Come in natura, anche l’uomo sente in certe condizioni la sua primavera. Dal freddo dell’inverno al tiepido sole primaverile, i frutti della sua interiorità iniziano a crescere, a svilupparsi, per giungere alla maturazione completa in un tempo ben determinato. L’anno 2025, per usare questa metafora, sarà l’anno giubilare della sua primavera. Quali frutti la mia pianta può portare a maturazione?
Una domanda colma di attesa, di speranza, un desiderio di rapportarsi, nel concreto, con la missione terrena di Gesù. L’evangelista Luca, citando il profeta Isaia, la esprime con queste parole: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore» (Lc 4, 18 19; Is 61, 1-2). L’uomo certo non ha questi poteri ma ha la possibilità di dimostrare, nel suo operato, l’impegno di seguire l’insegnamento di Gesù. Scrive don Giussani: «Una giornata passata per grazia di Dio nella coscienza della Sua presenza, del rapporto con Lui, è una giornata vittoriosa anche se è stata piena di dolori. Ora, questo significato misterioso, questa sapienza misteriosa che nessuno può immaginare, e che anche noi dimentichiamo continuamente, è Gesù Cristo, è l’uomo. Cristo, un uomo nato da una donna. Il Mistero di Dio che ha fatto tutto il mondo non poteva arrivare vicino a noi più realisticamente di così. Il Mistero di questa Sapienza che governa il mondo, per cui è fatto il mondo, è Cristo, nato dalla Madonna. Ciò che rende sapiente la nostra giornata, il misterioso senso che dà sostegno e sostentamento alle nostre giornate, che dà significato al nostro vivere quotidiano, è Gesù Cristo. Questo uomo-Dio – Gesù di Nazareth morto e risorto e presente nella Chiesa, Suo Corpo misterioso – definisce l’istante come inizio di una storia da cui sì genera il volto eterno della persona umana e della compagnia umana. L’Eterno abbraccia e trascina con sé ogni virgola della nostra vita presente».
Nelle nostre comunità in attesa dell’inizio giubilare echeggia ormai quella melodia, indescrivibile ma percepibile al nostro spirito, simile al delicato e dolce profumo che il risveglio primaverile emana attraverso i fiori nei prati sbocciati sotto il tiepido calore del sole. È una melodia che ascoltiamo in silenzio e che la nostra coscienza percepisce con le sue note melodiose, seppur soffocata parzialmente dal frastuono della vita quotidiana. L’uomo può percepire ed ascoltare «il soffio dello Spirito» nella profondità della sua anima. Sembra retorica descrittiva di un sogno ma non è così.
Fermiamoci ed ascoltiamola. È quella «melodia» che nell’estate porta i frutti alla maturazione completa, nati e cresciuti durante la primavera. L’anno giubilare richiama quei frutti che sono i valori del cristiano. L’anno giubilare 2025 si combina anche con la chiusura del cammino sinodale: un’assemblea straordinaria di tutte le Chiese d’Italia, in cui i cattolici e non solo hanno le loro aspirazioni per una profonda riflessione sull’essere Chiesa del Signore.
Domandiamoci con sincerità se il nostro profilo di donna e di uomo è coerente con l’annuncio giubilare. Tante cose, lungo il cammino possono renderci ciechi, incapaci di riconoscere la presenza del Signore, impreparati ad affrontare le sfide della realtà, inadeguati a rispondere alle tante questioni che gridano verso di noi. Chi sono io? Cerco di incontrare il Signore che passa tutti i giorni e si ferma per prendersi cura della mia cecità? Ed io lo sento passare? Ho la capacità di sentire i passi del Signore? Ho la capacità di discernere quando il Signore passa?
«Il Signore, afferma papa Francesco, ci chiama, ci rialza quando siamo seduti o caduti, ci fa riacquistare una vita nuova, affinché alla luce del Vangelo possiamo vedere le inquietudini e le sofferenze del mondo». Ecco la primavera dell’uomo di oggi!
Il gesto di apertura della Porta santa giubilare sia la maturazione completa di quei frutti interiori che l’uomo possiede, aiutata dalla Chiesa nel suo ministero sinodale: «una comunità il cui primato è nel dono dello Spirito che ci rende tutti fratelli in Cristo e ci eleva verso di Lui».