Sul tavolo della segreteria sinodale diocesana sono arrivate in queste ultime settimane 73 relazioni, frutto degli incontri svoltisi nelle parrocchie, movimenti, associazioni e organismi di partecipazione ecclesiale. Da queste relazioni è stata tratta una sintesi inviata in questi giorni a Roma, alla segreteria del Sinodo dei Vescovi. A livello contenutistico si è notata una convergenza sui temi dell’accoglienza e dell’ascolto. È evidente un forte desiderio di potersi esprimere e di essere ascoltati all’interno della Chiesa, a tutti i livelli. L’esperienza dei gruppi sinodali, che ha offerto l’opportunità di riscoprirsi parte di una comunità, approfondendo la conoscenza personale degli altri e di se stessi, ha risvegliato in molti il desiderio di camminare insieme secondo lo stile dell’ascolto spirituale. Un desiderio che è da considerare come frutto primario di questa prima fase del “cammino sinodale”.
La sfida che ci attende è ora quella di elaborare uno stile di ascolto che entri nella nostra preghiera, nella catechesi, nel servizio alla comunità, nella programmazione delle iniziative parrocchiali… Nei resoconti torna più volte anche l’enfasi sulla conversione personale e sull’autenticità della testimonianza. In molti interventi si sottolinea l’importanza dell’incontro con un sacerdote o con un laico che hanno saputo riaccendere l’interesse per Cristo. L’umiltà e la gioia emergono come i tratti più apprezzati in questi testimoni capaci di coinvolgere e risvegliare le domande di senso. Per rendere più matura e personale la fede è quindi importante vivere momenti d’incontro con testimoni credibili, esperienze autentiche di fraternità e di sensibilizzazione verso le varie povertà.
Forte è stata anche la richiesta di un rinnovamento della catechesi, con un taglio più esperienziale. Anche per i più giovani, i momenti di impegno e di coinvolgimento comunitario sono quelli che restano nel cuore e danno la carica per continuare a camminare insieme nella quotidianità e nelle proposte ordinarie della pastorale. Questo approccio più esperienziale e meno teorico nella catechesi è una “conversione” che comporta anche il rinnovamento nella formazione dei catechisti e la messa a disposizione di strumenti e iniziative fruibili da parte di tutte le parrocchie.
Anche in questa prospettiva, l’esigenza di unire le forze è un appello pressante che spinge a superare campanilismi e divisioni e a puntare sul valore delle unità pastorali, sulla collaborazione tra parrocchie e servizi diocesani e sulla cooperazione tra gruppi e movimenti.