Giovedì 8 Giugno scorso la Casa Famiglia Caritas di San Miniato ha festeggiato i suoi 30 anni di attività. La festa era organizzata da tempo e tutti la aspettavano con ansia!
Per questo importante compleanno gli operatori e le donne della Casa e la direzione della Cooperativa Sociale La Pietra d’Angolo che gestisce la struttura si sono adoperati per mesi, riuscendo a organizzare festeggiamenti adeguati ad un evento così importante.
Fin dalla mattina le donne e gli operatori si sono avvicendati negli ultimi preparativi della casa, così che fosse pronta ad accogliere chiunque volesse visitarla
Alle 16.30, sotto i Loggiati di San Domenico, è iniziata finalmente la festa vera e propria!
La location è perfetta, lo spazio antistante la biblioteca è la cornice ideale, rappresenta il cuore di San Miniato, lo spazio più indicato per sottolineare il legame creato nel tempo con la comunità cittadina.
Tutto è pronto e con i saluti e i ringraziamenti da parte di Michela De Vita, presidente della Cooperativa, diamo inizio al pomeriggio di festa che si apre con gli interventi delle istituzioni. Il primo a parlare è Simone Giglioli, Sindaco di San Miniato, che ha voluto sottolineare quanto la Casa Famiglia sia profondamente radicata nel tessuto sociale. Le sue ospiti vivono quotidianamente la città dove si sentono libere e accolte dai privati cittadini ma anche dai vari negozianti a cui non mancano mai di fare un saluto. Il Sindaco ha voluto raccontare la sua piacevole esperienza di un invito a pranzo in casa famiglia, momento molto apprezzato da donne e operatori.
Sulla stessa linea è l’intervento del Vescovo di San Miniano, Mons. Giovanni Paccosi; già dall’inizio del suo ministero in Diocesi, tra le prime persone ad aver conosciuto sono state alcune delle ospiti che si sono presentate, con semplicità, educazione ed entusiasmo, come “le donne della Casa Famiglia”. Da brave padrone di casa lo hanno invitato a pranzo, contente di mostrargli la casa e trascorrere del tempo insieme. La spontaneità, la serenità e la voglia di relazione manifestata in questo breve e inatteso incontro ci restituiscono, ha affermato il Vescovo, il buon lavoro fatto all’interno di questa realtà in cui la socializzazione, il mettersi in relazione con l’altro nei vari contesti della vita rappresentano il centro del lavoro educativo.
Seguono gli interventi della dottoressa Loredana D’Ermiliis, responsabile per l’area disabilità della Società della Salute, e della dottoressa Rossella Boldrini. Entrambe sottolineano l’importanza di esperienze come quelle vissute in Casa Famiglia Caritas che, pur essendo una struttura residenziale, al suo interno si vive e si assapora un vero clima di famiglia. Preme ricordare che, agli inizi della vita della struttura, la dottoressa Boldrini fu un importante punto di riferimento per rendere Casa Famiglia ciò che è adesso.
Chiude questa prima parte più istituzionale il saluto di Don Armando Zappolini, direttore della Caritas Diocesana di San miniato. Don Armando ha sottolineato l’attenzione della Caritas Diocesana ai bisogni e alle necessità che arrivano dal territorio e di come vengono date risposte con nuovi servizi e progetti. La Casa Famiglia incarna la realizzazione di una richiesta importante arrivata dal territorio di San Miniato.
É poi il momento dei racconti, il tempo per chiaccherare insieme, raccontare e raccontarsi. Nell’ordine intervengono Simona Della Maggiore, Chiara Caponi, Maresca Morelli, volontarie storiche della Casa Famiglia, e ricordano la loro personalissima esperienza: come sono arrivate in casa famiglia, i loro vissuti e tutto quello che portano ancora nel loro cuore.
Interviene poi Cristiana Cavallini, sorella di un ospite della casa, condivide con noi la sua esperienza di sorella minore che fin da piccola frequentava la casa famiglia, soprattutto nelle ricorrenze speciali. Ormai donna adulta e madre, riconosce l’importanza del supporto che nel tempo la struttura ha avuto e continua ad avere, non solo per la sorella ma anche per la sua famiglia. Sottolinea l’importanza di sensibilizzare le nuove generazioni, sempre più distratte dal mondo dei social, rispetto al tema della diversità/disabilità, diffondendo la cultura dell’inclusione.
