Palaia

Il più grande dono del convegno è stata l’attesa: don Divo e don Milani a Palaia

di Leopoldo Campinotti

Con la presentazione del «Cammino di Don Divo» sotto le logge della piazza del Mercato a Palaia si è conclusa la due giorni di lavoro su don Divo e don Milani. Sono stati mesi lunghi e intensi di studio lettura e approfondimento che ci hanno fatto incontrare i tratti caratterizzanti dei due sacerdoti ma anche tanti appassionati dell’uno e dell’altro che si sono voluti presentare ai partecipanti al convegno, con le loro riflessioni, comparazioni e tesi.

Le due giornate di Palaia hanno però soltanto svelato alcuni aspetti lasciando intravvedere strade ancora inesplorate e ricche di prospettive. Arrivati alla fine però di questa due giorni la sensazione è stata che il dono ricevuto era proprio l’attesa, la ricerca, la scoperta continua e provocante. Con don Divo e don Lorenzo è stata una continua scoperta. Già dalla giornata di sabato l’accoglienza dei partecipanti all’Eremo della Fornace ci ha proiettati in una dimensione antica. La mancanza di comfort (luce acqua gas), l’ingombrante esuberanza della natura (sole, terra, alberi, aria), gli odori e i rumori intensi dell’Eremo (miele e cicale) hanno riportato ai partecipanti le sensazione che avevano fatto innamorare don Divo e i giovani della Fornace. Nella cappella circolare poi l’improvvisa e inattesa testimonianza di Enzo Brunetti, uno dei ragazzi di don Milani, della delicatezza del sacerdote don Lorenzo verso la mamma di un soldato tedesco morto in guerra ha ridonato a quel luogo la dignità di memorie belle come usava nei pomeriggi estivi un tempo nelle aie di campagna. La memoria che non è fantasia ma tracce di sentieri che portano alla vera gioia. Con il rientro in paese al teatro «Don Vegni» è iniziato il convegno vero e proprio Ai saluti ai partecipanti fatto dal professor Andrea Landi, ha fatto seguito l’intervento di don Vincenzo Arnone, parroco della Chiesa di San Giovanni sull’Autostrada del Sole.

Tracciando un veloce profilo dei due sacerdoti indipendente da considerazioni di confronto ci ha lasciato due poesie che ha dedicato a loro. L’avvio però era stato dato e l’intervento di don Alessandro Andreini della comunità di San Leolino ha offerto nuovi spunti dilungandosi sulla bellezza dello scambio epistolare tra i due e le meravigliose sintonie che ne sgorgano. La relazione più approfondita sul confronto tra don Divo e don Lorenzo ce l’ha donata il professor Riccardo Cesari di Bologna. Autore di vari libri su don Lorenzo Milani tra i quali il più imponente per richiami e collegamenti è il testo «Hai nascosto queste cose ai sapienti». Il confronto è diventato interazione e completamento, facendo intendere come la spiritualita dell’uno fosse complementare all’azione dell’altro. La seconda lettera di don Divo a don Milani è la risposta di questi sono le espressioni alte di una reciproca consolazione e stima. L’intervento seguente di Mariadele Orioli ha riportato a noi la forza di un percorso apparentemente contraddittorio: attraverso don Lorenzo si arriva a don Divo e don Divo ti restituisce don Lorenzo. È stata la sua esperienza personale ma è stata paradossalmente anche quella che ha sperimentato chi ha organizzato il convegno. Le parole di Mariadele, molto introspettive, hanno restituito i motivi per cui l’incontro con uomini “santi” possono cambiare e risollevare la nostra esistenza. Ha concluso padre Agostino Ziino, moderatore della Comunità dei Figli di Dio, che ci ha donato ampi e profondi spunti di riflessione sulla spiritualità di don Divo. Un sacerdote in continua ricerca di assoluto che portava Dio al mondo con i tratti, i modi, il calore della sua terra e di Palaia.

