In occasione dell'inizio dell'Anno Pastorale

Lettera ai fedeli della Diocesi del Vescovo Andrea

+ Andrea Migliavacca

Carissime sorelle e carissimi fratelli,

desidero rivolgermi a tutti voi che siete il popolo di Dio nella nostra diocesi di San Miniato. Penso a tanti vostri volti, dai bambini ai nonni, babbi e mamme e altri anche “single”, penso ai volti nel mondo del lavoro, della scuola e dell’università e non possono mancare i volti dei religiosi, delle religiose e dei preti. A tutti voi desidero rivolgermi con semplicità in occasione dell’avvio di questo anno pastorale ricco di stimoli.

Vorrei però che non si perdessero i volti di tanti altri amici e fratelli: chi appartiene ad altre famiglie cristiane, chi non crede e si sente lontano da Dio o non interessato a Lui, chi è arrivato da noi da terre lontane e ha il colore della pelle magari diverso dal nostro, e penso con tanta attenzione ai volti di tanti giovani che non frequentano le parrocchie, ma troviamo nei luoghi di lavoro o dello studio e poi nei locali di ritrovo dei nostri paesi o anche nelle piazze.

È pensando a tutti voi, a così tante storie di vita, che desidero condividere qualche semplice orientamento del cammino di questo anno per la nostra Chiesa diocesana.

Sono consapevole che le tracce che desidero raccontarvi si intrecciano con tanti altri cammini di vita che sono i vostri: chi ha famiglia e chi cerca il partner, progetti di studi o lavorativi, sofferenze dovute a malattia o a lutti, voglia di giocare e stare con gli amici per i nostri ragazzi, l’impegno dei nostri preti per la parrocchia… Vorrei affiancarmi a voi con discrezione e attenzione, col desiderio di condividere pensieri ed emozioni che portate nel cuore, e indicando un orizzonte per camminare insieme.

Tutto questo si incrocia anche con il cammino ordinario delle nostre comunità, parrocchie, associazioni, movimenti. È bello che ciascuna di queste realtà si faccia carico con passione e determinazione dei propri percorsi, che potranno essere arricchiti dagli orientamenti che desidero qui indicare.

Sarà un modo per riconoscerci in un cammino comune di popolo di Dio.

Ho pensato ad una pagina biblica che possa indicare sotto quale luce leggere i diversi stimoli che vi presenterò. È Paolo che ci parla nella prima lettera ai Corinzi (12,4-11):

Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune: a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio di scienza; a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; a un altro il dono di far guarigioni per mezzo dell’unico Spirito; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di distinguere gli spiriti; a un altro le varietà delle lingue; a un altro infine l’interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose è l’unico e il medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole.

 

Il brano di Paolo descrive la vita della comunità cristiana e vuole aiutare i fratelli di Corinto a comprendere che la diversità, la varietà dei doni non è un ostacolo alla comunione, ma è una ricchezza, dono dello Spirito. La comunità si costruisce e cresce, animata dallo Spirito, grazie alla varietà dei carismi.

Fondamentale allora sarà l’atteggiamento dell’ascolto.

Si tratta di ascoltare prima di tutto lo Spirito santo: è Lui che illumina, porta vita, dirige, distribuisce i doni che servono alla costruzione della comunità.

E poi si dovrà maturare nell’ascolto tra di noi, nella vita della Chiesa. Non ci si riferisce anzitutto all’ascolto che potremmo tradurre come “udito”, ma è l’ascolto che parla di accoglienza e rispetto, di promozione e riconoscimento. Si tratta di ascoltare, cioè di riconoscere, accogliere, promuovere i doni nella comunità.

È illuminante considerare che a ciascuno è dato un dono dello Spirito, ciascuno di noi è portatore di una ricchezza ed è chiamato quindi a porsi in atteggiamento di servizio, di dono.

La ricchezza e la varietà dei carismi precede la differenza dei ruoli nella comunità e ci fa tutti fratelli e sorelle, in una fondamentale condizione di uguaglianza. Tutto il resto è solo per servire e magari, penso ai preti e al vescovo, per servire di più.

Il brano di Paolo in questa lettera scaturisce poi nell’inno alla carità (1Cor. 13).

Questo è il frutto dell’ascolto e l’opera dello Spirito: la carità, l’amore. E a questo siamo chiamati a tendere.

È l’esperienza e l’avventura di questo ascolto, come ci viene richiamato da Paolo, che dovrà guidare il cammino pastorale di quest’anno in ogni nostra realtà. E proprio questo stile cerca di promuovere tra di noi l’itinerario che viene qui indicato.

