Il regalo di Natale più bello l’ho ricevuto il 31 dicembre scorso, anche se non era per me. Me lo hanno fatto i clienti di 10 negozi di Santa Croce sull’Arno, che su invito della Caritas hanno lasciato alla cassa alcuni euro in più rispetto a quanto acquistato. Proprio il giorno di san Silvestro io e i 10 negozianti questi soldi li abbiamo contati, e li abbiamo trasformati in buoni spesa che i volontari della Caritas di Santa Croce distribuiranno alle persone seguite dal nostro centro d’ascolto.
Il valore dei buoni, corrispondente a quanto donato dai clienti dei negozi santacrocesi, è di 540 euro: e qualche negozio mi ha detto di fare di nuovo una visitina dopo l’Epifania, «perché la gente sta continuando a regalare anche in questi giorni, aspettiamo, Tommaso, aspettiamo!». La somma di per sé non è astronomica. Però a me riempie comunque il cuore. È il frutto di un bel gioco di squadra: la Caritas che ha organizzato, i negozianti che hanno sensibilizzato, i clienti che hanno regalato, e le persone in difficoltà economiche che ora usufruiranno di questo regalo.
Un regalo da santacrocesi a santacrocesi, un esercizio di mutuo aiuto che ha significato un piccolo introito extra anche per i nostri negozi di prossimità. Il kebabbaro, la cartoleria, la farmacia, la libreria, il ferramenta, la merceria, il parrucchiere… Il parrucchiere? Sì, anche il parrucchiere. Perché scusate, chi l’ha detto che ai poveri servono solo il pacco di pasta e le medicine? Mi immagino la sorpresa delle mamme che vengono a chiedere aiuto alla Caritas quando si ritroveranno fra le mani questo buono spesa così insolito: non per il supermercato, ma per farsi belle, e per riscoprire quanto sono belle; per guardarsi allo specchio con un bel sorriso dopo la messa in piega, e tornare a casa più spensierate, più desiderate, più felici.