La cena in comune organizzata dalla parrocchia di Palaia è stato un momento bello di convivialità a cui ha fatto seguito la preghiera in Sant’Andrea che ha concluso la giornata con le parole «dolce e forte» (modo antico di cucinare il baccalà a Palaia) dei due sacerdoti. Al mattino il convegno è proseguito nella meraviglia della pieve di San Martino. Ancora ad accogliere i partecipanti il saluto del professor Andrea Landi bravo nel guidare rispettosamente gli interventi e restituendo cerniere di collegamento tra l’uno e l’altro. Subito la parola è andata a monsignor Giovanni Paccosi il quale ha proposto la sua esperienza di don Divo diretta e ripetuta. Ci ha anche narrato una premonizione avuta in tempi non sospetti da don Divo che puntualmente si è realizzata. La stima del vescovo Giovanni verso don Divo (ricambiata) è stata sempre molto grande e fu proprio lui che invitò Pax Christi in un primo incontro avuto poco dopo il suo ingresso, a chiedere la realizzazione di questo convegno.

Ma è stato sempre monsignor Paccosi che ha indicato la data del 29 di giugno. Paradossalmente data che, in un mese ricchissimo di impegni per tutti, ha trovato liberi tanti ed importanti relatori. Ma è stata anche una data “voluta” da don Divo. Infatti la prima costituzione a Firenze di quella che sarebbe diventata la Comunità dei Figli di Dio è stata fatta il 29 giugno 1946. Ma anche la celebrazione più importante per l’esperienza dei giovani della Fornace è avvenuta il 29 giugno 1964 per la prima Messa di ordinazione del primo figlio di don Divo, don Antonio Spezzani. Giorno quindi di grande coinvolgimento emotivo per lui e per la sua Comunità. Prima della celebrazione della messa conclusiva del convegno c’è stato il gradito saluto della Sindaca di Palaia, Marika Guerrini, che ha offerto la disponibilità sua e dell’amministrazione per approfondire il pensiero dell’illustre concittadino, chiedendo anche a padre Agostino quali potessero essere le indicazioni per una sua maggiore conoscenza.

La testimonianza finale di Fabio Filidei, consacrato da quasi 50 anni nella Comunità dei Figli di Dio, ha raccordato idealmente le vite dei giovani di don Milani a quelli di don Divo, ricordandoci che la memoria ha bisogno continuo di rinnovamento per essere modello per le nuove generazioni. Cristo si fa in don Divo o don Lorenzo affinché attraverso le loro passioni, sofferenze, speranze e combattimenti spirituali arrivi ancora al mondo il suo messaggio di salvezza per ogni uomo. Ma se la memoria si offusca, si appanna, si mistifica o peggio si rinnega, Cristo avrà ancora bisogno in futuro di nuovi don Lorenzo e don Divo per recuperare le nuove generazioni. Tanta vita spesa per pochi. Rinnovare la memoria è stato quindi l’invito che dopo il pranzo in Piazza del Mercato organizzato dalla locale Pubblica Assistenza, ha fatto da corollario alla proposta del Cammino di Don Divo. Per arrivare a questo incontro dovremo ancora studiare e approfondire, pregare e ascoltare. Essere degni di narrare tanta memoria è nostro compito mentre la meraviglia la metterà la natura, la storia, l’arte, l’aria, di Palaia, della Fornace, di Agliati… Così ancora una volta l’attesa dell’incontro sarà il dono per noi.

Un ringraziamento particolare va alla Pubblica Assistenza di Palaia che si è prodigata per organizzare il pranzo della domenica. A don Holin d’Cruz che con grande passione per don Divo ha messo in moto i parrocchiani per realizzare il convegno. A Andrea Landi che ha fatto da cinghia di collegamento con gli organizzatori. Alla famiglia Barsotti che con grande umiltà ha dato il proprio contributo per il successo delle due giornate. E a tutti i consacrati della Comunità dei Figli di Dio, che da tante parti d’Italia sono venuti a Palaia per conoscere le radici popolari del loro fondatore.