione perché possiamo davvero offrire il dono della sua presenza a tutti. Quest’anno mi ha confermato nel fatto che non dobbiamo avere paura, ma anzi occorre lanciarsi: la certezza della verità che ci è stata consegnata da chi è venuto prima di noi, ossia dalla tradizione, ci chiede di uscire perché sia annunciata, perché tutti la possano scoprire, con la convinzione che ciò che ha affascinato noi è capace in ogni istante di affascinare anche gli altri, perché come dice Sant’Agostino: “Ci hai fatto per te Signore, e il nostro cuore è inquieto finché in te non riposa”».
«Vi ringrazio dunque- ha concluso il vescovo – per questo momento in cui ci ritroviamo insieme, perché è bello ritrovarsi in famiglia per Natale, e sentiamoci davvero così: una famiglia riunita attorno a ciò che ci dà speranza; una famiglia che si aiuta sempre di più a rendere carne ciò che le è stato donato: ossia la presenza del Signore che guida la storia e la sua Chiesa».