Momento di preghiera in stile Taizé con il gruppo di Gello insieme a Don Armando Zappolini per la Giornata mondiale della gioventù diocesana svoltasi nella cattedrale di San Miniato, sabato 13 aprile scorso alla presenza del Vescovo, monsignor Andrea Migliavacca e dei veri protagonisti, i giovani. La preghiera davanti alla croce, messa giù in modo da potersi avvicinare per poterla adorare come segno e atto di affidamento, ha visto per questa occasione l’importanza della lettera di San Paolo e del brano evangelico di Giovanni – Gesù e la samaritana – ed è stata animata dai canti dei ragazzi. I sacerdoti si sono, poi, resi disponibili per il sacramento della riconciliazione e il Vescovo Andrea ha fatto partecipi i ragazzi, con il suo messaggio pensato per l’occasione. La vera novità sta nel sinodo dei giovani. Come Sua Eccellenza ci ha ricordato «il Papa ha consegnato il documento conclusivo di questo importante sinodo che si intitola “Christus vivit”: è, perciò, un tempo in cui la nostra Chiesa vede nei giovani la speranza e, come diceva il Papa in quell’importante incontro mondiale a Panama, “non il futuro ma l’adesso di Dio, l’adesso della Chiesa”». La prima immagine, il primo percorso da fare è nelle parole di Gesù alla samaritana: «Dammi da bere». È la richiesta di chi dice: «Non avere paura di consegnarmi la tua vita, non avere paura di farmi conoscere cosa hai nel cuore, non avere paura di parlarmi e di entrare in intimità con me».
«Credo che questa sia la prima strada che voi giovani potete percorrere» è stato l’invito del vescovo: «parlate con Gesù, cominciate il dialogo con lui, raccontategli cosa avete nel cuore, quali speranze avete, che cosa desiderate, anche le delusioni, insieme ai vostri peccati… parlate a Gesù». Ma c’è una seconda strada che si intravede in questa pagina del Vangelo : «Chi beve dell’acqua che io gli darò non avrà più sete». Ecco allora che emerge in tutta la sua autenticità la richiesta principale: «Chiedete voi da bere». Come ricordava il Vescovo, «è il chiedere da bere di chi cerca nelle parole di Dio la propria vita; è il chiedere da bere di chi si interroga su cosa sia la verità, che cosa sia il bene, il bello della propria vita; è il chiedere da bere di chi è capace di perdono e di stringere la mano soprattutto al nemico».
La terza strada sta nelle parole di Paolo: «Noi fungiamo da ambasciatori per Cristo«. Il messaggio è chiaro: «abbiate il coraggio di dire la verità e di cercare la giustizia, di fare propria la voce viva del Vangelo… Essere ambasciatori per Cristo significa essere autentici, mostrare davvero ciò che si è, ciò che si fa e ciò che si dice». Ma questo lo possono fare i giovani, «speranza e presenza della Chiesa e di Dio».