Il nuovo organo espressivo della Collegiata di Fucecchio è stato inaugurato lo scorso 2 ottobre, insieme allo splendido coro ligneo restaurato e alla teca riposizionata con le reliquie del santo patrono della città: San Candido. I soggetti che hanno reso possibili i lavori di restauro sono stati la Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato, il Comune di Fucecchio, la Regione Toscana, la Diocesi di San Miniato e, naturalmente, la Comunità parrocchiale della Collegiata.
I lavori hanno consentito di sistemare definitivamente l’organo espressivo sopra l’ingresso della sacrestia, collocandolo su una nuova cantoria. Il coro dietro l’Altare Maggiore è stato riportato all’antico splendore e la teca con le reliquie di San Candido è stata sistemata adesso in una posizione più consona, che permetterà un accesso adeguato ai pellegrini delle Vie Francigena e Romea. Numerosi i tecnici che hanno accompagnato per lunghi mesi i lavori, tra questi ricordiamo l’architetto Paolo Caparrini, l’ingegner Stefano Torre e il dottor Gabriele Nannelli funzionario delle Belle Arti.
La scelta della data di sabato 2 ottobre per l’inaugurazione è stata dettata dalla coincidenza con l’anniversario dell’erezione della Pieve ad Arcipretura, esattamente 350 anni fa. Tra le curiosità: il coro – ora restaurato – ospitava 12 canonici che qui eseguivano le preghiere liturgiche quotidiane. Il capitolo dei canonici della Collegiata fu soppresso agli inizi del secolo scorso. L’organo espressivo conta 800 canne che si uniscono alle canne dell’altro organo situato all’ingresso della chiesa. Particolare curioso e di grande siggestione: nella teca insieme al corpo di San Candido si conservano l’ampolla del sangue e due misteriosi cofanetti, di cui non si conosce il contenuto. Si suppone che uno di essi contenga uno scritto o un decreto papale che potrebbe aiutare a fare luce sull’identità del santo. Secondo la tradizione, il San Candido le cui reliquie arrivarono a Fucecchio nel 1665, sarebbe stato un militare romano che per fedeltà a Cristo si rifiutò di servire l’allora imperatore e per questo affrontò il martirio.