Pur essendo stata concepita dai suoi genitori (Gioacchino e Anna) allo stesso modo in cui vengono concepiti tutti i bambini, la Beata Vergine Maria fu preservata dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento. Questo il contenuto del dogma dell’Immacolata Concezione, proclamato da Pio IX l’8 dicembre 1854 con la bolla «Ineffabilis Deus».
La festa del Concepimento di Maria era celebrata in Oriente già dalla fine del VII secolo, ma aveva per oggetto il superamento miracoloso della sterilità di Anna, circostanza narrata dall’apocrifo Protovangelo di Giacomo e non faceva alcun riferimento alla questione del peccato originale. Quando la festa del Concepimento di Maria fu introdotta in Francia, nel XII secolo, suscitò le proteste di molti teologi. La fede in Cristo come unico Salvatore di tutta l’umanità, infatti, comporta che anche Maria sia stata salvata da Lui e si riteneva quindi che anche lei fosse stata inizialmente toccata dalla macchia del peccato originale.
A questa logica si opponeva la devozione del popolo cristiano che non accettava l’idea che la Madonna fosse stata anche solo per un istante contaminata dalla macchia originale. Il beato Duns Scoto esprimeva con un’argomentazione efficace questo sentire nei confronti della Madre di Dio: Decuit, Voluit, Fecit. «Conveniva; Dio lo volle; Dio lo fece». In altre parole, tra i diversi modi in cui la Vergine poteva essere santificata, il più glorioso era quello di essere preservata del tutto dalla macchia del peccato originale in vista dei meriti di Cristo; per questo Dio aveva scelto quella via. I maestri macolisti e immacolisti nei secoli successivi continuarono a scontrarsi a colpi di sillogismi sulla questione. La polemica raggiunse il suo apice sul finire del ’400, quando il domenicano Vincenzo Bandello pubblicò due stringenti confutazioni del privilegio mariano. Il suo violento attacco suscitò la reazione di diversi umanisti dell’Europa settentrionale, che misero anche la poesia al servizio della tesi immacolista. In particolare, il ministro generale dei Trinitari, Robert Gaguin, scrisse uno straordinario poemetto in lingua latina in difesa dell’Immacolata Concezione. Il Concilio di Trento inserì nel Decreto sul peccato originale (1546-47) la chiarificazione che questo tema non riguardava la Beata Vergine Maria. Dopo di allora diversi pontefici raccomandarono l’insegnamento della dottrina dell’Immacolata, arrivando a sanzionare chi sosteneva l’opinione contraria.
Papa Pio IX, durante il suo esilio a Gaeta (1849-1851) fece voto, qualora avesse ricevuto la grazia del ritorno a Roma, di impegnare tutto se stesso nell’attuazione della proclamazione del dogma mariano. Così avvenne, non senza prima aver interpellato i vescovi di tutto il mondo sul sentire del popolo cristiano, che si rivelò universalmente immacolista. Dopo la proclamazione del dogma, la devozione cattolica ha trovato un ulteriore punto di riferimento nelle apparizioni di Lourdes (1858) in cui la Vergine si presentò a Bernadette come l’Immacolata Concezione.