Dalla Diocesi

Giubileo dei movimenti e delle associazioni

Il racconto della Comunità Neocatecumenale di Santa Croce sull’Arno

Appena reso noto il calendario generale del Giubileo 2025 – lo scorso settembre l’occhio cadde subito sull’incontro del 7-8 Giugno: il Giubileo dei movimenti e delle associazioni e delle nuove comunità, ovvero le realtà ecclesiali nate dopo il Concilio Vaticano II, suscitate e guidate dal soffio dello Spirito Santo. Come Comunità Neocatecumenale abbiamo valutato insieme di partecipare alla veglia di Pentecoste con il Santo Padre (che al momento della nostra prenotazione era ancora Papa Francesco). Così abbiamo iniziato a visitare il sito del giubileo per iniziare ad eseguire le operazioni di registrazione per quelli definiti i “Grandi eventi” del Giubileo. Nel nostro gruppo faceva parte anche don Simeon Rwasa, vice-parroco di Ponsacco che ha guidato anche la parte spirituale del pellegrinaggio. La mattina del 6 Giugno siamo, dunque arrivati al santuario della Scala Santa a Roma, dove ci attendeva padre Giovanni Battista Scarinci, uno dei responsabili dell’Ordine dei Passionisti di San Paolo della Croce e amico del nostro gruppo da oltre quarant’anni. Il nostro pellegrinaggio è iniziato, quindi, con la celebrazione penitenziale presieduta dallo stesso Scarinci, da don Simeòn e da padre Ottaviano d’Egidio, già superiore generale della Congregazione della Passione di Gesù Cristo. E’ seguita, poi la visita al Sancta Santorum e la salita della Scala Santa (la scala di legno arrivata da Gerusalemme a Roma per volere di Sant’Elena, madre di Costantino), quella che Gesù salì per arrivare di fronte a Pilato. Il giorno 7 Giugno, già al mattino, siamo giunti a piazza Pia dove ci è stata consegnata la croce del Giubileo e un pieghevole con dei salmi e delle letture e ci siamo incamminati verso piazza San Pietro. Lentamente ci avvicinavamo alla Porta Santa… Il rosario, la lettura della Parola di Dio e i canti neocatecumenali, ci hanno accompagnato lungo il cammino ed hanno alleviato la fatica del sole caldo che si affacciava sulla piazza petrina.

Molti i gruppi presenti provenienti da vari stati e continenti del mondo, una pluralità di comunità oranti riunite per la veglia di Pentecoste, massima espressione dei diversi doni dello Spirito Santo. Recitando Padre Nostro, Ave Maria e Credo abbiamo A attraversato la Porta Santa: i nostri volti erano raggianti perché finalmente si realizzava il desiderio che ci aveva messo in moto da diversi mesi. Alle 12 abbiamo poi partecipato alla Messa in San Pietro dove ha concelebrato anche don Simeòn. Già nel primo pomeriggio si poteva iniziare a prendere posto per la veglia della sera presieduta dal Santo Padre. Una pre-veglia animata da canti, testimonianze di famiglie neocatecumenali in missione, di fedeli appartenenti a Comunione e liberazione, al movimento dei focolarini, a Nuovi orizzonti, all’Azione cattolica e molti altri. L’elemento comune a tutti è stato quello di testimoniare l’incontro con Cristo che non è un’idea o una filosofia ma un avvenimento concreto nella vita di ognuno. L’allegria, la festa, la vivacità ci accomunava e tra le file delle sedie nascevano conoscenze e amicizie tra persone provenienti da tutto il mondo.

Vero le 19.40 gli altoparlanti hanno annunciato l’arrivo del Papa con l’inno del Giubileo “Pellegrini di speranza”. Una voce di circa 70.000 pellegrini si è alzata dalla Piazza e per invocare lo Spirito Santo. Si è data lettura, poi, del vangelo di Luca. Papa Leone ha ringraziato tutti i presenti per aver accolto i doni dello Spirito Santo che muove, esorta e spinge a portare l’annuncio della salvezza, ad aprirsi all’Amore, a portare la gioia e la speranza della vita, ad abbandonare la tristezza, la solitudine, l’egoismo, il narcisismo e l’individualismo. Non siamo più soli ma abbiamo un Consolatore che ci invita a fare esperienza di una vita rinnovata e ricca di misericordia, di perdono e di amore. Il Santo Padre ci ha invitati a rimanere uniti nello Spirito perché legati a Lui si possono trasformare le relazioni più difficili in relazioni di pace. Alle 22 è stato poi il momento della benedizione solenne con l’appuntamento alla Messa del giorno seguente. Sono stati giorni di grazia in cui abbiamo vissuto un’esperienza profonda di comunione tra le diverse spiritualità e di questo rendiamo grazie a Dio.