Riflessioni: tempo d’ ESTATE

Le vacanze coi nonni

di Giovanni M. Capetta

La generazione di chi è adesso in pensione, i nonni, è quella che ha ancora la possibilità di aiutare le famiglie dei propri figli e nipoti, anche mettendo a disposizione la propria casa, o una casa in un luogo di villeggiatura, in cui poter stare qualche giorno insieme. Quando le giovani famiglie hanno modo di beneficiare di questo privilegio, l’estate – o anche solo parte di essa – diviene un tempo prezioso in cui le generazioni hanno la possibilità di incontrarsi fra loro e arricchirsi reciprocamente. Volentieri i nonni offrono i loro spazi e condividono il loro tempo. Attendono questo momento preparandosi con cura e si attrezzano per un’accoglienza festosa. I nonni sono felici quando possono ospitare i loro famigliari. Si pensi a quei periodi in cui nonni ancora in gamba possono farsi carico di nipoti magari in età scolare, mentre i loro genitori devono ancora proseguire il lavoro.

Per chi si prende cura dei piccoli è un tempo sicuramente piacevole, ma anche impegnativo, per la responsabilità assunta e l’attenzione perché i nipoti stiano bene e non sentano la mancanza dei genitori. Da parte dei ragazzi è l’occasione per dimostrare a se stessi e ai grandi della famiglia che sanno comportarsi bene anche se non sono sotto il diretto controllo della mamma e del papà. È un inizio graduale di emancipazione. Spesso in queste occasioni i ragazzi sanno che saranno un poco viziati perché i nonni “servono” anche a questo, ma nello stesso tempo, si verifica abbastanza frequentemente che, rispetto ai comportamenti a cui i genitori li hanno educati, danno buona prova di sé e come si suol dire – fanno fare bella figura. Ci sono, poi, occasioni, in cui – magari stringendosi un po’ – si può stare tutti insieme, o al mare o in montagna. Anche questi periodi sono belle palestre di convivenza e ascolto perché offrono continui spunti di affinamento delle capacità educative dei grandi e delle risorse di apprendimento di chi sta crescendo.

Non di rado avviene che ciascuno assuma una mansione concreta, che ci si divida i compiti e si faccia in modo che tutti si aiutino reciprocamente, secondo le forze e le propensioni di ciascuno. È così che nascono anche piccole alleanze e consuetudini: c’è chi va a far la spesa con uno dei ragazzi che si presta a portare le borse più pesanti; per la preparazione della tavola e sparecchiare si organizzano dei turni e poi, anche nei momenti di relax, ci si affianca l’un l’altro. Il desiderio di trascorrere un periodo sereno, sprona la fantasia delle scelte da farsi e dei programmi da proporre a tutti i presenti. In queste circostanze il clima che si crea ha il sapore della festa. Sia i grandi sia i più giovani possono nutrirsi di quegli affetti che, nati nei primi anni di vita, hanno la peculiarità di essere longevi e rilasciare nel tempo il loro potere balsamico.

A tutte le età si ha l’occasione di mettere a confronto le esperienze simili che si vivono durante l’anno nelle rispettive vite ordinarie e si apprendono i progressi reciproci in un confronto che è sempre edificante. Anche avere posizioni diverse su alcune importanti questioni di attualità non è un male perché si è all’interno di una sorta di arena protetta che permette di aprire confronti, magari anche dialetticamente vivaci, ma sempre in un’atmosfera cordiale che aiuta a vedere le ragioni dell’altro. Il tempo trascorso insieme diventa occasione di racconto, di vere e proprie narrazioni famigliari, trasmissione di saggezza domestica. I nonni raccontano le storie della loro vita, i momenti belli e quelli di fatica; i più giovani spiegano il senso delle attività che li appassionano e condividono desideri e speranze.

L’estate vissuta come comunione di diverse generazioni è tra le più ricche di affetti e umanità. Ricarica gli animi e fa sentire che ciascuno è importante per l’altro. Soprattutto fa sentire quella corrente di vitalità che attraversa i rapporti famigliari e rassicura ciascuno che non sarà solo, anche quando le vacanze finiranno.