Giovedì 18 luglio, in una calda serata mitigata dalla brezza, è stato presentato a Fucecchio, sul Poggio Salamartano, il libro Don Mario Santucci, una guida per il nostro cammino, un volume concepito per ricordare un sacerdote che ha lasciato un’impronta tuttora viva, come confermato dalla folla numerosa che ha partecipato all’evento, nonostante che siano passati ormai dodici anni dalla sua scomparsa
La manifestazione si è svolta nell’ambito del «Caffè del Poggio», un ciclo di incontri promosso dal Circolo MCL, che si ripete ormai da circa 15 anni. Del libro, pubblicato dalle Edizioni dell’Erba, hanno parlato sia i curatori (Marco Bitossi, Alberto Malvolti e Mariella Santucci) sia alcuni sacerdoti che sono stati particolarmente vicini a don Mario: donIdilio Lazzeri, già arciprete della Collegiata di Fucecchio mentre don Mario vi esercitava la funzione di cappellano; donAndrea Cristiani, succeduto a don Idilio nel 2005 e don Giorgio Rudzki, che collaborò con don Mario quando quest’ultimo, a iniziare dal 2007, diventò parroco della Chiesa di Santa Maria delle Vedute.
Il primo intervento è stato però quello di Emma Donninisia in qualità di sindaca di Fucecchio eletta nello scorso giugno, sia come ex componente del gruppo «Amicizia» creato da don Mario, che seppe coinvolgere tanti giovani in molteplici iniziative. Grande l’emozione di tutti gli intervenuti anche perché la manifestazione si è svolta nella cornice di un luogo particolarmente amato da don Mario – il poggio Salamartano – dove spesso nelle sere estive egli si fermava a discutere vivacemente, senza escludere nessun interlocutore e nessun argomento, dallo sport ai temi di attualità, dalla politica (una politica “alta” che impegnava la G partecipazione dei cattolici) fino alle pagine delle sacre scritture, tema che come risulta da più pagine del libro – è stato sempre al centro delle riflessioni del “cappellano”. Don Giorgio ha sottolineato le doti umane di Mario, sempre disponibile alla collaborazione, nonostante i tratti talvolta apparentemente rudi del suo carattere: significativi certi “spunti” delle omelie di don Giorgio che Mario apprezzava al punto da dichiarare che li avrebbe utilizzati nei suoi discorsi, anche se in realtà, lui, oratore ben dotato, non ne avrebbe certo avuto bisogno: lo diceva soprattutto per gratificare e incoraggiare il più giovane sacerdote di origini polacche, ancora non perfettamente padrone della lingua italiana.
Don Andrea, arciprete della Collegiata di Fucecchio, ha attualizzato la figura di don Mario, il suo spessore di sacerdote radicato in una fede profonda, come figura alternativa al superficiale materialismo che si è andato sempre più imponendo nella nostra società e che ha lasciato vuoti i seminari, mentre don Mario aveva visto coronare la vocazione sacerdotale in ben quattro dei “suoi” giovani.
Don Idilio, infine, ha parlato della grande sintonia che si è mantenuta tra lui e il suo cappellano durante i 35 anni della loro collaborazione nel governo della parrocchia della Collegiata, una profonda condivisione espressa in una formula particolarmente felice: “lavoravamo uno con l’altro e uno per l’altro”.
Alberto Malvolti ha spiegato, anche a nome degli altri curatori, come è nato da un suggerimento di Marco Bitossi e come è articolato il libro. La prima parola è stata lasciata all’opera di don Mario: un’ampia selezione dei suoi articoli pubblicati sui Bollettini parrocchiali della Collegiata e della Torre (dove il sacerdote è stato parroco dal 1994 al 2007 e dove si è impegnato per rinnovare la canonica e la vita pastorale di quella chiesa); e poi alcuni scritti relativi al periodo in cui ha retto la parrocchia di Santa Maria delle Vedute, dove ha gettato i semi del nuovo oratorio (La Calamita) realizzato dopo la sua morte. Agli scritti già editi se ne sono aggiunti alcuni inediti che facevano parte degli appunti lasciati manoscritti nelle sue numerose agende. Articolati in tre sezioni (Orientamenti pastorali, Nell’anno liturgico, Tra due millenni) questi testi offrono altrettante testimonianze del pensiero e della sensibilità religiosa di don Mario. Ma poiché la vita e le idee di un sacerdote non stanno solo nei suoi scritti, ma anche nelle tracce da lui lasciate nella comunità che ha servito, ecco che una seconda parte del libro è stata dedicata alle testimonianze di chi lo ha conosciuto: collaboratori nelle diverse parrocchie, rappresentanti di associazioni, uomini e donne che gli sono stati vicini. Oltre al saluto del vescovo Paccosi, sono proposti gli interventi di ben venticinque “amici” di don Mario che con accenti diversi hanno parlato di lui e del suo stile di prete impegnato fino all’ultimo giorno nel servire la sua Chiesa.
Dopo le parole di Marco Bitossi, che ha preannunciato altre future iniziative per ricordare don Mario, la sorella del sacerdote, Mariella Santucci, visibilmente commossa, ha ringraziato tutti coloro che si sono impegnati per la realizzazione del libro e i numerosi presenti che hanno seguito la serata. La manifestazione è stata arricchita dalla proiezione di alcuni video con interviste rilasciate da don Mario, dedicate specialmente a quei gruppi giovanili che aveva creato e seguito a lungo, poiché la pastorale giovanile è rimasta sempre al centro della sua attenzione.