 

Veniamo da una difficile e dolorosa esperienza che è la pandemia di Covid-19 e non siamo ancora del tutto sicuri, ancora sono necessarie varie attenzioni. Nel tempo della chiusura abbiamo sperimentato la fragilità della nostra umanità, la necessità di sentirci in relazione, l’importanza dell’incontro, la solidarietà e la messa in questione di tutte le nostre abitudini, anche pastorali. È stato pure un tempo di scoperta di nuove modalità di proposta e di intervento, come l’esperienza di incontro e riflessione realizzata da remoto e grazie ai social.

In questi ultimi mesi però si stanno riattivando tanti percorsi di vita comunitaria e pastorale di cui sentivamo il bisogno, seppure con un orizzonte che ci chiede di ripensare il nostro essere comunità e il primato dell’annuncio.

I percorsi che qui vengono presentati accompagnano dunque questo tempo di ripresa, di ripartenza che si vorrebbe anche rinnovata alla luce della esperienza che abbiamo vissuto.

Un primo percorso che ci vede impegnati come comunità cristiana è l’esperienza del Sinodo della Chiesa universale, aperto dal Papa lo scorso 10 ottobre, sul tema della sinodalità come dimensione costitutiva della Chiesa e che approderà al suo momento celebrativo nell’autunno del 2023.

Questo percorso del Sinodo, che vedrà coinvolta più direttamente una rappresentanza dei vescovi del mondo, ora vive una prima tappa che è quella dell’ascolto di tutte le Chiese e così anche la nostra.

Così ha parlato papa Francesco nell’incontro di avvio del Sinodo il 9 ottobre:

Viviamo dunque questa occasione di incontro, ascolto e riflessione come un tempo di grazia, fratelli e sorelle, un tempo di grazia che, nella gioia del Vangelo, ci permetta di cogliere almeno tre opportunità. La prima è quella di incamminarci non occasionalmente ma strutturalmente verso una Chiesa sinodale: un luogo aperto, dove tutti si sentano a casa e possano partecipare. Il Sinodo ci offre poi l’opportunità di diventare Chiesa dell’ascolto: di prenderci una pausa dai nostri ritmi, di arrestare le nostre ansie pastorali per fermarci ad ascoltare. Ascoltare lo Spirito nell’adorazione e nella preghiera… Infine, abbiamo l’opportunità di diventare una Chiesa della vicinanza. Torniamo sempre allo stile di Dio: lo stile di Dio è vicinanza, compassione e tenerezza. Dio sempre ha operato così. Se noi non arriveremo a questa Chiesa della vicinanza con atteggiamenti di compassione e tenerezza, non saremo la Chiesa del Signore. E questo non solo a parole, ma con la presenza, così che si stabiliscano maggiori legami di amicizia con la società e il mondo: una Chiesa che non si separa dalla vita, ma si fa carico delle fragilità e delle povertà del nostro tempo, curando le ferite e risanando i cuori affranti con il balsamo di Dio. Non dimentichiamo lo stile di Dio che ci deve aiutare: vicinanza, compassione e tenerezza.

La sinodalità è il cammino che il Signore chiede oggi alla nostra Chiesa, ha ricordato tante volte il papa e su questo itinerario vogliamo anche noi, diocesi di San Miniato, collocarci con decisione e fiducia.

 

Insieme al Sinodo di tutta la Chiesa, lo scorso 17 ottobre abbiamo dato inizio anche al cammino sinodale delle Chiese in Italia. È un percorso che ci accompagnerà fino al 2025 e che prevede per le nostre diocesi in Italia un primo biennio dedicato all’ascolto di tutte le comunità e dei fedeli.

È prevista una fase narrativa (2021-2023), poi una fase sapienziale, di approfondimento delle tematiche raccolte nell’ascolto (2023-2024) e una momento assembleare nel 2025.

Il cammino sinodale intende rinnovare la Chiesa nell’orizzonte della missione e dell’annuncio del Vangelo nel mondo di oggi.

Durante questo primo anno del cammino sinodale vivremo nelle nostre comunità una esperienza di ascolto che confluirà sia nel Sinodo della Chiesa intera sia nel cammino sinodale delle Chiese in Italia.

Riguardo a questi percorsi sinodali gli organismi diocesani a questo deputati daranno le opportune indicazioni per avviare i gruppi sinodali e le modalità dell’ascolto.

L’esperienza del cammino sinodale è una grande opportunità per la nostra Chiesa per imparare la dinamica del dialogo e dell’ascolto, e per crescere nella partecipazione di tutti alla vita della Chiesa.

