Si è concluso lo scorso sabato 7 maggio, ad Agliati, il corso di formazione per i volontari Caritas della nostra diocesi. Il direttore di Caritas San Miniato, don Armando Zappolini, ha accolto i 52 partecipanti provenienti da tutte le parrocchie della diocesi sul piazzale della chiesetta dell’eremo dove ha anche introdotto il percorso di riflessione sul messaggio di papa Francesco per il 50° anniversario di Caritas Italiana, a partire dal quale sono stati individuati tre temi guida per la giornata: “La via degli ultimi“, “La via del Vangelo” e “La via della creatività”.
Don Zappolini ha indicato in Madre Teresa di Calcutta il modello per eccellenza da seguire su “La via degli ultimi”, una donna, un gigante di santità che ha dato assistenza a quelli che sono nel mondo totalmente privi di aiuto, insegnando come arrivare alle frontiere più difficili. E una sfida che pone questo anniversario Caritas è proprio quella di capire come arrivare agli ultimi, come scoprire e raggiungere queste frontiere. “La via del Vangelo” è invece lo stile di vita con cui siamo chiamati a vivere la nostra esistenza, realizzando intorno a noi una rete d’amore gratuito, concreto, con disponibilità e senza pregiudizi, riuscendo a vedere nel povero la presenza di Gesù .
“La via della creatività“, infine, consiste nel trovare forme diverse per S riconoscere ed aiutare le povertà. È normale far leva sull’esperienza per trovare le soluzioni più adatte alle nuove situazioni ed è quello che fanno gli anziani o le persone che hanno acquisito l’abitudine a certe soluzioni, ma questo oggi non basta più. Anche se non si deve sottovalutare ed escludere il valore dell’esperienza, si devono trovare modi nuovi di approccio e favorire l’inserimento dei giovani che – pur con le loro incertezze e la loro mancanza di esperienza – possono trovare aperture inaspettate. Nei tre gruppi di lavoro, guidati dallo stesso don Zappolini, da don Tommaso Botti e don Udoji Onyekweli, sono state offerte una serie di domande che hanno alimentato il dibattito e il confronto sulle proposte di cambiamento.
Al terzo gruppo, “La via della creatività“, ha partecipato anche un drappello di giovani che hanno rappresentato benissimo la potenzialità della nostra Caritas. Sono ragazzi già inseriti nelle attività di Ponsacco, che si sono messi a confronto con la “vecchia generazione” postasi nei loro confronti in atteggiamento di ascolto e collaborazione. C’è stato fra i giovani anche chi ha dimostrato notevoli capacità organizzative o di inserimento in un CdA, con il sostegno di operatori più esperti. Il vescovo Andrea ha infine portato l’attenzione dei partecipanti sull’esperienza sinodale che siamo chiamati a fare, per valutare il modo in cui il popolo di Dio cammina insieme. Tutta la Chiesa è invitata a esprimersi in questo cammino sinodale, non solo a livello universale ma soprattutto diocesano e parrocchiale. Attualmente nella nostra diocesi sono stati raccolti 76 contributi, sintetizzati in 8 pagine da inviare a Roma per il discernimento. Ciò che è mancato in questa prima fase è stato l’ascolto delle realtà delle periferie.
Per questo nel prossimo futuro la Chiesa dovrà porsi tre obbiettivi : 1) Una Chiesa in ascolto che scopre di essere il Popolo di Dio; 2) Tutti hanno il diritto di essere ascoltati in una Chiesa sinodale; 3) La Chiesa sinodale deve essere anche in ascolto dei poveri. Il Papa ha chiesto un cammino sinodale per far entrare il Vangelo nella nostra vita e animare una Chiesa che si mescola nel mondo, si confronta, non si chiude e non ha paura. Una Chiesa in ascolto dei malati, dei poveri, dei carcerati e dei peccatori. Il cammino sinodale è dunque uno stimolo forte di aiuto all’ascolto e per imparare ad ascoltare in particolare i poveri. Sono i che ci insegnano che il superfluo ci appesantisce e che possiamo uscire dal nostro recinto di sicurezze. L’ascolto è una dimensione importante per la missione della Caritas, costitutiva e pedagogica, uno strumento di educazione alla carità. L’incontro si è concluso nella piccola chiesa dell’eremo con la benedizione del vescovo e il saluto di don Armando.