Al Natale di Cristo, nostro Signore.
«Pendere da un legno,
trapassato il petto,
e inchiodate le duetempie di spine,
offrire le tue penemortali in riscatto
della nostra gloria,fu certo eroico fatto;
ma lo fu di più nascere
in tali ristrettezze,
in cui, per mostrarcicome per il nostro bene
fin dove in bassoe da dove vieni,
non vuole unacapanna tener tetto.
Non fu questa impresa maggiore, oh gran Dio mio,
Perché del tempo hai vinto la ghiaccia offesa
nell’esile età con petto forte
(che fu più grande sudare sangue che sentir freddo),
ma perché c’è più immensa distanza da Dio a uomo,
che da uomo a morte».
Luis de Góngora y Argote
Questa poesia di un grande autore barocco della Spagna del XVI secolo mi è venuta in mente in questi giorni della Novena di Natale in cui siamo rivolti verso il presepe di Gesù, la povera mangiatoia in cui, nell’indifferenza del mondo e dei potenti, nacque a Betlemme. Il poeta si riempie di stupore e di gratitudine, pensando a ciò che Gesù ha sofferto sulla croce, ma rimane attonito davanti al mistero di Dio che si fa uomo, considerando l’indicibile distanza che separa, come un abisso senza fine, la nostra effimera natura umana e l’infinita grandezza di Dio.
Mai come oggi questa distanza è sembrata abissale, con le nostre vite che scorrono senza neanche pensare a Dio, che per molti ormai è quasi del tutto assente dalla vita quotidiana. Eppure, se Dio sembra lontanissimo, quel bambino, nato a Betlemme, proprio lì dove tanti bambini oggi soffrono e muoiono, continua a commuoverci.
Le migliaia di persone che visitano i nostri bellissimi presepi artistici, in tanti luoghi della diocesi, la cura con cui prepariamo il Natale nelle nostre famiglie e nelle città, portano dentro un’attesa e una speranza che sgorgano da quella Nascita. Attesa di perdono, di riscatto, di novità. Speranza di pace, di unità, di concordia. Un piccolo bambino nell’immensità del mondo, eppure è Lui la luce che cerchiamo, la certezza che la vita di ognuno ha un senso, perché per ognuno, per me e per te, Dio si è fatto carne, si è rimpicciolito per mostrarci il Suo amore.
Col Natale quest’anno inizia il Giubileo: ripartiamo da Gesù, dalla Sua misericordia che salva, per goderne noi e per offrirla a tutti. Siamo testimoni del Dio amore che ci ha conquistato, la grande speranza che siamo chiamati a vivere e comunicare a tutti. Adorando il Dio Bambino sentiamoci Chiesa che annuncia il Vangelo e a Lui affidiamo il mondo. Buon Natale!
+ Giovanni Paccosi
Immagine: Madonna col Bambino, sec. XVII, bottega emiliana,
olio su tela, cm 50,5 x 65, Palazzo Vescovile di San Miniato.