Con la celebrazione liturgica del Battesimo del Signore si conclude il tempo di Natale, ma ancora nei nostri sensi riverberano le immagini, i suoni, i sapori, gli odori della grotta di Betlemme. Pastori e scienziati, povera ed umile gente, dotti personaggi della cultura scientifica hanno elargito riverenza ed onore a quel bambino che rivoluzionerà, con la sua Parola, la storia dell’uomo. Il singolo uomo sente questo avvenimento e lo manifesta nella sua casa, lungo le strade, nei luoghi di culto nel costruire il proprio presepe, termine che indica greppia, mangiatoia ed anche recinto con cui si limitava lo spazio per il ricovero degli animali.
La fantasia umana si arricchisce di arte ed ecco grandi esempi di presepi, magnifiche rappresentazioni su tele, in cui si cerca di includere ed illustrare le rappresentazioni, nel loro insieme, della vita quotidiana di duemila anni fa. Se questo è il sentimento e la manifestazione oggettiva attraverso forme creative, non manca, però, il messaggio spirituale che queste opere infondono nei nostri animi. Ognuno si pone delle domande e cerca risposte, simulandole nella configurazione del presepe. Ognuno medita e riflette sul proprio comportamento in relazione a questo evento di amore e nello stesso tempo di grande responsabilità umana. Trae le sue osservazioni, anche provocatorie per lui stesso e per gli altri, per scuotere le coscienze, se ce ne è bisogno. Per molti, la rappresentazione classica della grotta si trasforma in assenza di presenze, divine ed umane, per evidenziare il netto rifiuto dell’uomo per quella natività. Per chi e perchè è nato questo Bambino? Domande infinite, realtà molte volte incomprensibili si presentano nel nostro vivere ed ognuno prende strade diverse.
Tutto questo però porta ad un unico punto: «Quando avrete fatto quello che vi è stato ordinato, dite: Abbiamo fatto quello che dovevamo fare». (Lc 10,10). Quest’anno attraverso i media, i giornali quanta falsità e quanta polemica sono state fatte! Un corsivo semplice ma incisivo è apparso in rete che forse incide profondamente per capire il vero messaggio spirituale di quella capanna. Lo ha scritto don Giampiero Taddei, rettore del Santuario della Madonna dei bimbi di Cigoli. Dice così: «Ho visto belle foto. Ho anche sentito tanti bei discorsi, ma a Gesù che è nato in quella stalla ed è venuto per rivelarsi e salvarci, ci avete pensato? Mia mamma (che era veramente brava) diceva: Ma a Natale, alla Messa ci siete andati? Io lo dico a voi. Ma ci pensate mai al Signore? Ricordatevi tutti che senza Dio si va poco lontano! Come cristiani, se non lo avete ancora fatto, prima della fine di queste feste andate alla Messa. Può darsi che comprendiate la bellezza di rivolgersi a Dio e chiamarlo Padre, alla Madonna e chiamarla Madre. Non lo chiamate solo discorso da prete, ma prendetelo per lo meno come discorso di uno che invita a riflettere su una cosa seria che è Dio fatto Uomo per salvare l’umanità».