Come da tradizione che si rinnova ad ogni inizio anno, il vescovo Andrea ha incontrato oggi in Curia i sindaci e le autorità civili e militari del nostro territorio, per la consegna del messaggio scritto da papa Francesco in occasione della 56ma Giornata Mondiale della Pace.
Monsignor Migliavacca ha richiamato brevemente il contenuto della lettera del Santo Padre, che quest’anno portava come titolo: «Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace », sottolineando come allo scenario pandemico in via di risoluzione abbia fatto tragicamente seguito la guerra in Ucraina. «La guerra è una sconfitta per l’umanità tutta e la chiave per rispondere al dramma dei conflitti – così come è stato per la pandemia – ci dice papa Francesco, è la fratellanza umana universale», ha commentato il vescovo Andrea.
«Come Chiesa stiamo vivendo il Cammino Sinodale – ha poi proseguito monsignor Migliavacca -, un’esperienza che invita la Chiesa stessa all’ascolto delle comunità e all’interno di esse all’ascolto anche dei lontani e dei non credenti. Ma il Sinodo, in qualche modo, parla anche alla politica e a coloro che amministrano la cosa pubblica, dicendo loro idealmente: “Nel rispetto delle specifiche competenze, ciascuno faccia la sua parte”. Penso allora che talvolta la degenerazione della politica avvenga quando si sottolinea troppo il proprio particolare, il proprio tornaconto elettorale, dimenticando il bene comune».
Monsignor Migliavacca ha anche provato a costruire una specifica declinazione del messaggio del Santo Padre per i nostri territori, elencando sette punti; sette nuclei concettuali su cui sostare e riflettere:
1) Cura della casa comune: che ci invita al decoro e al rispetto degli spazi e degli ambienti in cui viviamo e all’impegno per preservarli e tutelarli;
2) Solidarietà: un orizzonte fortemente sfidante per le nostre comunità che non si traduce nel semplice e sbrigativo “fare l’elemosina”;
3) Ricerca della pace: attraverso il porre segni e gesti di riconciliazione laddove le nostre comunità vivono dinamiche di tensione;
4) Promozione della cultura come momento di costruzione e crescita di una comunità; cultura che può e deve essere declinata anche come “cultura della vita”, da tutelare dal concepimento fino alla morte naturale;
5) Attenzione al mondo del lavoro, che ingaggia il senso di responsabilità sociale del nostro tessuto imprenditoriale;
6) Attenzione al mondo giovanile, che stimola a offrire spazi e luoghi d’incontro sia a livello ecclesiale che civile, dove i giovani possano confrontarsi, essere protagonisti e assumere specifiche responsabilità;
7) Attenzione e difesa della famiglia, che sollecita politiche di sostegno e aiuto che sono complessivamente ancora insufficienti rispetto allo scenario epocale critico che stiamo attraversando.
In conclusione di discorso il vescovo ha voluto ringraziare tutte le autorità per la bella e fattiva collaborazione intessuta con la Chiesa di San Miniato in questi sette anni di suo episcopato, sottolineando come al di là del dispiacere per il trasferimento a Arezzo, resterà con tutti una bella e significativa amicizia.
Il sindaco di San Miniato Simone Giglioli, portando il suo saluto a nome anche degli altri amministratori intervenuti, ha ringraziato monsignor Migliavacca per il suo settennio di guida pastorale; un ringraziamento che ha esteso anche a papa Francesco per aver donato in tempi così celeri alla nostra diocesi un nuovo vescovo nella persona di monsignor Giovanni Paccosi.
All’incontro in Curia è seguito un breve momento di preghiera in cattedrale a suggello del Giubileo diocesano dei politici e degli amministratori, che era previsto proprio per questa domenica 8 gennaio.
L’incontro si è chiuso con le foto e il brindisi di rito.
» Messaggio Pace depliant 2023