Trascorse le festività natalizie siamo entrati nel nuovo anno sognando un 2020 migliore su tutti i punti di vista. Del 2019, che ormai sta alle nostre spalle, ne abbiamo dette «peste e corna». Un rituale che si ripete puntualmente ogni fine anno. Un po’ di sana illusione ci aiuta a vivere meglio. Ma l’anno nuovo si prospetta davvero speciale per noi di Fucecchio perché dal 6 gennaio all’8 marzo si svolgerà la visita pastorale del nostro vescovo Andrea.
Il Vescovo viene per incontrare le diverse Parrocchie che costituiscono la nostra Unità Pastorale. È un’occasione privilegiata per condividere con noi la gioia del Vangelo, la comunione fraterna, la bellezza di sentirci popolo in cammino verso il Regno tutti uniti dall’unico precetto dell’amore. Egli si inoltrerà nelle varie componenti della nostra comunità per esplorare l’opera della Spirito. La prevalenza del suo muoversi fra di noi sarà incentrata nella dimensione spirituale dove dimora quel Dio dal Volto Umano di cui Egli è testimone. Come Apostolo inviato da Gesù ci conferma nella certezza che l’unico desiderio del Padre è di vederci felici.
Accogliamolo come messaggero e missionario di Pace. Egli incontrerà, non nel fasto celebrativo, ma con semplicità e comprensione le varie realtà di Fucecchio, bussa a tutte le porte e a chi apre Egli dona la potenza irrefrenabile e intramontabile del Vangelo. Incontrerà la gente nei luoghi dove vivono, dalle case alle fabbriche, dai luoghi dello sport ai centri di cultura e di ritrovo. Ascolterà le nostre gioie e le nostre pene. Per la Grazia di cui è portatore Egli ci incoraggerà nella perseveranza. La nostra grande famiglia di famiglie si prepari ad accoglierlo nella preghiera e nella carità. Fondamentale sarà per lui e per noi verificare la crescita della nostra unità pastorale che si prepara oramai da 15 anni ad affrontare i tempi nuovi che si prospettano sorprendentemente belli, perché il drastico calo dei preti, è un segno di Dio per una Chiesa più carismatica e ministeriale dove finalmente i battezzati vivranno a pieno titolo il «sacerdozio comune». Il lento cammino bimillenario della nostra Chiesa Cattolica ci ha condotto in nuove dinamiche per far riscoprire a tutti noi la grandezza del Battesimo per il quale siamo divenuti «sacerdoti, re e profeti». Sono consapevole di andare controcorrente, ma per me, dopo quasi mezzo secolo di sacerdozio, esiste la convinzione che, questa stagione che viviamo è la più bella della nostra storia, perché fatta di aperture, di libertà, di attenzione primaria agli ultimi, di scelte di povertà, insomma sento il profumo delle Beatitudini che pervadono anche l’istituzione. La Chiesa è tornata ad essere lievito di quella società alternativa annunziata da Gesù. Al timone della barca di Pietro conduce intrepido Papa Francesco la sua forza e debolezza ci rassicurano che Gesù «non dorme».
L’amabilità, la parola e la simpatia del Vescovo Andrea lasciano prospettare un tempo davvero bello e indimenticabile. Per tutti noi siano giorni di consolazione, di speranza e di crescita nella Verità e nell’Amore.