Accompagnare gli adutli nella vita della comunità» è stata la riflessione che abbiamo fatto giovedì 21 febbraio nel primo incontro diocesano di questo anno associativo. Ci ha aiutato a procedere in questo approfondimento il nostro amico Mauro Garuglieri già delegato regionale di ACI e ora membro del MEIC. Poiché le sottolineature che Mauro ci ha proposto ci sembrano particolarmente interessanti, le condividiamo attraverso le pagine del settimanale diocesano. La riflessione ha preso le mosse da alcune osservazioni sulla realtà che come adulti stiamo vivendo e che qui riassumiamo: È presente oggi una forte difficoltà a sentirsi nell’insieme persone-comunità, comunitàpopoli perché si assiste al crollo della dimensione del noi.
Dopo la morte di Dio si potrebbe oggi parlare della morte del prossimo; così l’uomo si ritrova nella condizione di orfano: verticale con la morte di Dio, orizzontale con la morte del prossimo. Poiché l’altro da me mi fa sentire in difficoltà, non entro più in relazione: è la relazione di reciprocità che sta morendo e in una situazione di ampia e sfaccettata gamma delle differenze, tutto questo fa sì che manchi la categoria e l’esperienza della comunità. Inoltre è presente un forte sentimento di paura che non ci permette di cogliere il valore dello stare insieme e nello stesso tempo ci fa cercare qualcuno che abbia risposte semplici a situazioni complesse. Ma le risposte semplici spesso sono slogan che non risolvono le situazioni che in quanto complesse hanno bisogno per la loro “dipanazione” di processi. Innescare processi significa conoscere per analizzare, conoscere per mediare, conoscere per accogliere…
Ciò significa vivere e promuovere il sapere come sapienza. Questo però oggi fa paura sia alla comunità sociale e politica sia alla comunità ecclesiale, eppure è proprio attraverso questo processo che la persona diventa e vive la condizione di adulto. Un adulto così formato vive la responsabilità dell’essere e dello stare nelle situazioni, anche quelle complesse. Rispetto al passato l’adulto fa anche fatica a trovare l’anello di congiunzione fra le varie generazioni e senza una rete di pensiero diventa difficile proporre progetti e radici valoriali che già sono generalmente assenti e che facciamo fatica a “ ritessere” nel nostro io e poi nelle nostre comunità. Inoltre è venuto meno il valore della fraternità, valore che caratterizza l’apporto proprio del cristianesimo all’umanesimo poiché la fraternità non è stabilita da leggi ma è il segno comune datoci da un Creatore che ci è Padre. Compito primario per l’adulto e la comunità cristiana è quello di ritessere una società piena di relazioni, di intrecci, piena di alleanze anche perché si sta ormai perdendo il concetto di bene comune. Allora da dove partire? -Occorre rendersi conto della situazione in cui si è e per far ciò occorre mettersi insieme, uscire dal nascondiglio di paure e riscoprire e far riscoprire il valore ontologico-esistenziale della relazione. – Far capire che la diversità non è un ostacolo, siamo con , non siamo contro e mettere in conto che i processi di integrazione richiedono fatica e disponibilità.
Per quanto concerne l’Azione Cattolica occorre rifare propria la scelta del gruppo che è l’intermediario necessario fra le persone e la comunità e permette di vivere l’accompagnamento nella sua essenza di reciprocità. Scopo principale del gruppo è quello di far emergere “pensiero” su quello che viviamo poiché oggi circolano tante nozioni , ma poco pensiero. Rincorriamo le urgenze del fare e dimentichiamo l’urgenza primaria che è quella del pensare. -Lavorare per togliere la logica della contrapposizione cercando non l’interesse personale, ma l’interesse di tutti. Per fare tutto ciò è importante che il linguaggio sia un linguaggio di pace e di accoglienza e soprattutto è importante mettersi insieme per operare un discernimento che primariamente nasca dall’ascolto della Parola di Dio. La discussione che è seguita ha messo in evidenza vivacità di pensiero con sensibilità anche diverse, in una fascia adulta che potenzialmente può offrire molto alla Chiesa e alla società.
Questo è anche lo scopo che come settore adulti di ACI ci siamo proposti per il cammino di quest’anno associativo: costruire un gruppo diocesano di riferimento ovviamente con proiezione parrocchiale.