«Tra Maria e noi c’è una differenza sola: il suo sì alla volontà del Padre, il suo mettere a disposizione di Dio tutta la propria vita. Perché affannarsi tanto quando è così semplice obbedire? Obbedire dicendo il sì che ha detto Maria, che significa metto tutto me stesso a disposizione del Signore. A Maria il Signore ha affidato il compito di essere intercessora per noi, e continua a svolgerlo nelle circostanze quotidiane della vita facendosi presente così come successe nel miracolo della lacrimazione del quadro di Maria a Siracusa». Queste parole, pronunciate dal vescovo Paccosi, durante la Messa, celebrata la sera di giovedì 15 maggio nella pieve di San Giovanni Battista a Corazzano, segnano l’inizio della peregrinatio del reliquiario della Madonna delle Lacrime di Siracusa in Valdegola. Il miracolo di Siracusa, al pari delle apparizioni della Madonna di Fatima e di Lourdes, testimonia l’amore di Maria per l’umanità. Ed è anch’esso simbolo di quella cattolicità, intesa come universalità, che caratterizza la Chiesa e che accorcia – anzi annulla – le distanze geografiche facendoci sentire tutti quanti parte del progetto di Dio.
Nel 1953, dal 29 agosto al 1° settembre, a Siracusa, nella casa di Angelo e Antonina, due sposi poveri, in attesa del primo figlio, gli occhi della Madonna, raffigurata in un quadro appeso nella camera matrimoniale, lacrimano costantemente. Antonina, affetta da una grave patologia che mette in pericolo la sua vita e quella del nascituro, si rivolge spesso all’immagine del quadretto, pregando la Madonna di salvare almeno il figlio. La lacrimazione avviene in un contesto di sofferenza, dolore e disagio economico. La notizia del volto della Madonna lacrimante si sparge velocemente e la casa dei due coniugi diventa, fino da subito, meta di pellegrinaggio da parte di molti che, toccando e assaggiando le lacrime, sostengono che si tratta di lacrime umane. A quel punto, la Curia costituisce una commissione scientifica, che, in seguito ad un’analisi accurata del quadretto, conferma che le lacrime sono effettivamente lacrime umane. Della commissione, peraltro, fa parte anche un medico non credente che afferma: «Io non posso non dire che queste siano lacrime umane». È don Aurelio, il rettore del «T santuario di Siracusa, dove sono custoditi sia l’originale dell’immagine sia il reliquiario, contenente la fialetta con le lacrime ed i panni usati per asciugare il quadretto, a spiegare la storia del miracolo, raccontando anche che il bimbo di Angelo e Antonina nacque il 25 dicembre 1953 e che il medico non credente morì la notte di Pasqua, a distanza di vent’anni, dopo aver chiesto che il reliquiario fosse portato nella propria abitazione e dopo aver ricevuto i Sacramenti.
Il santuario di Siracusa, dedicato da san Giovanni Paolo II nel 1994, è stato poi visitato da papa Francesco e, il 1° settembre 2024, dal futuro papa Leone XIV. Lo spostamento del reliquiario da Siracusa, in ragione della sua sacralità, richiede alcuni adempimenti di natura ecclesiastica, quali l’autorizzazione dell’arcivescovo di Siracusa e quella dell’ordinario della diocesi che lo accoglie. Una volta concesse tali autorizzazioni, don Simone Meini, che guida la parrocchia di Santa Maria in Valdegola, e i suoi collaboratori, si sono messi al lavoro per programmare tutti i momenti della peregrinatio.
Tra giovedì 15 e domenica 18 maggio, sono state celebrate sette Messe. Dopo quella iniziale con il vescovo Giovanni, le altre, che si sono tenute nella chiesa dedicata alla Resurrezione a La Serra, sono state presiedute dal rettore del santuario di Siracusa don Aurelio, dal cappellano dell’ospedale don Nicola, da padre Ennio, accompagnato da padre Andrea, dei Servi del Cuore Immacolato di Maria e da don Meini. Si è svolta anche un’adorazione eucaristica, sempre a La Serra. Un ampio numero di fedeli, provenienti anche da altre parrocchie, ha così potuto visitare il reliquiario, conoscere la storia di questo miracolo, e pregare offrendo alla Madonna di Siracusa le proprie sofferenze e le proprie gioie. Il reliquiario, accompagnato dal rettore don Aurelio, da don Simone e da Guido, il laico del santuario di Siracusa preposto alle missioni, ha visitato gli ammalati della Valdegola.
Si è tenuta anche un’attività dedicata ai bambini, preparata e guidata da don Aurelio, con lo scopo di far comprendere loro, con un linguaggio adatto all’età, il miracolo di Siracusa. Al termine della Messa di domenica, quando don Aurelio e Guido sono usciti dalla chiesa con il reliquiario, per tornare a Siracusa, le lacrime hanno velato gli occhi dei presenti. Abbiamo vissuto giorni di grazia, inginocchiati di fronte a quel reliquiario. Dispiace vederlo partire, vorremmo che restasse con noi… Ma fiduciosi, affidiamo le nostre lacrime a Maria. Lacrime di preghiera e di speranza.