La Cappella del Loretino, che si apre a pian terreno del Palazzo Comunale, dal 1399 fino al 1718 custodì il veneratissimo Crocifisso detto “di Castelvecchio”, scultura trecentesca la cui storia si lega a quella della comunità cittadina. La parete di fondo della cappella è occupata da un tabernacolo ligneo, intagliato e dorato, organizzato in sette scomparti figurati con L’ Annunciazione, due Angeli, i Santi Miniato e Genesio. Nell’edicola centrale, chiusa da uno sportello decorato con l’immagine dipinta del Cristo risorto nel 1529 dal pittore fiorentino Francesco di Agnolo Lanfranchi, detto “lo Spillo” e fratello del più famoso Andrea del Sarto, si conservava la sacra scultura. La parte centrale del tabernacolo fu trasferita nel 1718 nel nuovo Santuario a lui dedicato di fronte al Palazzo Comunale.
Grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniatosi è potuto affidare il restauro del dipinto dello sportello alla dottoressa Sandra Pucciche ha provveduto sia alla messa in sicurezza degli strati materici che al risarcimento della spaccatura centrale che divideva la tavola in due parti. Successivamente ha proceduto alla pulitura della superficie pittorica tramite il ritrovamento dei colori originali. Questi esaltano le trasparenze delle zone in ombra del panneggio del Cristo, di un viola intenso, e accolgono le lumeggiature in tono blu ceruleo che danno un aspetto cangiante al mantello. La gradazione del giallo di Napoli usato per lo sfondo, di cui si può apprezzare la profondità, entro cui erano collocati gli angeli tra le nuvole ai piedi del Cristo, erano coperti da ridipinture ad olio durissime da rimuovere. I margini esatti della cornice, che delimitava originariamente il dipinto, vengono oggi riproposti con un tono neutro a selezione cromatica.
In generale, con la pulitura è tornato comprensibile l’efficace controluce proposto dall’artista, sapientemente ottenuto mediante il giusto equilibrio cromatico tra i toni caldi e freddi, chiari e scuri. La stuccatura delle diffuse innumerevoli piccole lacune ha permesso di rendere più compatta la superficie, riordinata attraverso il ritocco pittorico, eseguito per la maggior parte a selezione cromatica. Sono stati chiusi tutti i fori di tarlo, prima con balsite e, a seguire, con stucco a caldo; infine, intonati cromaticamente al colore originale circostante. Ha concluso l’intervento la verniciatura protettiva finale.
L’attuale restauro ha avuto l’obiettivo di restituire all’opera la forza espressiva, compositiva e cromatica originale, di grande bellezza e freschezza esecutiva, caratterizzante lo stile pittorico dello Spillo e della bottega di Andrea del Sarto, suo fratello. La Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato si rivela sempre sensibile alla valorizzazione del patrimonio culturale ecclesiastico rendendo possibile la sopravvivenza di opere che accompagneranno la comunità anche nel futuro.