Fucecchio

Il centesimo anniversario della nascita di don Carlo Favilli

La Redazione

Nasceva 100 anni fa a Camugliano, nel comune di Ponsacco, don Carlo Favilli, che per 40 anni ha guidato la parrocchia di Santa Maria delle Vedute a Fucecchio. Scomparso a San Miniato il 7 dicembre del 2011, la comunità parrocchiale presso cui ha prestato la maggior parte del suo servizio sacerdotale lo ha ricordato, lo scorso 14 giugno, con una celebrazione eucaristica per le vocazioni presieduta dal vescovo Paccosi. Don Carlo Favilli fu ordinato sacerdote il 29 giugno 1949 e il suo primo incarico fu quello di cappellano a Capannoli, dove rimase per un anno. Quindi per 13 anni fu vice-parroco con lo zio don Iacopo a S. Croce sull’Arno. Dal 1963, per 3 anni, guidò la parrocchia di Orentano. Nel 1966 arrivò a Fucecchio, come parroco della chiesa di Santa Maria delle Vedute, dove rimase fino al 2006, anno in cui si ritirò a San Miniato assumendo il delicato incarico di canonico penitenziere della Cattedrale.

Il ricordo grato della sua azione pastorale si è associato all’ammirazione per le opere che ancora testimoniano il suo zelo: a lui si deve la fondazione del primo oratorio di Santa Maria delle Vedute e del giornalino «Voce Amica».

Si impegnò nel portare avanti i grandi lavori, durati quasi vent’anni, per rendere la chiesa parrocchiale più bella e adeguata ai tempi, in linea con le indicazioni del Concilio Vaticano II: il grande organo, che dopo l’ampliamento di quello già esistente, diventò uno dei più belli della zona, il nuovo fonte battesimale, il rialzamento del presbiterio, il rinnovamento degli altari, il restauro del soffitto.

Don Carlo ebbe particolare cura per la liturgia, il canto, la musica, perché tutti potessero gustare la bellezza e l’importanza delle celebrazioni. Ma soprattutto il suo pensiero e la sua cura furono rivolte ai suoi parrocchiani, per i quali don Carlo è stato una presenza costante, accompagnando intere generazioni lungo il cammino della fede. Fonte inesauribile di proposte e riflessioni, le sue iniziative rivolte a grandi e piccoli erano continue così come le serate di catechesi sempre molto frequentate. Molti seminaristi, in servizio presso la sua comunità, hanno potuto far tesoro del suo esempio e dei suoi consigli. Esempio per tutti di disponibilità, di fede incrollabile, di servizio, di ascolto premuroso degli ultimi, dei poveri, degli ammalati.

Don Favilli sostenne anche le attività dell’Unitalsi e della Caritas, aprendo la strada allo sviluppo di queste associazioni in diocesi. Ebbe sempre un’attenzione particolare ai giovani, valorizzandoli e accompagnandoliin nel loro cammino di crescita. Il suo stile caratterizzato da delicatezza, sensibilità, attenzione e discrezione, il suo chiedere a bassa voce, unite a una forte volontà e determinazione, hanno lasciato un segno importante nella vita di tanti che lo hanno voluto così ricordare, nel centesimo anniversario della sua nascita.

Dopo la celebrazione eucaristica di venerdì scorso, la comunità di Santa Maria delle Vedute ha inaugurato, nei locali parrocchiali, una mostra fotografica-documentale dedicata alla sua figura.