L’origine di San Miniato è raccontata in due storie parallele, cioè due storie vere o verosimili, allo stesso tempo. Le due storie però hanno in comune un fatto, incontrovertibile: l’origine del Borgo è legata ad una chiesa, non battesimale, come venivano chiamate nel medioevo le chiese importanti, ma una del tipo oratorio, come oggi è inteso, dedicato a San Miniato. Un’altra cosa in comune le storie ce l’hanno: ambedue si rifanno a documenti conservati nel ricchissimo Diplomatico Arcivescovile di Lucca, delle cui dipendenze diocesane il nostro territorio ha fatto parte fino al 1622.
Ma come si spiega, se le fonti sono le stesse, che le storie non siano uguali? La spiegazione potrebbe trovarsi nel modo diverso di consultare i documenti o dal fatto che non tutti i documenti siano sempre stati alla portatata degli storici. Sta di fatto che la storia sulle origini di San Miniato che si trova sui libri, sulle brochure, sui dizionari enciclopedici e in molti siti on line è quella che racconta che il toponimo compare fin dal 783, anno in cui il vescovo lucchese Giovanni rendeva ragione dell’edificazione, avvenuta agli inizi dell’VIII secolo, ad opera di sedici aristocratici lucchesi di tradizione longobarda, di un oratorio dedicato al protomartire armeno Miniato e posto sul crinale tufaceo che oggi corrisponde al sito della chiesa di San Francesco, ovvero in “loco Quarto”. La devozione al santo Miniato, martirizzato sotto Decio verso la metà del secondo secolo, in quei tempi era molto diffusa e vari oratori sorgevano nel territorio diocesano di Lucca.
Attorno al predetto oratorio sorsero ben presto, altri insediamenti fino ad inglobarlo con case e castelli, fortificando il tutto con mura di cinta, che divennero sempre più importanti con la fine dell’era longobarda-carolingia e l’avvio del dominio degli imperatori germanici da Ottone I di Sassonia fino a Federico II di Svevia. Parallela a questa storia, v’è quella che colloca la nascita di San Miniato prima dell’anno 902. Da dove trae origine la storia? Innanzitutto, dalla constatazione che il documento dell’anno 783 sarebbe stato male interpretato e che, in realtà, la chiesetta in “loco Quarto” sia da collocare a Capannori, ovvero a 4 miglia da Lucca. E, allora, a quando risale la chiesa di San Miniato? Nell’anno 902 il vescovo di Lucca Pietro II dà a livello una casa situata a Castiglione, vicino Scacciapuce, per andare a Calenzano. Questa casa la dà per trent’anni, al proprio fratello, notaio, Ghiselfridi del fu Roffridi per il censum di 24 denari d’argento. Nell’atto si precisa che la casa è vicino alla chiesa di San Miniato e vicino anche alla pieve di San Genesio (prope ecclesiae Santi Miniati et prope plebem Sancti Genesii). Dunque nell’anno 902 c’era la chiesa di San Miniato! Ma prima? E chi avrebbe costruito quell’oratorio? Non lo sappiamo con certezza, probabilmente un certo Odalberto di Benedetta o il suo sconosciuto padre, un alto prelato, più probabilmente il vescovo di Luni, di cui Benedetta era concubina.
La notizia ce la dà un documento redatto il 1° gennaio 938 in cui si dice che la chiesa privata di San Miniato viene concessa a livello assieme a tutte le pertinenze dal vescovo di Lucca Corrado a Odalberto di Benedetta. Stando alla lettura contestuale dell’atto (ecclesia illa cui vocabulum est beati Sancti Miniati sito loco intra castello meo, qui supra Odalberto prope plebe Sancti Genesi) si può a buon diritto pensare che la chiesa fosse già di Odalberto, ma che lui volesse consolidare per la sua discendenza una proprietà in mano al vescovado lucchese. Il figlio di Benedetta apparteneva certamente a quella «élite diocesana» lucchese da cui ebbero origine i così detti Lambardi di San Miniato, una volta che il potere prettamente ecclesiastico si mescolò con quello politico con l’arrivo in Toscana di vari sovrani e imperatori germanici. E sarà proprio dal dilatarsi dell’albero ereditario dei Lambardi che nasceranno le famiglie aristocratiche che dominarono la scena socio-politica del medioevo sanminiatese.