Originario di Marti, don Marco Balatresi ha 42 anni ed è stato ordinato sacerdote nel 2008. Dopo le esperienze come vice parroco a Casciana Terme e Castelfranco è adesso da solo a guidare le tre parrocchie di Crespina, Cenaia e Tripalle. Gli abbiamo rivolto alcune domande.
Partiamo dal tuo recentissimo passato: gli addii sono sempre dolorosi… Come hanno vissuto i castelfranchesi il distacco da loro vicario parrocchiale?
«Con grande dispiacere e me lo hanno anche esternato a più riprese. Quando s’interrompe un cammino è sempre doloroso. Avevamo imparato a conoscerci, apprezzando i pregi e sopportando i difetti gli uni degli altri. Certamente adesso c’è un vuoto che, nel tempo, spero e prego venga colmato da chi prenderà il mio posto».
Te la senti di fare un bilancio dei frutti pastorali che lasci a Castelfranco?
«Non sono così pretenzioso – sorride. Certo… lascio qualcosa di mio. Ma devono essere i miei ex parrocchiani a dire cosa rimane loro della mia azione pastorale. Per quanto mi riguarda, spero davvero con tutto il cuore di aver lasciato loro qualche briciola di vangelo».
Da solo a guidare tre parrocchie… Quali sentimenti vivi rispetto a questa novità?
«Devo dirti in tutta sincerità che quando il vescovo me lo ha chiesto, lì per lì, mi son sentito un po’ traballare. Ma nella mia “incoscienza” ho detto subito sì. Come mi sento? Sinceramente non riesco ancora a realizzare pienamente la mole di carico che mi attenderà. In questo momento non ci penso. Se il Signore mi ha chiamato a questo compito, mi darà anche la forza per riuscirci. Voglio davvero concentrarmi solo sul fatto che il Signore mi renderà capace di svolgere al meglio questo ministero. Come in tutte le cose ci sarà certo da imparare, ma ripeto, ho grande fiducia nella guida del Signore».
Conoscevi già le tue nuove parrocchie?
«Non conoscevo le parrocchie e non conoscevo nemmeno questi bellissimi territori. Ti sorprenderà sentirmelo dire, ma confesso che in queste zone non c’ero mai stato prima d’ora. Vedrai che sarò bravo – sorride ancora – ad ambientarmi subito in questi luoghi, così come a conoscere le tradizioni e le usanze delle persone. Mi farò aiutare dai sacerdoti del vicariato».
Quali sono le sfide che ti aspettano?
«Una prima sfida è certamente rappresentata dall’imparare a camminare insieme per cementare la comunione tra le parrocchie, che sono da cogliere non come organi a sé stanti, ma davvero come un’unica comunità».
Il tuo impegno continuerà anche come assistente del settore giovanile dell’Azione cattolica…
«Non mi spaventa più di tanto. Non sono solo in questo compito, c’è un’equipe che si è recentemente rinnovata e l’organizzazione e la realizzazione delle attività non dipende solo da me. Colgo semmai qui una bella sfida: quella di portare nelle mie nuove parrocchie la realtà giovanile di Ac. Ho saputo recentemente che anni e anni fa c’erano delle esperienze di Azione cattolica in queste terre, con personaggi anche di spicco. Vedremo se riusciremo a far rifiorire questo tipo di esperienza nelle comunità cristiane di Crespina, Cenaia e Tripalle. Sarà una bella sfida pastorale anche per il settore giovani di Ac quella di venire qui a seminare».
C’è qualcosa che vuoi dire ai tuoi nuovi parrocchiani?
«Vorrei dire loro che sono ben consapevole che vivere un cambiamento è sempre faticoso, perché si devono rivedere tante cose. Ma chiedo davvero ai miei nuovi parrocchiani di vivere questa esperienza come fonte di nuovi stimoli e ritmi di vita. Godiamoci insieme la novità, cercando di essere propositivi e cercando di – oserei dire – “cavalcare” questo momento perché, una volta vissuto bene, possa condurci ad una nuova normalità».