La pioggia battente e il forte vento che ha spazzato San Miniato fin dalle prime luci dell’alba hanno costretto, domenica scorsa, a modificare il programma dell’accoglienza ma non hanno certo diminuito il calore che la città di San Miniato ha riservato al vescovo Giovanni, nel giorno del suo insediamento. Il saluto alla cittadinanza non si è svolto nella centrale piazza del Popolo, come era preventivato, ma all’interno nella prospiciente chiesa di San Domenico, con una platea di fedeli provenienti da ogni parte del territorio diocesano.
Ad accoglierlo in città è stato il sindaco di San Miniato, Simone Giglioli, con un discorso di benvenuto. «La nomina del nuovo vescovo ci è arrivata come un dono alla vigilia di Natale, e di questo ringrazio papa Francesco, a ridosso dell’apertura dell’anno giubilare diocesano, iniziato lo scorso 5 dicembre, con cui si celebrano i 400 anni di vita della nostra diocesi (istituita il 5 dicembre 1622 con una bolla di papa Gregorio XV) e dell’acquisizione del titolo di città, un traguardo storico e importantissimo per tutta la comunità, che siamo felici di proseguire a celebrare insieme al nostro nuovo vescovo – ha dichiarato il sindaco -. In virtù dei segni storici profondissimi che la diocesi ha nell’impatto culturale cittadino, l’arrivo del nuovo vescovo è un punto di riferimento che può aiutarci in un periodo complesso come quello che stiamo vivendo, dove crisi economiche ed energetiche, pandemie, guerre e disastri ambientali azzerano le nostre certezze, accrescendo la fragilità e l’incertezza che serpeggiano nella nostra società. Le istituzioni devono affrontare insieme queste sfide che il futuro ci sta mettendo di fronte, sapendo scegliere con accuratezza e giustizia che cosa sia meglio, confrontandosi e collaborando verso obiettivi comuni: la ricerca di un nuovo equilibrio, di un recupero delle relazioni sociali che contribuiscano a costruire comunità più coese ed accoglienti. E proprio l’accoglienza è ciò che più di tutto ci lega a monsignor Paccosi, lui che ha fatto di questo valore un punto di riferimento nel suo percorso di crescita con la Chiesa, come missionario in America Latina». Il sindaco ha poi voluto rivolgere un ringraziamento e un augurio di buon lavoro al vescovo uscente, monsignor Andrea Migliavacca, per il cammino fatto insieme, prima di proseguire il pomeriggio di cerimonie con l’accoglienza in Palazzo comunale per un momento di saluto con le autorità civili e militari.
Presenti a questo momento istituzionale anche il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e la prefetto di Pisa Maria Luisa D’Alessandro, che hanno portato i loro saluti, in rappresentanza delle maggiori autorità civili e militari dei territori di Pisa, Pistoia e Firenze e dei rappresentanti di 17 Comuni del territorio diocesano. «La nostra è una comunità coesa e operosa che abbraccia un territorio ricco di vigore produttivo, sia nel settore industriale – ricordo solo la produzione di pelle e cuoio – che in quello artigianale, della logistica, dei servizi. Un territorio ricco di bellezze artistiche, vantiamo 9 santuari, e paesaggistiche dal padule di Fucecchio a nord fino alle colline della Valdera a sud, di eccellenze nel campo della proposta enogastronomica e dell’accoglienza turistica – ha dichiarato il sindaco nell’incontro in sala consiliare, facendosi portavoce di tutti i comuni della diocesi -. I borghi e le città della nostra diocesi sono abitati da cittadini e cittadine orgogliosamente fiorentini, pisani o pistoiesi ma altrettanto orgogliosamente cittadini e cittadine del mondo. Credo che su questo sogno e su questa realtà, l’intesa e la collaborazione col vescovo Giovanni saranno massime e positive».
«Il mio impulso per una comunità attenta al bene comune»
Nella chiesa di San Domenico, dove lo attendeva il sindaco Giglioli, il vescovo, rivolgendosi al primo cittadino ha detto: «Il compito che lei ha, signor sindaco, è meraviglioso. La politica è la forma più alta di carità per i cristiani, quando è vissuta nel suo senso più profondo, quello di mettere sé stessi al servizio del bene della comunità».
Venendo poi a parlare dei territori della diocesi ha aggiunto: «Prima di essere nominato vescovo non conoscevo nessuna delle città e dei paesi di questa diocesi, per cui per me questo è davvero l’inizio di un incontro». Le cortesie istituzionali sono poi proseguite nel Palazzo comunale, dove di fronte ai sindaci e alle altre autorità civili e militari del territorio, parlando del ruolo della Chiesa nella società civile, monsignor Paccosi ha sottolineato come Essa abbia «nel suo dna il fatto di essere un luogo di educazione alla gratuità, alla carità, alla pace, alla costruzione del bene comune. La Chiesa non ha potere; la forza che ha la Chiesa è il suo “anti-potere”, che coincide con la possibilità di formare le persone, come soggetti attenti al bene comune. Vorrei presentarmi a voi proprio così, dicendo che la Chiesa che vive in questo grande e bellissimo territorio avrà da parte mia l’impulso a sostenere la crescita di un popolo che diventi sempre più capace di gratuità, un impulso che vada anche nella direzione di una ricostruzione culturale, cioè della cultura come concezione di sé e del mondo, che faccia rifiorire ciò che sta all’origine di un certo modo di accogliere, amare e vivere il servizio».