È di grande conforto rileggere quanto Guareschi fa dire al suo immortale don Camillo in occasione di una disastrosa alluvione del Po, che aveva portato morte e devastazione. La gente è fuggita.
Don Camillo, unico a rimanere in paese, dalla sua chiesa sommersa dalle acque parla al popolo lontano: «Fratelli, sono addolorato di non poter celebrare l’ufficio divino con voi, ma sono vicino a voi per elevare una preghiera verso l’alto dei cieli. Non è la prima volta che il Fiume invade le nostre case. Un giorno però le acque si ritireranno ed il sole tornerà a splendere, e allora ci ricorderemo della fratellanza che ci ha unito in queste ore terribili e con la tenacia che Dio ci ha dato ricominceremo a lottare perché il sole sia più splendente, i fiori più belli e la miseria sparisca dalle nostre città e dai nostri villaggi. Dimenticheremo le discordie e quando avremo voglia di morte cercheremo di sorridere, così tutto sarà più facile ed il nostro Paese diverrà un piccolo paradiso in Terra. Andate, io resto qui per salutare il primo sole e portare a voi, lontano, con la voce delle campane, il lieto annuncio del risveglio. Che Iddio vi accompagni. E così sia».