Dopo due anni di lavoro sono stati presentati a San Miniato, dal vescovo Andrea, gli interventi di restauro sul santuario del Ss. Crocifisso. Le opere hanno interessato tutti i paramenti murari, il tetto e il sagrato del settecentesco edificio, che con la prospiciente scalinata è una tra le chiese più belle e ardite – per estro e soluzioni inventive – di tutta la nostra diocesi.
Il settecentesco Santuario del SS. Crocifisso conosce oggi una nuova giovinezza grazie ai restauri conclusisi nell’estate scorsa e presentati ufficialmente alla stampa martedì 14 dicembre dal vescovo Andrea Migliavacca. All’evento sono intervenuti anche Massimo Cerbai responsabile della direzione regionale toscana di Crédit Agricole Italia (che insieme alla Fondazione Cassa di risparmio San Miniato ha finanziato parte dell’intervento) e il sindaco di San Miniato Simone Giglioli. Oltre a loro erano presenti la direttrice dei lavori, l’architetto Silvia Lensi, e la dottoressa Eva Pianini, funzionario restauratore della Soprintendenza per le provincie di Pisa e Livorno.
I lavori alla facciata e alla copertura lignea della chiesa sono seguiti a quelli di ripristino e restauro della scalinata che si erano conclusi nell’estate 2020. Il fabbricato risultava vistosamente deteriorato nello stato di manutenzione degli intonaci esterni e nelle decorazioni architettoniche presenti nelle facciate, che erano per buona parte cadute o, in alcuni casi, erano state addirittura rimosse già in passato per evitare crolli accidentali. La valutazione dello stato di conservazione della struttura lignea della copertura ha richiesto di scoperchiare buona parte del tetto dell’edificio. Durante l’allestimento del cantiere sono state individuate significative infiltrazioni di acqua piovana e di scarichi fognari sotto la pavimentazione del sagrato (davanti alla chiesa), che nel tempo avevano creato delle vere e proprie gallerie, con relativa esfiltrazione di acqua attraverso i muri verticali della scalinata che conduce al sagrato.
Il restauro ha comportato diverse fasi e interventi: le facciate sono state completamente spicconate dall’intonaco ammalorato. Dall’intonaco che si presentava invece ancora in buone condizioni è stato raschiato via il vecchio colore. Alla base dell’edificio è stata poi realizzata una intonacatura anti-umido. Sono stati restaurati o ricostruiti tutti i capitelli, i fregi, i festoni decorativi e le cornici. Sopra le cornici è stata approntata una mantellina con malta idrofuga. Le facciate sono state infine colorate con una miscela di idropittura. Per quanto riguarda il tetto: è stata restaurata completamente la gronda per il defluvio delle acque piovane e sono state sostituite le tegole e i coppi deteriorati o danneggiati. Nell’opera complessiva di restauro è da annoverare anche l’intervento effettuato al di sotto del sagrato per la regimazione delle acque. Particolare curioso: nel sottotetto del tamburo da anni avevano accesso i piccioni che nel tempo hanno depositato oltre 7 tonnellate di guano che gravava sulla struttura. È stato quindi necessario liberare da questi rifiuti organici tutto l’ambiente del sottotetto, cosa che non è stata semplicissima.
Se per restaurare e ricostruire la scalinata, tra 2109 e 2020, erano serviti 90.000 euro, per il restauro dell’edificio e del sagrato sono occorsi complessivamente 383.820 euro. La maggior parte di questa cifra – il 70%, pari a 268.674 mila euro – è arrivata dalla Cei, grazie ai fondi dell’8×1000 alla Chiesa cattolica. La Diocesi di San Miniato ha contribuito al 20% per un totale di 76.764 euro. Il restante 10%, (pari a 38.382 euro) è stato finanziato da Crédit Agricole Italia e Fondazione Carismi. Complessivamente il costo totale del restauro, per santuario e scalinata monumentale, è stato quindi di 473.820 euro. Palpabile la soddisfazione del vescovo Andrea che, durante la presentazione dei lavori, ha rimarcato il fatto che questo restauro restituisce all’intera comunità cittadina un’opera di rara bellezza, straordinariamente apprezzata da turisti e appassionati di arte che ogni anno visitano la città di San Miniato.