Lunedì e martedì scorsì si è tenuta a San Miniato l’annuale Due-Giorni del Clero, la prima col vescovo Giovanni Paccosi, che ha messo all’ordine del giorno il tema del Cammino sinodale.
«Si tratta – ha detto – di sintonizzarci di più e ancora meglio con quello che la Chiesa sta vivendo». Il Sinodo che si svolgerà ad ottobre ha avuto una preparazione a livello globale e per la prima volta, per volontà di papa Francesco, non coinvolgerà soltanto vescovi ma anche sacerdoti, diaconi, consacrati e consacrate, laici e laiche. Nelle singole diocesi italiane, poi, proseguirà il cammino sinodale che, dopo i due anni della fase narrativa, entrerà nella fase sapienziale; una fase di approfondimento e di discernimento. Il rischio da evitare sarà quello di considerare questa nuova fase appannaggio di teologi e specialisti. Il vescovo ha chiarito che «dovremo coinvolgere tutti quelli che vorranno continuare a partecipare al cammino sinodale non più solo narrando la propria esperienza ma operando un discernimento». Si tratta dell’esercizio del «sensus fidei», cioè di quell’istinto per la verità del vangelo che permette ai fedeli di riconoscere la dottrina e la prassi cristiane e di aderirvi. Questo istinto soprannaturale, appartiene ai credenti come singoli (sensus fidei fidelis) e come comunità (sensus fidei fidelium). «Dai due anni di percorso sinodale – ha proseguito il vescovo – è venuta fuori l’esigenza di nuovi percorsi di testimonianza e di “santità della porta accanto”. Non servono cristiani rassegnati o polemici, ma comunità creative e generative».
La prima giornata di riflessione è proseguita con gli interventi dell’assemblea non solo sul tema della sinodalità ma a tutto campo sulla vita delle nostre comunità cristiane.
La seconda giornata ha visto la presenza del cardinale di Firenze Giuseppe Betori, che ha tenuto una conferenza sulla «Sinodalità negli Atti degli Apostoli». Betori ha illustrato i fondamenti biblici della sinodalità, del camminare insieme nella Chiesa e della Chiesa, a partire dallo scritto lucano di cui è un profondo conoscitore. Ha evidenziato in numerosi episodi degli Atti un intreccio tra l’ascolto dell’esperienza, il contesto di preghiera, la rilettura della Parola di Dio e il discernimento dei segni dello Spirito. «Leggendo gli Atti – ha osservato – possiamo trovare una buona illustrazione di quello che dobbiamo fare oggi noi nel cammino sinodale».
La Due-Giorni si è conclusa con un momento di preghiera in cattedrale in cui sacerdoti e diaconi hanno potuto partecipare anche come presbiterio sanminiatese alla grazia dell’anno giubilare.