Così viene annotato nella Lettera alle donne e agli uomini di buona volontà, del Consiglio permanente della Cei, del 29 settembre 2021:

“Ascolta” è l’imperativo biblico da imparare: ascolto della Parola di Dio e ascolto dei segni dei tempi, ascolto del grido della terra e di quello dei poveri, ascolto del cuore di ogni donna e di ogni uomo a qualsiasi generazione appartengano.

E, nella stessa lettera, viene ribadita la finalità del cammino sinodale: Questo è il senso del nostro Cammino sinodale: ascoltare e condividere per portare a tutti la gioia del Vangelo.

Una terza direttrice del cammino pastorale di quest’anno è caratterizzata dall’ultimo anno di preparazione al Giubileo della diocesi per i 400 anni della erezione della diocesi di San Miniato, che inizierà il 5 dicembre 2022. Il tema di questo anno così viene espresso: “… in Cristo” (dal tema generale: “per Cristo, con Cristo, in Cristo”), con particolare attenzione alla dimensione liturgica e alla contemplazione.

Vivere un tempo di preparazione significa cogliere l’occasione del giubileo non solo come momento celebrativo e commemorativo, oppure come ricostruzione storica o espressione culturale, ma diventa soprattutto occasione per crescere come esperienza di Chiesa, per coltivare e promuovere la comunione e la capacità di annuncio della nostra diocesi e anche stimolare il cammino spirituale di ciascuno.

Una commissione di lavoro ha definito le iniziative di questo ultimo anno (il pellegrinaggio, la scoperta di qualche passaggio storico della diocesi, l’ascolto della Parola di Dio…) e sta approntando il programma dell’anno giubilare.

È un itinerario che deve vedere coinvolte tutte le nostre comunità.

 

Altra dimensione del cammino pastorale fa riferimento alla mia lettera “Pronti a salpare” del marzo 2020 nella quale erano raccolte le conclusioni dei “laboratori” che, con stile e modalità sinodale, avevano approfondito alcune tematiche di vita pastorale. In particolare nel presentare i vari settori sono indicate, nella lettera, alcune scelte che andavano attuate. La pandemia ha rallentato l’applicazione delle indicazioni riportate in questo testo e frutto dell’itinerario sinodale dei laboratori. Questo dunque è l’anno della applicazione.

Le tematiche affrontate erano così indicate: famiglia, catechesi, unità pastorali, periferie, curia vescovile, immobile del seminario. Alcune dinamiche si sono messe già in movimento, come l’intervento sul seminario, sia per il restauro della facciata sia per la ristrutturazione della zona recettiva dedicata a mons. Ghizzoni. Anche per le altre tematiche è avviato un confronto per l’attuazione delle indicazioni riportate. Ho chiesto ai responsabili degli uffici e servizi diocesani corrispondenti ai laboratori di presentarmi, entro il Natale di quest’anno, un programma di attuazione di quanto indicato.

Un’ulteriore espressione della vita ecclesiale quest’anno sarà la ripresa (con l’inizio del 2022) della visita pastorale che il Covid-19 ci ha imposto di interrompere.

Anche la visita pastorale è momento importante e ricco di Chiesa e offre al vescovo l’occasione di conoscenza, di partecipazione e vicinanza e di orientamento per il cammino delle nostre parrocchie.

Incontro normalmente e più volte nell’anno le varie comunità diocesane per tante occasioni, ma ho il desiderio di poter riprendere anche questa modalità di incontro e di visita che consente una maggiore vicinanza e conoscenza. Anche con questa esperienza cercheremo di crescere nella sinodalità e come Chiesa dell’annuncio.

 

San Miniato, 17 Ottobre 2021

 

+ Andrea Migliavacca

 


Preghiera 

 

Tu che susciti lingue nuove

e metti sulle labbra parole di vita,

preservaci dal diventare una Chiesa da museo,

bella ma muta,

con tanto passato e poco avvenire.

Vieni tra noi, perché nell’esperienza sinodale

non ci lasciamo sopraffare dal disincanto,

non annacquiamo la profezia,

non finiamo per ridurre tutto

a discussioni sterili.

Vieni, Spirito Santo d’amore,

apri i nostri cuori all’ascolto.

Vieni, Spirito di santità,

rinnova il santo Popolo fedele di Dio.

Vieni, Spirito creatore,

fai nuova la faccia nella terra.

Amen.

 

 (Papa Francesco, 9 ottobre 2021)


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