Siamo grati al Santo Padre per l’Esortazione Apostolica “Laudate Deum” pubblicata nel giorno di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia.
Il documento, avendo come riferimento ideale la Lettera Enciclica “Laudato si” pubblicata nel 2015, si sofferma sull’urgenza di azioni concrete, a livello politico ed economico, per la cura del creato. Se la “Laudato Si” ci offre i fondamenti teologici e umani per la cura della Terra, di cui il Creatore ci ha affidato la responsabilità, questo documento ci invita a non sottovalutare il momento presente, segnato da un ormai innegabile cambiamento climatico che accelera senza tregua. Se non ci prendiamo la responsabilità di invertire la rotta, gettiamo sulle spalle dei più poveri, delle nuove generazioni, il peso del nostro disinteresse.
Come ha sottolineato il Cardinale Zuppi, presidente della CEI, «due convinzioni animano il cuore di Francesco: “tutto è collegato” e “nessuno si salva da solo”. Le Conferenze delle Parti (COP) per riflettere e prendere decisioni sono appuntamenti con la storia che non possiamo mandare a vuoto». Ma se le decisioni universali sembrano essere delegate ai potenti del mondo, la crescita della consapevolezza verso la cura del creato riguarda tutti, in particolare noi cristiani. Se non amiamo la terra che Dio ci dà, se continuiamo a sprecare le risorse, se non cerchiamo di dare il nostro contributo di sobrietà e di rispetto, dimostriamo di non comprendere che il mondo è l’estensione del nostro io: il corpo di ognuno di noi è fatto della stessa materia del mondo e fare danno al creato è fare danno a noi stessi, trattandolo come “oggetto” nelle nostre mani, invece che dono da ricevere e custodire. Ci illudiamo di essere padroni del mondo e di noi stessi: per questo la violenza della guerra, la distruzione del pianeta e l’ingiustizia sociale hanno la stessa radice, che è il rifiuto di riconoscersi creature volute e amate da Dio, per cui Gesù Cristo ha dato se stesso. Come dice il Papa, la fede nel Dio Creatore «trasforma la vita intera, trasfigura gli obiettivi personali, illumina il rapporto con gli altri e i legami con tutto il creato» (n.61).
Anche noi come Chiesa di San Miniato, in un territorio così ricco di bellezza e in cui da tanti anni anche le realtà economiche, come ad esempio i Consorzi del Comprensorio del Cuoio, sono fortemente impegnate nella ricerca di una autentica sostenibilità e della circolarità delle produzioni, dobbiamo lasciarci interpellare da questo grido di allarme che il Papa rivolge a tutti, per dare anche in questo ambito, oggi così urgente, la nostra testimonianza cristiana di amore al creato, alle creature, a ogni persona umana.
+ Giovanni Paccosi