Monica Matteoli, direttore della Cooperativa, ricorda l’inizio di questo progetto, di tutte le difficoltà incontrate soprattutto per la mancanza di punti di riferimento ed esempi da cui prendere spunto. Coraggio, entusiasmo e anche un po’ di incoscienza sono stati la spinta propulsiva di questa avventura, volta a voler dare risposte ad un bisogno concreto di accoglienza e di supporto. Monica sottolinea di quanto la casa famiglia sia stata anche un’esperienza innovativa, ricordando la figura fondamentale della signora residente, Tina Gabrielleschi, che richiama molto il co-housing oggi attualissimo.
Don Andrea Cristiani chiude questa seconda parte, raccontando di aver vissuto personalmente la nascita della Casa Famiglia Caritas, di aver assistito alla sua progressiva crescita e alla sua evoluzione, al salto di qualità della vita di gran parte delle donne accolte, molte delle quali ha conosciuto personalmente e che sono entrate a far parte della sua vita e della sua famiglia.
Durante la festa viene presentato il progetto “Autoritratto”. Il Progetto che nasce nel Laboratorio di Pittura “Colori in corso”, attivo già da qualche anno in Casa Famiglia, portato avanti con la collaborazione della maestra d’arte Laura Leonardi. Il percorso ha avuto nel tempo una sua progressione, dalla conoscenza degli strumenti e delle varie tecniche espressive, fino ad arrivare alla produzione di opere nate, prima dall’osservazione del mondo che ci circonda e successivamente di noi stessi, la percezione del proprio corpo, di come ci vediamo e di come ci vedono gli altri. Ecco che è arrivato il momento di prendere in mano il pennello e di mettersi di fronte alla tela bianca; tante sono state le emozioni vissute, la paura di sbagliare, il timore di non essere all’altezza ma anche l’entusiasmo di mettersi alla prova. Pennellata dopo pennellata, tratto dopo tratto i colori iniziavano a dare forma a qualcosa di meraviglioso! Ognuna di loro, pur nell’incertezza dei tratti, è riuscita a cogliere un particolare, un carattere distintivo che le rende riconoscibili anche all’occhio meno familiare. Abbiamo sentito la necessità di valorizzare e condividere con gli altri la bellezza di queste opere producendo delle magliette in collaborazione con “Altamoda Italia”, la cui titolare Claudia Volpi, grazie alla sua sensibilità, ha creduto fin dall’inizio nel nostro progetto, decidendo di realizzare e promuovere la vendita delle magliette e che, dopo la presentazione di oggi, programmerà un evento promozionale nella sua sede di Ponsacco.
Arriva poi il momento tanto atteso, entrano in scena le vere protagoniste della giornata. “Cera una volta una casa”, è il racconto della quotidianità, di tutti quei gesti semplici che, giorno dopo giorno, hanno reso casa famiglia così speciale. Donne e operatrici, fra canzoni di altri tempi e rappresentazioni di tutte quelle azioni che si vivono in casa famiglia, hanno raccontato e coinvolto gli spettatori in quella che è la giornata tipo all’interno della casa.
L’emozione vissuta in prima persona dalle “attrici” è arrivata al cuore del pubblico che a sua volta ha dimostrato tutto il suo calore e affetto fra applausi e qualche lacrima.
Ringraziamo l’Associazione Tra I Binari, che nei mesi precedenti è entrata in casa famiglia “in punta di piedi” e ha saputo osservare e cogliere la caratteristica più spiccata di ogni donna, esaltarla e portarla in scena.
I festeggiamenti si sono conclusi in Casa Famiglia dove amici, parenti, donne e operatori hanno brindato insieme a questo traguardo, consumando l’apericena egregiamente servito dai ragazzi dell’Associazione Gam.
Un sincero ringraziamento a tutti coloro che hanno reso possibile questa meravigliosa festa!