Come proseguirà il «cammino sinodale» nella nostra diocesi mettendo a frutto il lavoro svolto nello scorso anno pastorale? Prenderanno avvio in autunno i laboratori sinodali, ispirati all’icona di Betania.
Nel maggio 2021, rispondendo all’invito di papa Francesco, tutte le diocesi italiane si sono messe in cammino avviando un percorso sinodale. Anche la nostra diocesi ha intrapreso un itinerario di ascolto dello Spirito, invitando tutti a partecipare e a condividere la propria esperienza del «camminare insieme» nella Chiesa. I frutti di questa prima fase di ascolto sono stati sintetizzati nella relazione sinodale che, insieme alle relazioni giunte dalle altre diocesi italiane, è confluita in un «Testo di lavoro» contenente i nuclei tematici ricorrenti, elaborato nel maggio scorso al secondo convegno dei referenti sinodali diocesani. L’incontro di Gesù con Marta e Maria nella casa di Betania (Lc 10,38-42) si è profilato come icona di questa prima fase del cammino sinodale. Parole come: cammino, ascolto, accoglienza, ospitalità, servizio, casa, relazioni, accompagnamento, prossimità, condivisione… sono risuonate continuamente nei gruppi sinodali e hanno disegnato il sogno di una Chiesa come «casa di Betania» aperta a tutti.
Tra le indicazioni emerse per il prosieguo del cammino sono state evidenziate le seguenti: crescere nello stile sinodale e nella cura delle relazioni; approfondire il metodo della conversazione spirituale; continuare l’ascolto anche rispetto agli ambienti meno coinvolti nel primo anno; promuovere la corresponsabilità di tutti i battezzati; snellire le strutture per un annuncio più efficace del Vangelo.
Le indicazioni per il secondo anno del cammino sinodale, che riprenderà anche nella nostra diocesi nel prossimo autunno, sono state raccolte in un testo dal titolo suggestivo: «I Cantieri di Betania». Il documento, introdotto dal cardinale presidente della Cei Matteo Zuppi, propone tre «cantieri sinodali», ossia laboratori aperti, che ogni diocesi potrà adattare e integrare liberamente: Il cantiere della strada e del villaggio , dove presteremo ascolto ai diversi «mondi» in cui i cristiani vivono e lavorano, e «camminano insieme» a tutti coloro che formano la società; in particolare occorrerà curare l’ascolto di quegli ambiti che spesso restano in silenzio o inascoltati. Innanzitutto il vasto mondo delle povertà: indigenza, disagio, abbandono, fragilità, disabilità, forme di emarginazione, sfruttamento, esclusione o discriminazione, e poi gli ambienti della cultura, delle religioni e delle fedi, delle arti e dello sport, dell’economia e finanza, del lavoro, dell’imprenditoria e delle professioni, dell’impegno politico e sociale, delle istituzioni civili e militari, del volontariato e del terzo settore. Il cantiere dell’ospitalità e della casa dovrà approfondire l’effettiva qualità delle relazioni comunitarie e la tensione dinamica tra una ricca esperienza di fraternità e una spinta alla missione che la conduce fuori. Si interrogherà poi sulle strutture, perché siano poste al servizio della missione e non assorbano energie per il solo auto[1]mantenimento, e dovrà pertanto verificarne sostenibilità e funzionalità. Il cantiere delle diaconie e della formazione spirituale per radicare meglio l’azione e il servizio nell’ascolto della Parola di Dio e dei fratelli: è questo che può distinguere la diaconia cristiana dall’impegno professionale e umanitario. Spesso la pesantezza nel servire nasce dalla logica del «si è sempre fatto così», dall’affastellarsi di cose da fare, dalle burocrazie ecclesiastiche e civili incombenti, trascurando inevitabilmente la centralità dell’ascolto e delle relazioni.
Ogni diocesi potrà aggiungere a questi un quarto «cantiere», valorizzando una specifica priorità emersa dalla propria sintesi diocesana. Il Gruppo di coordinamento nazionale offrirà per l’inizio di settembre un piccolo sussidio metodologico per presentare alla comunità cristiana la proposta dei «cantieri» e le indicazioni per la loro restituzione alla fine del secondo anno di cammino sinodale.